Il 27 agosto la Chiesa romana celebra Santa Monica vedova, madre di Sant’Agostino d’Ippona, fondamentale durante il processo di conversione del figlio verso il cristianesimo. Monica rappresenta l’amore materno, la Fede intesa come atto d’amore e pazienza della madre che guida con dolcezza il proprio figlio verso la Parola di Dio, senza imposizioni, parlando d’amore con amore.
Per questo motivo Santa Monica è voluta come Patrona di madri e vedove perché in lei la Chiesa rivede quell’amore assoluto, puro, devoto della Vergine Maria nei confronti di Gesù. Le sue spoglie rimasero nella chiesa di Sant’Aurea di Ostia sino al 9 aprile 1430. In seguito le reliquie furono traslate in quella che oggi è la chiesa di Sant’Agostino. É patrona soprattutto di Ostia dove ogni anno si celebra una Messa Solenne in suo onore e la cittadinanza festeggia con momenti di festa civile e religiosa il ricordo della santa.
Santa Monica vedova, la vita della Beata
Santa Monica vedova è nata nel 331 in Numidia a Tagaste, area settentrionale dell’attuale Africa magrebina, Monica fu uno dei primi esempi della storia religiosa che conferma quanto sia importante dietro ad un grande uomo (nel nostro caso Agostino d’Ippona), avere una grande donna, così fu la madre del Santo. Si narra che in gioventù Monica era una ragazza piena d’energia ed esuberante, ma la Fede, il suo cammino, la portò verso una calma riflessiva che la ripagò con una grande saggezza e la capacità di interpretare al meglio i testi sacri sui quali amava riflettere durante gli studi. Nobile di famiglia, sposata con patrizio, funzionario imperiale, si dice che il marito era di indole nervosa e irascibile ma la moglie, nel tempo, riuscì a portare il carattere dell’uomo verso una pacifica visione anche della politica, sino alla richiesta di Battesimo e conversione in punto di morte. Monica soffrì molto la scelta del figlio di seguire la filosofia manichea, un dolore che portò in sé con grande dignità, senza mai però perdere le speranze nei confronti di quel figlio così istruito che la ripagò nel momento nel quale, giungendo a Milano avendo accettato la cattedra di retorica, iniziò la sua conversione e comprensione delle Sacre Scritture assieme al Vescovo Ambrogio.
Quel momento per Monica fu importante e la riempì di gioia, sopratutto quando, durante la veglia pasquale del 387, Agostino ricevette direttamente dal Vescovo il battesimo, l’inizio di un felice percorso all’interno delle Scritture cristiane. Monica non seguì subito in Italia il figlio, rimanendo a Cartagine su volontà dello stesso Agostino il quale, dopo la conversione, volle ad Ostia la madre al proprio fianco per approfondire assieme tematiche e riflessioni teologiche. La loro ‘estasi platonica’ così viene definito il periodo di Ostia, approfondì attraverso lunghe riflessioni congiunte il mistero dei Santi e Beati, la vita eterna, il percorso dell’anima. Nove giorni dopo Monica spirò e Agostino accettò di tornare in Africa dove vestì gli abiti sacerdotali, divenne Vescovo d’Ippona, contrastò energicamente le eresie dell’epoca come Pelagianesimo, Donatismo, Manicheismo. Il ricordo della madre fu non solo il dolce pensiero di un figlio ma la presa di coscienza che la mansuetudine di Monica, il suo modo gentile e mai imposto di illuminare il sentiero mistico del figlio, la conversione stessa, furono momenti fondamentali nell’esistenza di questo Santo.
Tutti gli altri Santi di oggi
Nello stesso giorno, tra i tanti ricordiamo: Beato Domenico della Madre di Dio Barberi, Sacerdote passionista; Beata Maria Pilar Izquierdo Albero; Santi Marcellino, Mannea e compagni, Sposi e martiri; Beati Francesco di S. Maria e compagni, Martiri.