SANTA MESSA, L’OMELIA DI PAPA FRANCESCO
«In questo Santuario nazionale il popolo slovacco accoglie con fede e devozione la Madre di Dio: è Lei a mostrarci Gesù, una strada disegnata con un cuore dominato dalla Croce»: così apre l’omelia Papa Francesco nella Santa Messa in Slovacchia, con la diretta tv sulla Rai e il video streaming qui sotto sul canale YouTube del Vaticano.
«Possiamo guardare Maria come modello della fede, in tre criteri fondamentali: cammino, profezia e compassione». La fede di Maria fa mettere in cammino come testimoniato dal viaggio verso Elisabetta incinta: «non rimase mai ferma a contemplare se stessa, neanche quando le venne l’Angelo in sogno. Il dono ricevuto l’ha sentito come missione, ha dato vita e corpo all’impazienza con cui Dio vuole raggiungere tutti gli uomini per poterli salvare con il suo amore». No abitudini comode ma «incognite del viaggio», alla sicurezza ha preferito il rischio di una fede che si mette in gioco: per il Papa il cammino di Maria è centrale per la fede di tutti noi. La fede della Slovacchia è quel semplice cammino di Maria, «camminando voi vincete la tentazione di una fede statica che si accontenta di riti e vecchie tradizioni, fate della vita un pellegrinaggio di amore!». Quando la Chiesa si ferma, attacca il Papa, «ammalano la Chiesa e il popolo di Dio».
Quella di Maria però è anche una fede «profetica. È profezia dell’opera di Dio nella storia, un mistero che stravolge il mondo abbassando i superbi e innalzando gli umili». La Madonna è «icona della nostra vocazione, siamo come Lei chiamati ad essere santi e immacolati, diventando profezia di Cristo. La profezia di Israele culmina in Maria perché porta in grembo la parola di Dio fattasi carne, ovvero Gesù». La fede non può essere ridotta a «zucchero che addolcisce la vita, le tenebre lottano contro Cristo e serve combattere per la fede ma con la pace e non con la spada». Per Papa Francesco, davanti al Cristo non si può rimanere «comodi» o peggio ancora con un «piede in due scarpe. Ci chiede di scegliere per Lui»; di questi profeti la Slovacchia e tutta la cristianità «ha bisogno, non si tratta di essere ostili al mondo ma di essere segni di contraddizione al mondo circostante. I cristiani siano tessitori di dialogo, facciano risplendere la vita fraterna dove spesso la società si divide».
Maria madre del cammino, della profezia ma anche «madre della compassione, la sua fede è compassionevole»; la conclusione dell’omelia vede il Santo Padre sottolineare la bellezza dell’affetto della Madonna per ogni suo figlio. «Nel dolore più straziante sul Calvario, Maria ha capito la profezia di Simeone sulla sofferenza di sé e del figlio morente». Una madre che piange ma che consola indicando in Cristo la vittoria definitiva: «la Madonna non tenta di salvare se stessa, non scappa, rimane davanti al dolore. Questa è la prova della compassione, ovvero restare sotto la Croce, restare col volto segnato dalle lacrime ma con la fede di chi sa che con Suo Figlio, Dio opera il bene e salva l’umanità».
IL TESTIMONE DELLA CROCE
È cominciata la Santa Messa di commiato al Paese che ha ospitato per tre giorni consecutivi Papa Francesco nel suo primo viaggio post-operazione: nell’omelia centrale traccerà il sunto e la sintesi di quanto vissuto in questi giorni molto densi in Slovacchia, con numerosi richiami che urgono per la fede e i fedeli della modernità attuale.
Quando ieri ha spiegato sempre il Papa che la croce è un simbolo «di testimonianza», intendeva proprio un richiamare ogni singolo cristiano al valore di ciò che realmente risulta fondativo della nostra esistenza: «Oggi il Signore, dal silenzio vibrante della croce, chiede a tutti noi e chiede anche a te, a te, a te, a me: ‘Vuoi essere mio testimone?”». Francesco ha ricordato che la croce non significa affatto una «bandiera da innalzare», bensì una «sorgente pura di un modo nuovo di vivere» a cui tutti siamo chiamati. Il medesimo “testimone della croce” che serve nella vita di tutti, «non usa le vie dell’inganno e della potenza mondana: non vuole imporre sé stesso e i suoi, ma dare la propria vita per gli altri. Non ricerca i propri vantaggi per poi mostrarsi devoto: questa sarebbe una religione della doppiezza, non la testimonianza del Dio crocifisso. Il testimone della croce persegue una sola strategia, quella del Maestro: l’amore umile».
