L’ANGELUS DI PAPA FRANCESCO E LA PACE INVOCATA AL SINODO

Come ha ripetuto praticamente in tutti i discorsi durante il Sinodo dei Vescovi fin dall’inizio della guerra in Medio Oriente, Papa Francesco anche all’Angelus domenicale ha lanciato un nuovo appello di pace per fermare l’escalation di morte, violenza e sangue esploso lo scorso 7 ottobre con gli attacchi di Hamas contro Israele. «Ringrazio tutti quanti – in tanti luoghi e in diversi modi – si sono uniti alla giornata di digiuno, preghiera e penitenza che abbiamo vissuto venerdì scorso implorando la pace nel mondo. Non desistiamo. Continuiamo a pregare per l’Ucraina e anche per la grave situazione in Palestina e in Israele e per le altre regioni in guerra», ha detto Papa Francesco dopo la catechesi all’Angelus incentrata sul massimo comandamento dato da Dio, ovvero “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente [… e] il tuo prossimo come te stesso”.



Davanti allo strazio delle guerre, Papa Francesco all’Angelus che sancisce la fine del Sinodo dei Vescovi 2023 cita l’intervento di Padre Ibrahim Faltas – vicario di Terra Santa – svolto oggi al programma “A Sua Immagine”: «padre Ibrahim diceva: “Cessate il fuoco! Cessate il fuoco!”. Lui è il vicario di Terra Santa. Anche noi, con padre Ibrahim, diciamo: cessate il fuoco! Fermatevi, fratelli e sorelle! La guerra sempre è una sconfitta, sempre. Un richiamo di pace e per la pace, avendo sempre in mente che l’insegnamento massimo del Signore è legato all’amore per il prossimo: «La Vergine Maria ci aiuti a vivere nel quotidiano il grande comandamento dell’amore: amare e lasciarci amare da Dio e amare i fratelli», ha detto Papa Francesco chiudendo l’Angelus dal balcone di Piazza San Pietro.



MESSA DI FINE SINODO, L’OMELIA DI PAPA FRANCESCO

«È questa, fratelli e sorelle, la Chiesa che siamo chiamati a sognare: una Chiesa serva di tutti, serva degli ultimi. Una Chiesa che non esige mai una pagella di “buona condotta”, ma accoglie, serve, ama, perdona. Una Chiesa dalle porte aperte che sia porto di misericordia»: così Papa Francesco nell’omelia della Santa Messa appena conclusa in Vaticano per celebrare la fine del Sinodo dei Vescovi. Approvata la Relazione di Sintesi ieri (qui il focus con tutti i temi e i risultati delle votazioni), il Santo Padre si appresta ora dopo le 12 alla recita dell’Angelus dove richiamerà un nuovo importante appello alla pace in Medio Oriente, come anticipato già venerdì dall’importante giornata di preghiera convocata a livello mondiale.



«In questa “conversazione dello Spirito” abbiamo potuto sperimentare la tenera presenza del Signore e scoprire la bellezza della fraternità. Ci siamo ascoltati reciprocamente e soprattutto, nella ricca varietà delle nostre storie e delle nostre sensibilità, ci siamo messi in ascolto dello Spirito Santo», rileva ancora il Santo Padre nel chiudere l’omelia davanti a tutti i partecipanti del Sinodo di questo mese d’ottobre. Dalla lotta contro ogni idolatria che «ci rende schiavi» al riaffermare la centralità di Dio nella vita della Chiesa («principio e fondamento da cui tutto comincia e ricomincia»): Papa Francesco con forza ribadisce come solo adorando il Signore l’uomo può riscoprirsi fino in fondo libero: «è un rischio che possiamo correre sempre: pensare di “controllare Dio”, di rinchiudere il suo amore nei nostri schemi. Invece, il suo agire è sempre imprevedibile, va oltre, e perciò questo agire di Dio domanda stupore e adorazione. Lo stupore, è tanto importante!». Amare è adorare, amare è servire conclude Papa Francesco: «Non esiste un’esperienza religiosa che sia sorda al grido del mondo, una vera esperienza religiosa. Non c’è amore di Dio senza coinvolgimento nella cura del prossimo, altrimenti si rischia il fariseismo. Magari abbiamo davvero tante belle idee per riformare la Chiesa, ma ricordiamo: adorare Dio e amare i fratelli col suo amore, questa è la grande e perenne riforma».

