Santa Rosa da Lima si celebra il 23 agosto. La Beata era dedita alla penitenza e alla preghiera e ardente di zelo per la salvezza dei peccatori e delle popolazioni indigene, aspirava a donare la vita per loro, giungendo a imporsi grandi sacrifici, pur di ottenere loro la salvezza della fede in Cristo. La sua morte avvenne il giorno seguente a questo. Nel 1668 grazia a Papa Clemente IX fu beatificata e dopo due anni fu nominata patrona principale delle Americhe, del Nuovo Mondo ma anche delle Filippine e delle Indie Occidentali.



Questo fece scalpore in quanto fino a quel momento nessuna figura veniva dichiarata patrona se non fosse passata prima per l’iter della canonizzazione, che in realtà avvenne il 12 aprile del 1671 per opera di papa Clemente X e diventando la prima santa americana della storia. La sua invocazione è nota in caso di ferite, ma anche per placare le attività vulcanologiche come anche per sedare i litigi familiari. La sua commemorazione ricorre il 23 agosto. In Italia sono famose le quattro parrocchie a lei dedicate, a Palermo, a Lecce, a Torino e infine ad Alano di Castellabate nel salernitano famoso, quest’ultima, per la conservazione di alcune reliquie in un’urna che raffigura la Santa durante il soave momento della sua dipartita. Alla Santa peruviana fu dedicato un dolce, la sfogliatella Santarosa che a quanto sembra fu inventato dalle monache domenicane del Conservatorio di Santa Rosa da Lima di Conca dei Marini sita sulla costa amalfitana.



Santa Rosa da Lima, la vita della Beata

Andiamo a raccontare ora la storia della vita di Santa Rosa da Lima. Nel lontano 20 aprile 1586 nella città di Lima, l’attuale capitale del Perù nasce Isabella, decima di tredici figli di una famiglia al quanto nobile dalle origini spagnole. A seguito di una tremenda crisi finanziaria la giovane si diede da fare per aiutare, per quanto possibile l’intera famiglia anche con lavori materialmente pesanti. Il desiderio di consacrarsi a Dio hanno avuto origine sin dalla sua giovinezza e la sua più grande aspirazione era quella di una vita claustrale. Il suo modello di vita e il suo più grande esempio fu santa Caterina da Siena, infatti anche lei si vesti con l’abito del terzo ordine domenicano all’età di vent’anni. Riuscì a organizzare nella casa della propria madre una specie di rifugio per i bisognosi. In quel caso cure e assistenza sia a bambini abbandonati sia agli anziani che non avevano l’appoggio familiare.



Nel 1609 ha inizio la sua vita da clausura, infatti si rinchiuda in una piccolissima cella costruita proprio nel giardino della casa materna, da li usciva esclusivamente le funzioni religiose, mentre la giornata la passava in preghiera alla ricerca del Signore e qui iniziò ad avere visioni mistiche. Per via di tutte le privazioni che hanno caratterizzato la sua vita cominciò ad ammalarsi e nel 1614 fu costretta a trasferirsi nell’abitazione della nobile Maria de Ezategui, e tre anni dopo quivi morì, esattamente il 24 agosto 1617 durante la festa di San Bartolomeo. Santa Rosa da Lima è la patrona di tutti i fioristi. Nel Martirologio Romano viene detto sulla santa peruviana: Santa Rosa, vergine, che, insigne fin da fanciulla per la sua austera sobrietà di vita, vestì a Lima in Perù l’abito delle Suore del Terzo Ordine regolare dei Predicatori.