PAPA FRANCESCO, LA SANTA MESSA IN SLOVACCHIA
Si chiude oggi il viaggio di Papa Francesco in Ungheria e Slovacchia, con la Santa Messa celebrata presso il Santuario Nazionale di Šaštin: nel primo viaggio dopo l’operazione al colon, il Santo Padre ha fatto visita al Paese di Viktor Orban (incontrandolo direttamente appena sbarcato domenica scorsa) per poi concentrare i vari appuntamenti della fitta agenda nella terra slovacca. Ieri gli incontri con i giovani, la comunità Rom e la celebrazione della Divina Liturgia Bizantina di San Giovanni Crisostomo con tre discorsi ricchi di riflessioni e appelli all’intera cristianità europea (e non).
Oggi Papa Francesco farà una “sintesi” di questi densissimi giorni di viaggio apostolico: prima nell’omelia centrale della Santa Messa prevista alle ore 10 dal Santuario di Šaštin, poi con la consueta conferenza stampa in aereo durante il ritorno dalla Slovacchia versa Roma. «La vera originalita’ oggi, la vera rivoluzione, è ribellarsi alla cultura del provvisorio, è andare oltre l’istinto e oltre l’istante, è amare per tutta la vita e con tutto sé stessi. Non siamo qui per vivacchiare, ma per fare della vita un’impresa», queste parole riferite ieri ai giovani riuniti nello Stadio Lokomotiva di Kosice fungono da punto di contatto e tramite con i vari temi affrontati dal Santo Padre in questi giorni di viaggio extra-Vaticano.
DIRETTA STREAMING SANTA MESSA: LA TESTIMONIANZA
Un invito ai giovani che è in realtà un messaggio a tutti i cristiani affinché rimangano attaccati a ciò che conta davvero, la testimonianza di Cristo che vince la morte e il peccato: «I grandi sogni non sono l’auto potente, il vestito alla moda o la vacanza trasgressiva. Non date ascolto a chi vi parla di sogni e invece vi vende illusioni: sono manipolatori di felicità. Siamo stati creati per una gioia più grande: ciascuno di noi è unico ed è al mondo per sentirsi amato nella sua unicità e per amare gli altri come nessuno può fare al posto suo. Non si vive seduti in panchina a fare la riserva di qualcun altro. No, ciascuno è unico agli occhi di Dio. Non lasciatevi “omologare’». Sempre ieri, poco dopo l’incontro dei giovani, Papa Francesco ha fatto visita alla comunità dei Rom nel quartiere Lunik IX di Kosice, in Slovacchia, ribadendo la necessità di dialogo e integrazione: «Giudizi e pregiudizi aumentano solo le distanze – ha detto Francesco -. Contrasti e parole forti non aiutano. Ghettizzare le persone non risolve nulla. Quando si alimenta la chiusura prima o poi divampa la rabbia. La via per una convivenza pacifica è l’integrazione».
Pregno e denso anche il messaggio lanciato ai fedeli sul significato profondo della croce e della sofferenza di Gesù per salvare il cuore dell’uomo: «apprendere crocifissi dovunque non serve se non ci fermiamo a guardare il Crocifisso e non gli apriamo il cuore, se non ci lasciamo stupire dalle sue piaghe aperte per noi, se il cuore non si gonfia di commozione e non piangiamo davanti al Dio ferito d’amore per noi. Se non facciamo così, la croce rimane un libro non letto, di cui si conoscono bene il titolo e l’autore, ma che non incide nella vita. Non riduciamo la croce a un oggetto di devozione, tanto meno a un simbolo politico, a un segno di rilevanza religiosa e sociale». Qui di seguito la diretta in video streaming sul canale YouTube di Vatican News della Santa Messa di Papa Francesco come commiato al popolo slovacco (dalle ore 10).