Terminata la Santa Messa di suffragio per Papa Giovanni XXIII, il vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi ha pronunciato la solenne supplica a San Giovanni XXIII in un periodo così difficile per la terra bergamasca. In queste settimane in cui la morte è tornata protagonista delle cronache umane in tutta la sua drammaticità, è opportuno ricordare che Papa Giovanni XXIII, nelle ultime settimane della sua vita terrena, alle preoccupazioni del suo medico personale, il professor Gasbarrini, rispose con parole pacate: “Caro professore, io ho le valigie sempre pronte”.
Questo deve essere l’atteggiamento del cristiano davanti alla morte, come aveva detto ad esempio anche qualche anno prima, ancora da Patriarca di Venezia: “La mia morte, la vostra quando verrà? Non è poi così triste il pensarci: diventa soave la vita con il familiarizzarci al pensiero della morte”. L’Eco di Bergamo ha voluto dunque ricordare le parole più significative di Papa Giovanni XXIII sulla morte, in occasione di questo 57° anniversario della ‘nascita al cielo’ di Angelo Giuseppe Roncalli, che di certo a Sotto il Monte – suo paese natale – non è stato vissuto come tutti gli alti. Questo dunque l’insegnamento che ci può lasciare nel dramma della pandemia di Coronavirus il ‘Papa buono’ Giovanni XXIII, a cui in tanti certamente abbiamo pensato, fosse anche solo perché l’ospedale di Bergamo – epicentro della lotta al Coronavirus – porta il suo nome. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
PAPA FRANCESCO PARLA DI GIOVANNI XXIII
Mentre è in corso la Santa Messa di suffragio per Papa Giovanni XXIII, ricordiamo alcune parole di Papa Francesco sul suo predecessore bergamasco, che proprio Jorge Mario Bergoglio ha canonizzato nel 2014. Francesco aveva concesso un’intervista all’Eco di Bergamo in occasione della Peregrinatio delle reliquie di Papa Giovanni XXIII a Sotto il Monte e nella provincia di Bergamo, nel 2018: “Penso che possa essere davvero un dono e un’occasione per un nuovo cammino di fede. Questa gioia la voglio condividere specialmente con gli anziani, i poveri, gli ammalati che non sono mai potuti venire a Roma a pregare sulla sua tomba che si trova nella basilica di San Pietro”.
L’augurio era che i fedeli non guardassero solo “il suo corpo dietro l’urna” ma si sentissero “guardati da lui, sentendosi interrogati da lui che ci invita a guardare ciò che conta davvero, quel Crocifisso che aveva messo davanti al suo letto, con cui lui parlava e che ascoltava. Anch’io guardo il Crocifisso, sopra il letto, come facevo quando ero a Buenos Aires: là avevo quello dei miei nonni”. Guardare il Crocifisso accomuna San Giovanni XXIII e Papa Francesco: “Lì lo sento vicino – disse Bergoglio -. Un uomo, un santo, che non conosceva la parola nemico, al quale non piacevano parole come crociate o proselitismo, che invece cercava sempre ciò che unisce, che aveva fiducia in Dio e nell’uomo sua immagine, consapevole che la Chiesa è chiamata a servire l’uomo in quanto tale, e non solo i cattolici: a difendere anzitutto e dovunque i diritti della persona umana e non solamente quelli della Chiesa cattolica, consapevole che il Papa deve costruire ponti”. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza) CLICCA QUI PER LA DIRETTA FACEBOOK DELLA SANTA MESSA PER PAPA GIOVANNI XXIII
LA MORTE DI PAPA GIOVANNI XXIII
Fra pochi minuti avrà inizio la Santa Messa di suffragio per Papa Giovanni XXIII, nel 57° anniversario della morte del “Papa buono”. Era lunedì 3 giugno 1963: al capezzale del Pontefice ecco accorrere i fratelli e la sorella ancora in vita (giunti in aereo insieme al cardinale Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano e da lì a breve successore di Roncalli con il nome di Paolo VI), i nipoti tra cui anche due suore e un sacerdote (suor Angela, suor Anna e don Battista Roncalli), il segretario mons. Loris Capovilla e altri prelati. Papa Giovanni XXIII però non riconosce più nessuno: “La febbre ha continuato a salire: il termometro registra ora una temperatura di 42 gradi”, ricorderà don Battista.