AL VIA LA SANTA MESSA DI CHIUSURA DEL SINODO. PUBBLICATA LA RELAZIONE DI SINTESI

È cominciata puntuale alle ore 10 la diretta video tv e streaming della Santa Messa in Basilica di San Pietro per la chiusura ufficiale del Sinodo dei Vescovi: Papa Francesco assieme ai responsabili principali dell’Assemblea concelebra la cerimonia eucaristica che porta al mondo l’annuncio di conclusione dell’importante lavoro sinodale di questo ultimo mese. «Lo Spirito continui a soffiare sulla Chiesa, preghiamo perché liberi da ogni chiusura, apriamo le porte alla Misericordia del Padre affinché siamo capaci anche noi di avere misericordia», ha detto Papa Francesco in apertura della Santa Messa in Vaticano.

È stato intanto pubblicato anche sul portale della Santa Sede il testo ufficiale della Relazione di Sintesi della prima sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, annesso ai risultati delle votazioni avvenuti nell’ultima giornata di lavori ieri, sabato 28 ottobre 2023. «La Relazione di sintesi è il frutto di un lavoro intenso e fruttuoso. Un lavoro che non dipende tanto dalle capacità e dalle abilità nostre, ma dall’ascolto dello Spirito che abbiamo invocato e che la Chiesa – ne siamo certi – ha invocato per l’Assemblea durante questo mese», spiega in conferenza stampa il cardinale Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo. Questa Assemblea è stata un tempo di discernimento ecclesiale, aggiunge, «durante il quale abbiamo mantenuto il metodo della conversazione nello Spirito: ascoltarsi gli uni gli altri per ascoltare ciò che lo Spirito dice alla Chiesa. L’affermazione insistente del Santo Padre che il protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo non è uno slogan, ma il principio basilare di ogni azione sinodale. Senza ascolto dello Spirito, tutto si riduce a parole, a formule magari belle, ma vuote e sterili».

SINODO DEI VESCOVI, LA SANTA MESSA SOLENNE DI CHIUSURA IN DIRETTA VIDEO STREAMING

Si chiude ufficialmente oggi l’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi 2023 dedicato al tema della sinodalità e del discernimento, così come si era aperta: Papa Francesco celebra in San Pietro la Santa Messa solenne alle ore 10 con la consueta diretta video streaming concessa dai canali YouTube e social di Vatican News (e in diretta tv su Rai 1 e Tv2000). Iniziato il 4 ottobre scorso con l’invocazione della protezione dello Spirito Santo sui lavori dei partecipanti, si chiude oggi il Sinodo dei Vescovi che per un mese ha visto ogni giorno riunioni, relazioni, circoli minori e congregazioni, tutti legati ad approfondire le tematiche urgenti della Chiesa proiettata nel secondo millennio.

Qui è disponibile il libretto ufficiale della Santa Messa di chiusura del Sinodo, che ricordiamo sarà officiata da Papa Francesco insieme agli altri vescovi protagonisti di questa lunga fase sinodale, che però non sarà l’ultima: ad ottobre 2024 è prevista l’ultima sessione di lavori del Sinodo sulla Sinodalità, a partire dal documento di sintesi preparato e pubblicato ieri dall’Assemblea generale sinodale. Dopo la Santa Messa delle ore 10, Papa Francesco si affaccerà come di consueto alle ore 12 dal balcone in Vaticano per l’Angelus domenicale: l’appello per la pace in Medio Oriente verrà riproposto dopo la felice iniziativa della giornata di digiuno e preghiera per la pace convocata per lo scorso venerdì 27 ottobre.

