L’ANGELUS DI PAPA FRANCESCO SUI DONI DEI RE MAGI NELL’EPIFANIA
«I Re Magi sono famosi per i doni che hanno fatto: ma loro sono i primi a ricevere tre doni preziosi che riguardano anche noi. Danno oro, incenso e mirra, ma ricevono anche qualcosa», spiega Papa Francesco aprendo l’Angelus di Epifania 2023 dopo la Santa Messa conclusasi da poco in Basilica di San Pietro. «Il primo dono è il dono della chiamata. Mentre studiavano gli astri hanno avvertito la chiamata: Dio ci chiama attraverso le nostre ispirazioni e talenti più grandi. Si sono poi messi in cammino per quello che non conoscevano e non sapevano, erano aperti all’ignoto perché chiamati ad andare oltre». I Magi hanno ricevuto un secondo dono, il discernimento: «cercano un Re e quindi vanno da Erode che però vuole usarli per eliminare il Messia. Ma i Magi non sono scemi: sanno distinguere tra la meta del percorso e le tentazioni avute nel cammino. Lasciano il palazzo di Erode e non ci torneranno più». Il Papa rileva la forte necessità di distinguere tra la vera meta del proprio destino e le finte seduzioni: mai stancarsi di domandare il discernimento.
Il terzo dono ricevuto dai Magi nell’Epifania è la sorpresa: «dopo lungo viaggio trovano un bambino con la mamma, una scena tenera ma non stupefacente. Incontrano Dio nella povertà: eppure non pensano di aver sbagliato, sanno riconoscere la sorpresa di Dio e la vivono con stupore adorandolo. Nella piccolezza riconoscono il dono di Dio, la grandezza nella piccolezza, il Signore si incontra così nell’umiltà, nel silenzio e nell’adorazione dei piccoli e dei poveri». Papa Francesco conclude la riflessione sull’Epifania facendo memoria di questi doni come la chiamata, il discernimento e la sorpresa: «la Madonna ci aiuti a ricordare e custodire i doni ricevuti». Dopo la recita dell’Angelus, nei consueti saluti finali Papa Francesco fa gli auguri per il Natale ortodosso con particolare accenno al «martoriato popolo ucraino»: «la nascita di Gesù ispiri speranza e passi concreti per la fine dei combattimenti e la pace». Qui il testo integrale dell’Angelus per l’Epifania 2023.
LE DOMANDE DEI RE MAGI PRIMA DELL’ANGELUS DI PAPA FRANCESCO
È terminata la Santa Messa in Vaticano per l’Epifania del Signore e si attende a minuti l’affaccio di Papa Francesco dal balcone in Piazza San Pietro per l’Angelus che simbolicamente chiude le celebrazioni del Santo Natale di Gesù. In una lunga e molto ricca omelia il Santo Padre ha voluto soffermarsi sui doni dei Re Magi che nel corso dei millenni giungono fino a noi: «L’affascinante avventura di questi sapienti d’Oriente ci insegna che la fede non nasce dai nostri meriti o da ragionamenti teorici, ma è dono di Dio. La sua grazia ci aiuta a destarci dall’apatia e a fare spazio alle domande importanti della vita, domande che ci fanno uscire dalla presunzione di essere a posto e ci aprono a ciò che ci supera».
Sono in tutto tre i luoghi dove il Signore viene a farsi “trovare” dal movimento, dal pellegrinaggio dei Re Magi nell’Epifania: l’inquietudine delle domande, il rischio del cammino e lo stupore dell’adorazione: «Oggi il Signore ci invita a fare come i Magi: come i Magi, prostriamoci, arrendiamoci a Dio nello stupore dell’adorazione. Adoriamo Dio e non il nostro io; adoriamo Dio e non i falsi idoli che ci seducono col fascino del prestigio e del potere, con il fascino delle false notizie; adoriamo Dio per non inchinarci davanti alle cose che passano e alle logiche seducenti ma vuote del male», ha concluso Papa Francesco celebrando e benedicendo il popolo di Dio nella grande festa dell’Epifania 2023.
