Tragedia avvenuta nella giornata di ieri in quel di Santa Severa, in provincia di Roma, dove un bimbo di due anni è morto dopo essere annegato nel mare. Secondo quanto riferito dall’edizione online del quotidiano Il Messaggero, la baby sitter che era con lui sarebbe finita sotto indagine per abbandono di minore. Il piccolo Francesco, così si chiamava la vittima, ha forse approfittato di un momento di distrazione della sua tata, una donna italiana di cinquant’anni, subito dopo il pranzo, per poi avvicinarsi al mare ed entrare in acqua. Peccato che lo stesso non sapesse giustamente nuotare, trovando quindi la morte per annegamento.



“Oggi (ieri, ndr) il mare era torbido per la corrente, non si vedeva in profondità, a un certo punto ho visto come brillare qualcosa ed era il sederino di quel bambino che affiorava”, ha raccontato disperato Andrea, il gestore e assistente di salvataggio del bagno dove è avvenuta la tragedia, «Questo è il giorno più brutto della mia vita», ha aggiunto. Sulla vicenda, come detto sopra, è stata aperta una indagine e la baby sitter è stata scritta sul registro con le accuse di abbandono di minore e morte in conseguenza di altro reato, mentre è al vaglio la posizione dei due bagnini dello stabilimento Nuova Oasi di Santa Severa.



SANTA SEVERA, BIMBO DI DUE ANNI ANNEGATO: IL RACCONTO DI UNA TESTIMONE

Su Facebook è emerso anche la testimonianza di una donna di nome Laura, che nel primo pomeriggio di ieri ha appunto assistito alla tragedia, o meglio, agli inutili tentativi di salvare la vita al piccolo: «Ore 14 vediamo un bagnino che corre dentro l’acqua e tira su un bambino che non dà segni di vita! Tra le urla della zia (la baby sitter veniva chiamata zia per una parentela lontana ndr) e il via vai di gente che cerca di aiutarlo, dopo 14 minuti arriva l’ambulanza. Lo stabilimento è privo di defibrillatore! (la presenza di un defibrillatore non è obbligatoria ndr) – aggiunge – dopo circa mezz’ora arriva l’eliambulanza che tra l’altro non ha spazio per atterrare e quindi si avvicina all’acqua calando i soccorritori». Ci si domanda come un bimbo di due anni e mezzo sia riuscito ad entrare in acqua nell’indifferenza generale.

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