LA RELAZIONE DI SINTESI E LA LETTERA AL POPOLO DI DIO: I DUE “LASCITI” DEL SINODO DEI VESCOVI

Sono in tutto due i documenti ufficiali che il Sinodo dei Vescovi 2023 rilascia in vista dell’ultima fase di lavori tra un anno: poche ore prima della Santa Messa la 21esima Congregazione Generale in Vaticano ha provveduto a ultimare e approvare il testo della “Relazione di Sintesi” in cui vengono inseriti i principali resoconti sulle tematiche affrontate all’interno dei vari momenti di lavoro in Aula Paolo VI in Vaticano. «Il documento non contiene ogni dettaglio, ma indica i punti dove il discernimento è andato più avanti e quello dove deve andare più in profondità», spiega Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero vaticano per la comunicazione.

Il linguaggio è discorsivo, per poter incoraggiare tutto il popolo di Dio, chi è già in cammino e chi vuole intraprendere o continuare questo cammino: «Questa esperienza di sinodalità vuole farci comprendere e apprendere come camminare insieme, come cercare soluzioni insieme senza escludere nessuno e senza cedere alla tentazione del clericalismo», conclude il prefetto nel presentare la Relazione di Sintesi. Pochi giorni prima Papa Francesco aveva approvato e fatto pubblicare sul portale del Sinodo la Lettera al Popolo di Dio in cui venivano riassunti in maniera ancora più semplice e fruibile gli obiettivi e la missione che attende la Chiesa Cattolica sin dai prossimi mesi: «ascolto e discernimento, aperto a tutto il popolo di Dio nessuno escluso, per “camminare insieme”, sotto la guida dello Spirito Santo, discepoli missionari alla sequela di Cristo Gesù». Il mondo anche piuttosto caotico e ricco di conflitti, è quello stesso mondo che siamo chiamati ad amare e servire anche nelle sue profonde contraddizioni: «esige il potenziamento delle sinergie in tutti gli ambiti della sua missione». La chiamata a cui fa riferimento Papa Francesco non da oggi è proprio quella alla sinodalità, espressa poi al meglio nei lavori finali che si terranno il prossimo anno nel Sinodo 2024.

“IL CAMMINO VERSO DIO”: LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO AL SINODO DEI VESCOVI

Come ha spiegato durante i lavori del Sinodo nell’ultima settimana l’arcivescovo metropolita di Poznan e presidente della Conferenza episcopale polacca, mons. Stanislaw Gadecki, la sinodalità «ha fatto vedere che esiste un metodo con cui si può progredire non solo nella vita della Chiesa, ma anche sulle questioni delle guerre e dei conflitti mondiali, su tutto quello che umanamente si può evitare in modo pacifico». E su questo ha molto insistito Papa Francesco, spesso presente durante i lavori del Sinodo dei Vescovi: in attesa dell’omelia di oggi per la Santa Messa di chiusura del Sinodo, ecco alcuni passaggi significativi degli appelli rilanciati negli scorsi giorni davanti all’assemblea gremita di vescovi, preti, laici e donne.

«Il mondo in cui viviamo, e che siamo chiamati ad amare e servire anche nelle sue contraddizioni, esige dalla Chiesa il potenziamento delle sinergie in tutti gli ambiti della sua missione. Proprio il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio»: lo diceva Papa Francesco già nel 2015 e lo ha ripreso in questi giorni, citato poi dalla Lettera al Popolo di Dio pubblicata il 25 ottobre scorso. «Quando vuoi sapere quello che vuole dire la Santa Madre Chiesa leggi il magistero, ma se vuoi pensare come crede la Chiesa rivolgersi al popolo»: la Chiesa è sempre stata “donna”, nota Papa Bergoglio nel suo ultimo discorso giovedì scorso esaltando l’elemento femminile entrato per la prima volta al Sinodo, «Mi piace molto pensare che nel santo popolo di Dio la fede è sempre trasmessa in dialetto e generalmente in dialetto femminile. Questo non solo perché la Chiesa è madre e sono proprio le donne che la riflettono meglio […] La donna è un riflesso della Chiesa, la Chiesa è femminile, è una sposa e madre». Criticando clericalismo e peccati interni alla stessa Chiesa, Papa Francesco ammoniva sul fatto che o si è «popolo fedele di Dio in cammino, santo e peccatore, oppure finisce per essere un’azienda di servizi vari, e quando gli agenti pastorali prendono questa seconda strada la Chiesa diventa il supermercato della salvezza e i sacerdoti semplici dipendenti di una multinazionale».