L’OMELIA DI PAPA FRANCESCO PER L’EPIFANIA 2023
«Dove è colui che è nato? Quale il luogo per incontrare il nostro Signore?»: lo chiede Papa Francesco aprendo l’omelia della Santa Messa di Epifania 2023, citando le parole dei Re Magi. «Dalla esperienza dei Magi noi comprendiamo che il primo luogo in cui Lui viene cercato è l’inquietudine delle domande. La fede non nasce da nostri meriti o ragionamenti ma viene da Dio: la Sua grazia ci aiuta a destarci dall’apatia e a farci uscire dalla presunzione di essere a posto. La Stella in cielo lascia nel cuore dei Re Magi la domanda “dove è colui che è nato?”: la fede nasce quando dalla grazia di Dio ci lasciamo interrogare dall’inquietudine delle nostre domande. Le domande sono insopprimibili, «come quelle sulla felicità, sull’amore, sulla giustizia, sulle proprie sofferenze». Spiega il Papa che il clima della modernità tende a «sedare la nostra inquietudine e a spegnere le nostre domande. Tutto ci dice di non pensare troppo e cerchiamo di sistemare il cuore con una cassaforte della comodità. Ma se i Magi avessero fatto così non avrebbero mai incontrato il Signore».
Il secondo luogo per incontrare il Signore è il rischio del cammino: «se non siamo in cammino e in movimento è difficile riuscire a incontrare il Bimbo che è nato per noi. Come ha detto Benedetto XVI, i Magi sono “in pellegrinaggio interiore del loro cuore, vogliono scoprire chi è il Re dei Giudei”». I Magi sono sempre in cammino, in movimento, sottolinea il Papa: «senza un cammino continuo e senza un dialogo con il Signore, allora la nostra speranza e la nostra fede non può crescere. Occorre farsi discepoli nella sequela di Gesù, cercandolo nelle situazioni quotidiane continuando a interrogarLo. La fede è un cammino, è un pellegrinaggio, una storia di partenza e ripartenza». Il terzo luogo per incontrare il Signore, conclude Papa Francesco nella Santa Messa per l’Epifania 2023, è lo stupore nell’adorazione: «le nostre inquietudini e il nostro cammino devono convergere nell’adorazione del Signore, lì i Magi trovano il loro centro sorgivo. È Lui che suscita in noi tutto: il fine di ogni cosa non è rivolgere un traguardo per la gloria di se stessi, ma incontrare Dio e lasciarci abbracciare dal Suo amore che dà fondamento alla nostra speranza». Papa Francesco richiama tutta la cristianità a pregare per adorare il Signore, «questo perché abbiamo perso l’inquietudine e il cammino. Ma oggi nell’Epifania il Signore ci chiama ad essere come i Re Magi, adoriamo Dio e non il nostro Io, adoriamo il fascino di Cristo e non il fascino del potere e delle false seduzioni del male». Il Papa invita ad aprire il cuore all’inquietudine, ad andare in cammino e ad adorare il Bimbo: proprio come i Re Magi e i grandi Santi della storia. Qui il testo integrale dell’omelia di Papa Francesco non appena disponibile.
INIZIA LA SANTA MESSA PER L’EPIFANIA 2023
Sta per iniziare la Santa Messa per l’Epifania 2023 in Basilica di San Pietro, a celebrare come sempre Papa Francesco: solo 24 ore dopo i funerali solenni di Benedetto XVI, l’intera cristianità è ancora avvolta dal commiato e dalla commozione di quell’ultimo saluto donato ieri al Papa Emerito Joseph Ratzinger che tra l’altro sulla figura dei Re Magi e dell’Epifania del Signore ha donato pagine di illuminante bellezza per la liturgia e la teologia.
Come ha ribadito ieri durante l’omelia dei funerali, «Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce»: il popolo visto ieri in Piazza San Pietro attende ora, assieme al resto della comunità cristiana, l’annuncio dell’Epifania nella Santa Messa solenne che comincerà a breve (qui il libretto ufficiale messo a disposizione dal Vaticano). Come amava ripetere Papa Ratzinger, «l’Epifania è l’apparizione della luce di Dio in questo mondo». Ricordiamo che al termine, sempre in diretta tv e video streaming dal Vaticano, è programma l’Angelus con Papa Francesco.
