Lasciano il collegamento in video streaming al Regina Coeli di Papa Francesco, si è conclusa poco prima delle ore 12 la Santa Messa in diretta su Rai 1, questa Domenica nella splendida cornice (ancora vuota per l’ultima settimana di “fase 1” della messa per i fedeli) della Chiesa degli artisti. Pochi giorni fa Papa Francesco ha voluto rispondere alla lettera accorata spedita in Vaticano da Sandro Veronesi insieme ad un folto gruppo di artisti, registi, attori e sceneggiatori: «Ieri ho ricevuto una lettera di un gruppo di artisti: ringraziavano per la preghiera che noi abbiamo fatto per loro. Vorrei chiedere al Signore che li benedica perché gli artisti ci fanno capire cosa è la bellezza, e senza il bello il Vangelo non si può capire».
Fu enorme la sorpresa per gli stessi artisti che con Veronesi commentarono quelle parole «Ma come? Proprio il Papa ci raccomanda a Dio, dopo che per secoli la Chiesa ha imposto agli artisti la sepoltura fuori dalle mura, cioè fuori dalla terra consacrata, insieme con i suicidi e i non cattolici? Proprio lui si è ricordato di noi, si è preoccupato per noi, ha pregato per noi? Non riuscivano a crederci, capito?». Nel Vangelo di oggi legato al concetto di “Via, Verità a Vita” attraverso la persona del Signore Gesù quel messaggio di “apertura” al bello e al vero che è il cristianesimo non può che riconfermarsi, proprio in quella Chiesa degli artisti come è conosciuta la splendida Santa Maria in Montesanto. (agg. di Niccolò Magnani) CLICCA QUI PER LA DIRETTA STREAMING RAIPLAY DELLA SANTA MESSA
IL VANGELO E LA PIETRA ANGOLARE
Nella lettera di San Pietro si cita la pietra angolare, ovvero Cristo, su cui si poggia l’intera storia della Chiesa e dell’umanità: «la pietra che i costruttori hanno scartato ora è pietra angolare». Nel Vangelo legato al rapporto tra Cristo e i discepoli, l’omelia della Santa Messa su Rai 1 punta sulle reazioni degli apostoli: «contrasto tra il clima dell’Ultima Cena e la vita con i discepoli: intuiscono che sta per avvenire la catastrofe della fine della vita di Gesù. Morte e tradimento di un amico: ma Cristo sta leggendo in maniera ben diversa tutto quello che succede, parla di un’amicizia eterna con i discepoli, di un Padre che non abbandonerà mai e di una Pasqua eterna per la vita degli uomini».
La reazione di Pietro è amorosa, è pronto ad andare fino in fondo ma in realtà è preoccupato più di se stesso e Gesù lo smaschera: «tu mi rinnegherai», ma poi gli dice anche «mi amerai davvero e la Chiesa si baserà su di te Pietro». Ancora nell’omelia di oggi si può notare il mistero della morte: «cosa vuol dire la vita oltre la morte?», chiede Tommaso, e Gesù replica con la sua stessa persona «io sono la Via, la Verità e la Vita», proprio quella pietra angolare ribadita nelle Letture. (agg. di Niccolò Magnani)
“È DIO CHE FA LE COSE”
«Noi facciamo un pochettino, ma è Lui che “fa le cose” della Chiesa, e la preghiera è quella che porta avanti la Chiesa»: così Papa Francesco commentava così il Vangelo della Domenica legato al discorso del Signore ai discepoli che a breve ascolteremo nella Santa Messa in diretta su Rai 1 a minuti. L’importanza di cogliere che non serve “affannarsi” per fare “le cose” quando è invece Dio a compiere il destino e lo svolgersi della vita quotidiana: allora l’uomo è solo una pedina? Tutt’altro, come ribadisce ancora il Papa nell’altra Santa Messa in video streaming della giornata: «pregare è lottare: lottare con Dio. E poi, Mosè: le due volte che il Signore avrebbe voluto distruggere il popolo (cfr Es 32,1-35 e cfr Nm 11,1-3) e fare lui capo di un altro popolo, Mosè ha detto “No!”. E ha detto “no” al Padre! Con coraggio!».
Serve coraggio e franchezza, non si può avere “timidezza” nel chiedere a Gesù perché proprio quello che serve per la fede è la fiducia nell’azione di Cristo e la sequela costante: «il vescovo è il primo che va dal Padre, con la fiducia che ha dato Gesù, con il coraggio, con la parresìa, a lottare per il suo popolo. Il primo compito di un vescovo è pregare. Lo disse Pietro: “E a noi, la preghiera e l’annuncio della Parola”». (agg. di Niccolò Magnani)
LO SPECIALE SULLA MADONNA DI FATIMA
In attesa della celebrazione in diretta video dalle ore 11, la Santa Messa di oggi viene preceduta su Rai 1 dallo speciale “A Sua Immagine” condotto da Loredana Bianchetti e dedicato oggi alla Madonna di Fatima: a parlarne prima della Messa dalla Basilica di Santa Maria in Montesanto il card. Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, che nel 2000 accompagnò Papa Giovanni Paolo II a Fatima per la beatificazione dei due pastorelli. All’interno della stessa puntata (in onda dalle 10.30 fino alle 11) anche la presenza di padre Luciano Lotti che ricorderà invece il rapporto molto particolare tra Padre Pio e la Madonna di Fatima.