Il Papa è di fatto clinicamente già morto quando la temperatura scende improvvisamente. In piazza San Pietro si celebra una Messa per il Papa morente. Giovanni XXIII “si muove, abbozza dei cenni con le mani, agita il capo” e riesce a farsi capire: uno dei nipoti si era posto davanti al Crocifisso che il Santo Padre con le ultime forze stava fissando in preghiera. Subito Zaverio “comprende l’ultimo desiderio del Papa morente, si scosta, e nella penombra della stanza riappare il viso doloroso di Cristo. Sui lineamenti che abbiamo tanto amato sembra allora tornare un ultimo sorriso. Giovanni XXIII si è riadagiato sul letto, gli occhi fissi sul crocifisso”. Alle ore 19.49 Papa Giovanni XXIII muore: “Lo salutano a nome di tutti le campane di San Pietro, e anche le rondini che volano nel tramonto di giugno tra gli Apostoli sulla Basilica”. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
OGGI SANTA MESSA PER PAPA GIOVANNI XXIII
Oggi, mercoledì 3 giugno 2020, ricorre il 57° anniversario della morte di Papa Giovanni XXIII: tante le iniziative in memoria del “Papa buono“, tra le quali la principale è naturalmente la Santa Messa di suffragio che sarà celebrata questo pomeriggio alle ore 16.00 presso il Santuario di Sotto il Monte Giovanni XXIII, paese natale di Angelo Giuseppe Roncalli, dal vescovo di Bergamo monisgnor Francesco Beschi.
Come è ormai diventata prassi ai tempi del Coronavirus, sarà possibile seguire la Messa in suffragio di Papa Giovanni XXIII anche in diretta streaming video tramite la pagina Facebook ufficiale del Santuario Papa Giovanni XXIII. L’annuncio è stato dato con queste parole: “Mercoledì 3 giugno (oggi, ndR) ricorderemo ancora una volta la nascita al cielo di Papa Giovanni, e lo faremo come sanno fare i credenti: ringraziando Dio per avercelo donato e per averlo accanto a Sé dispensatore di grazie e promotore di speranza. Al termine della Messa, chiederemo al Vescovo di pronunciare a nome di tutti noi la solenne supplica a San Giovanni XXIII”, canonizzato da Papa Francesco il 27 aprile 2014.
Nonostante siano passati ormai 57 anni dalla sua morte, è ancora vivo in tante persone il ricordo di Papa Giovanni XXIII, in particolare naturalmente nella terra bergamasca che in questi mesi è stata martoriata dal Coronavirus.
PAPA GIOVANNI XXIII, SANTA MESSA NEL 57° ANNIVERSARIO DELLA MORTE
Angelo Giuseppe Roncalli nacque a Sotto il Monte il 25 novembre 1881: un piccolo borgo di contadini, con la fede solida e semplice di una famiglia di mezzadri. Ordinato sacerdote nel 1904, segretario dell’allora vescovo di Bergamo mons. Giacomo Radini-Tedeschi, le sue grandi qualità umane e pastorali gli permisero una importante carriera soprattutto in campo diplomatico: nel 1925 visitatore apostolico in Bulgaria, dal 1934 in Turchia e Grecia con residenza a Istanbul, infine nel 1944 nunzio apostolico in Francia.
Nel 1953 ecco la nomina a cardinale e un nuovo incarico, come Patriarca di Venezia. Nel 1958 fu eletto Papa con il nome di Giovanni XXIII nel Conclave indetto per la morte di Pio XII. Molti pensarono a un papato “di transizione”, vista l’età già avanzata di Roncalli: in effetti Giovanni XXIII fu Papa per meno di cinque anni, nei quali però lasciò un segno profondissimo sulla Chiesa Cattolica e sul mondo intero.
Il calore umano e la sua vicinanza alla gente furono resi evidenti ad esempio dalle visite presso ospedali e carceri, favorendo l’appellativo di Papa buono. Storica fu poi la decisione di indire il Concilio Vaticano II, che un segno profondo avrebbe lasciato sulla vita della Chiesa e del mondo intero. Anche oggi dunque sono molti ad attendere dal cielo “la carezza del Papa“, come nella sera di apertura del Concilio, nel celebre ‘discorso della luna’ dalla finestra del Palazzo Apostolico rivolto ai fedeli che nell’occasione gremivano Piazza San Pietro.