LA FESTA DELL’EPIFANIA DEL SIGNORE CON PAPA FRANCESCO: SANTA MESSA E ANGELUS IN DIRETTA VIDEO STREAMING
Dopo le celebrazioni per i funerali solenni di Benedetto XVI, Papa Francesco torna in Vaticano questa mattina per l’Epifania del Signore con la tradizionale diretta della Santa Messa delle ore 10 e il successivo Angelus all’intera cristianità. Le esequie di ieri per il Sommo Pontefice Joseph Ratzinger avevano visto l’intera Piazza San Pietro coinvolti così come tutti gli spazi in Vaticano attorno alla Basilica, tutto gremito per l’ultimo saluto a Papa Benedetto XVI: appuntamento oggi 6 gennaio invece alle ore 10 in Basilica di San Pietro per la celebrazione della Santa Messa nell’Epifania del Signore.
Diretta tv su Tv2000 e Rai 1, mentre come sempre è disponibile la diretta video streaming della Santa Messa dell’Epifania sui canali ufficiali del Vaticano (in particolare la pagina YouTube di Vatican News): a seguire poi, alle ore 12, l’appuntamento con il tradizionale affaccio di Papa Francesco dal balcone in Piazza San Pietro per la recita dell’Angelus del Signore.
Come già avvenuto in questa lunga settimana di commiato, la Santa Messa dell’Epifania e l’Angelus saranno occasione per Papa Francesco di rendere ancora onore al predecessore Benedetto XVI per la grande opera di testimonianza alla cristianità nei suoi 95 anni di profonda esistenza. «Benedetto XVI faceva teologia in ginocchio. Il suo argomentare la fede era compiuto con la devozione dell’uomo che ha abbandonato tutto se stesso a Dio e che, sotto la guida dello Spirito Santo, cercava una sempre maggior compenetrazione del mistero di quel Gesù che lo aveva affascinato fin da giovane», ha spiegato Papa Francesco nella prefazione al libro di Benedetto XVI in uscita postumo dal prossimo 14 gennaio (“Dio è sempre nuovo. Pensieri spirituali”).
OMELIA SANTA MESSA EPIFANIA 2022 CON IL PAPA
Nell’Epifania del Signore, il popolo cristiano celebra il viaggio e l’Adorazione dei “re Magi” al piccolo Gesù nella capanna di Betlemme: si richiama il segno vivo – tanto attuale – del cammino di vita cui ognuno è chiamato a fare. «Si è perso un po’ il senso della preghiera di adorazione, dobbiamo riprenderlo, sia comunitariamente sia nella propria vita spirituale. Oggi, pertanto, ci mettiamo alla scuola dei Magi, per trarne alcuni insegnamenti utili: come loro, vogliamo prostrarci e adorare il Signore. Adorarlo sul serio, non come ha detto Erode: “Fatemi sapere dov’è il posto e io andrò ad adorarlo”. No, questa adorazione non va. Sul serio», spiegava Papa Francesco nella Santa Messa per l’Epifania del 2021. Nell’omelia invece dello scorso anno, il Pontefice ha voluto soffermarsi sul pellegrinaggio e le motivazioni che hanno “mosso” i dotti saggi dall’Oriente verso Betlemme: «i magi viaggiano verso Betlemme. Il loro pellegrinaggio parla anche a noi, chiamati a camminare verso Gesù, perché è Lui la stella polare che illumina i cieli della vita e orienta i passi verso la gioia vera».