Nella Santa Messa di questa mattina a Casa Santa Marta, il Papa ha invece evidenziato un passaggio importante delle letture di oggi, legate alla fiducia nel Padre: «Il Padre sempre è stato presente nella vita di Gesù, e Gesù diceva che il Padre ha cura di noi e delle sue creature. E quando i discepoli gli chiesero di imparare a pregare, Gesù ha insegnato il “Padre nostro”. Gesù va sempre al Padre e in questo passo è molto forte perché è come se aprisse le porte della onnipotenza della preghiera». (agg. di Niccolò Magnani)
SANTA MESSA IN DIRETTA SU RAI 1
Come ogni domenica, anche oggi 10 maggio 2020 l’appuntamento alle ore 11.00 sarà con la Santa Messa del giorno trasmessa per i fedeli in diretta tv su Rai 1 e di conseguenza anche in diretta streaming video tramite il sito oppure l’applicazione di Rai Play. Con la Santa Messa trasmessa in televisione ci sarà la possibilità di accostarsi almeno alla comunione spirituale, stante l’impossibilità di recarsi in chiesa durante la quarantena per il Coronavirus in attesa di lunedì 18 maggio, data a partire dalla quale le celebrazioni con popolo saranno possibili in questa Fase 2.
L’appuntamento sarà oggi con la Santa Messa che sarà celebrata alle ore 11.00 presso la Basilica di Santa Maria in Montesanto a Roma, come di consueto preceduta dalla rubrica di informazione religiosa “A Sua immagine”, condotta da Lorena Bianchetti, mentre a mezzogiorno ci sarà la recita della preghiera del Regina Coeli. La Basilica di Santa Maria in Montesanto sorge nel centro di Roma ed è una delle due chiese “gemelle” che si affacciano su Piazza del Popolo insieme alla vicinissima chiesa di Santa Maria dei Miracoli, con cui fa “coppia” da secoli nell’attenzione dei fedeli ma anche dei turisti che giungono a Roma da tutto il mondo. Santa Maria in Montesanto è dunque situata nel rione Campo Marzio, in piazza del Popolo, tra via del Corso e via del Babuino, ed è nota anche come Chiesa degli artisti.
Il nome di Santa Maria in Montesanto deriva dal fatto che essa sostituì una piccola chiesa che apparteneva ai frati Carmelitani della provincia di Monte Santo in Sicilia. L’edificazione ebbe inizio nel 1662 per iniziativa di papa Alessandro VII. A seguito della morte del papa nel 1667 i lavori di costruzione vennero interrotti per poi riprendere, finanziati dal cardinal Girolamo Gastaldi, nel 1673 sotto la direzione di Carlo Fontana e la supervisione di Gian Lorenzo Bernini, fino al completamento di tutta la decorazione interna nel 1679. Dal 1953 la chiesa è diventata sede della “Messa degli artisti“, iniziativa ideata nel 1941 da Ennio Francia; tutte le domeniche, da oltre sessant’anni, viene celebrata questa Santa Messa cui prendono parte rappresentanti del mondo della cultura e dell’arte; è in questa chiesa inoltre che vengono spesso celebrate le esequie di persone legate al mondo della cultura e della televisione. Per queste ragioni è anche conosciuta come “Chiesa degli artisti”.
DIRETTA SANTA MESSA: LE LETTURE DI OGGI, 10 MAGGIO 2020
Al centro della liturgia nella Messa di oggi, domenica 10 maggio 2020, quinta del Tempo di Pasqua, c’è per il rito romano il brano dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14, 1-12), che fa parte del lungo discorso rivolto dal Signore Gesù ai suoi Apostoli subito prima della Passione. Il Maestro li invita ad avere fede in Dio e in Lui, rassicurandoli sul fatto che avrebbe preparato un posto per loro “nella casa del Padre mio”. La promessa è la felicità eterna: “Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via”. Alla domanda di Tommaso (“Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?”), Gesù risponde: “Io sono la via, la verità e la vita“.
“Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Filippo gli chiede dunque di mostrare loro il Padre e Gesù deve dunque spiegare ancora: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: ‘Mostraci il Padre’? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere“. L’invito è rivolto ai fedeli di ogni epoca, anche a noi: “Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre”.
Nella Prima Lettura abbiamo invece il brano degli Atti degli Apostoli che descrive l’istituzione del Diaconato, cioè l’incarico dato dagli Apostoli a sette persone fidate (fra i quali anche Stefano, futuro primo martire) di occuparsi del servizio delle mense e dell’assistenza ai più bisognosi tra i fedeli, in particolare le vedove, mentre i Dodici si riservano l’esercizio della preghiera e del servizio della Parola. La seconda lettura, tratta dalla Prima Lettera di San Pietro, ricorda infine ai cristiani che sono “stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato” avendoli chiamati “dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” in quanto hanno creduto al Signore “pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio”.