La Chiesa Cristiana festeggia Santa Paola Elisabetta Cerioli il giorno 24 dicembre. Costanza, nel 1857 e dopo aver fondato le Suore della Sacra Famiglia di Bergamo, prese i voti, assumendo come nuovo nome Paola Elisabetta: circa cinque anni dopo affidò all’ufficiale ospedaliero di Leffe, Giovanni Capponi, il ramo maschile della sua stessa Congregazione. Fu Giovanni Paolo II a santificarla, anche in base alla miracolosa guarigione di Suor Michelina Rota. Ogni anno, il 24 dicembre, a Comano Seriate si svolge una processione e una celebrazione eucaristica in onore della santa, all’interno della Chiesa della Visitazione.
Il borgo sorge su una collina e ha origini romane, anche se in epoca medioevale raggiunge l’apice grazie al vicino Ducato di Milano. Da vedere è la Torre in Via Cerioli eretta tra il XIII e il XIV secolo e il Castello di Rivoia di cui resta una possente torretta rettangolare. Il 24 dicembre si celebrano anche San Zoilo, San Iesse, San Giacobbe, San Delfino di Bordeaux, San Bonifacio, Sant’Annone di Worms, il beato Andrea di Borgogna e il beato Pietro de Solanes.
Santa Paola Elisabetta Cerioli, la vita della Beata
Santa Paola Elisabetta Cerioli nacque a Soncino (piccolo borgo in provincia di Cremona, non molto lontano da Bergamo) il 28 gennaio del 1816: i suoi genitori erano la contessa Francesca Corniani e don Francesco Cerioli. Era una bimba gracile e dalla salute cagionevole e sin da subito si dimostrò di animo gentile e buono. I suoi genitori fecero istruire Costanza dalle suore della Visitazione ad Alzano Maggiore (oggi noto come Alzano Lombardo) fino a quando, all’età di 19 anni, fu per lei combinato un matrimonio con l’anziano Gaetano Buzzecchi: era sulla soglia dei 60 anni, vedovo, benestante, amante della buona musica e piuttosto malaticcio. Nonostante Costanza non mostrò entusiasmo per questo matrimonio combinato, accettò di buon grado, vedendo questa unione come un tassello del progetto che Dio aveva in serbo per lei. Tutte le fanciulle subivano questo destino all’epoca, ottemperando a quella che era una consuetudine ben consolidata. Il matrimonio di Costanza e Gaetano durò ben 19 anni: non si può dire che fosse felice, ma la donna mostrò sempre premura, dolcezza e gentilezza nei confronti dell’uomo, il quale, a suo modo, ricambiava. Dal matrimonio nacquero quattro figli: uno nacque morto, altri due morirono quando erano neonati e un terzo, Carlo, morì a 16 anni di tubercolosi, lasciando Costanza nella disperazione. Le ultime parole del giovane furono però un presagio per la madre, anticipandole che Dio gli avrebbe dato molti altri figli a cui badare in futuro.
Quando Gaetano morì, Costanza si ritrovò sola e molto ricca: il monsignore Alessandro Valsecchi le suggerì di dedicare le sue enormi ricchezze e la sua stessa vita ai bisognosi e ai poveri. Nonostante in molti fecero di tutto per farla desistere, Costanza cominciò intensi esercizi spirituali, visitando nel frattempo i luoghi più poveri, scoprendo la sofferenza di orfanelli e bambini. La pia donna arrivò anche a ospitare nella sua casa due orfanelle, a cui ne seguirono molte altre, fino a quando decise di aprire una vera e propria scuola rurale dedicata alle ragazze di Comonte e dintorni. Dopo aver inaugurato il Convento di Villa Campagna, la salute cagionevole di Suor Paola Elisabetta bussò ancora una volta alla sua porta: la notte della vigilia di Natale, a 49 anni, la Santa donna muore. Dopo un breve periodo a Seriate, le sue spoglie furono trasferite presso la Casa Madre delle Suore della Sacra Famiglia a Comonte, nella stessa stanza in cui spirò.