Citando i pensieri del grande pittore impressionista Vincent Van Gogh, che scriveva come il bisogno di Dio lo spingeva a uscire di notte per dipingere le stelle, Papa Francesco ancora 12 mesi fa (quando ancora il dramma della guerra era un’ipotesi lontana) sottolineava che il pellegrinaggio dei Magi nell’Epifania «Nasce dal desiderio. Ecco il loro segreto interiore: saper desiderare. Meditiamo su questo. Desiderare significa tenere vivo il fuoco che arde dentro di noi e ci spinge a cercare oltre l’immediato, oltre il visibile. Desiderare è accogliere la vita come un mistero che ci supera, come una fessura sempre aperta che invita a guardare oltre, perché la vita non è “tutta qui”, è anche “altrove”. È come una tela bianca che ha bisogno di ricevere colore». La crisi della fede e delle nostre società, rifletteva ancora il Santo Padre nella Santa Messa del 2022, «ha anche a che fare con la scomparsa del desiderio di Dio. Ha a che fare con il sonno dello spirito, con l’abitudine ad accontentarci di vivere alla giornata, senza interrogarci su che cosa Dio vuole da noi. Ci siamo ripiegati troppo sulle mappe della terra e ci siamo scordati di alzare lo sguardo verso il Cielo; siamo sazi di tante cose, ma privi della nostalgia di ciò che ci manca. Nostalgia di Dio. Ci siamo fissati sui bisogni, su ciò che mangeremo e di cui ci vestiremo (cfr Mt 6,25), lasciando evaporare l’anelito per ciò che va oltre. E ci troviamo nella bulimia di comunità che hanno tutto e spesso non sentono più niente nel cuore. Persone chiuse, comunità chiuse, vescovi chiusi, preti chiusi, consacrati chiusi. Perché la mancanza di desiderio porta alla tristezza, all’indifferenza. Comunità tristi, preti tristi, vescovi tristi».
EPIFANIA, L’ANGELUS DI PAPA FRANCESCO DELLO SCORSO ANNO DOPO LA SANTA MESSA DELL’EPIFANIA
In attesa delle celebrazioni di questa Santa Epifania del Signore, con la Santa Messa e l’Angelus in San Pietro (qui il libretto ufficiale delle celebrazioni, ndr), era solo dodici mesi fa quando Papa Francesco nell’Angelus conclusivo del 6 gennaio si soffermava sul viaggio apparentemente non “vantaggioso” per quei Magi venuti da Oriente. «Questi sapienti venuti da lontano, ricchi, colti, conosciuti, che si prostrano, cioè si chinano a terra per adorare un bambino! Sembra una contraddizione. Sorprende un gesto tanto umile compiuto da uomini così illustri. Prostrarsi davanti a un’autorità che si presentava con i segni della potenza e della gloria era cosa abituale al tempo. E anche oggi non sarebbe strano. Ma davanti al Bambino di Betlemme non è semplice. Non è facile adorare questo Dio, la cui divinità rimane nascosta e non appare trionfante. Vuol dire accogliere la grandezza di Dio, che si manifesta nella piccolezza: questo è il messaggio», spiegava Papa Francesco prima di recitare l’Angelus.
I Magi arrivano ad abbassarsi di fronte all’inaudita e “strana” logica di Dio: «accolgono il Signore non come lo immaginavano, ma così com’è, piccolo e povero. La loro prostrazione è il segno di chi mette da parte le proprie idee e fa spazio a Dio. Ci vuole umiltà per fare questo». Qui al termine dell’Angelus Papa Francesco si rivolse direttamente al cuore di ciascuno di noi: «Cari fratelli e sorelle, se al centro di tutto rimaniamo sempre noi con le nostre idee e presumiamo di vantare qualcosa davanti a Dio, non lo incontreremo mai fino in fondo, non arriveremo ad adorarlo. Se non cadono le nostre pretese, le vanità, i puntigli, le corse per primeggiare, ci capiterà di adorare pure qualcuno o qualcosa nella vita, ma non sarà il Signore! Se invece abbandoniamo la nostra pretesa di autosufficienza, se ci facciamo piccoli dentro, allora riscopriremo lo stupore di adorare Gesù. Perché l’adorazione passa attraverso l’umiltà del cuore: chi ha la smania dei sorpassi, non si accorge della presenza del Signore. Gesù passa accanto e viene ignorato, come accadde a tanti in quel tempo, ma non ai magi».