Santa Sofia diventa marca da tè per iniziativa statale, si riaccende il dibattito in Turchia. Tornata moschea nonostante l’appello dell’Unesco, adesso è stata declassata a prodotto commerciale, come fa sapere ll Giornale. Nel corso delle scorse settimane infatti è stato messo in vendita il tè “Hagia Sophia” per iniziativa della società Caykur, azienda di proprietà statale.



L’iniziativa ha acceso il dibattito sul web, considerando che in Turchia – un po’ come in Cina – nulla si muove senza il benestare di  Erdogan. Un altro gesto particolarmente divisivo dopo quanto accaduto lo scorso luglio, quando lo stesso presidente turco prese parte al primo rito musulmano nella chiesa di Santa Sofia.



SANTA SOFIA DIVENTA MARCA DI UN TÉ

Il nuovo caso legato a Santa Sofia è solo l’ultimo di una serie di episodi registrati in Turchia che hanno fatto storcere il naso alla comunità internazionale. I colleghi de Il Giornale ricordano la vicenda dell’università Bogazici, da due mesi in grande fermento: studenti e professori sono sul piede di guerra per la nomina del nuovo rettore, figura vicino ad Erdogan, avvenuta senza passare da elezioni e consiglio universitario. Una vicenda che ha mandato su tutte le furie il mondo universitario, come testimoniato dalle vibranti proteste di piazza. Per tutta risposta, le autorità hanno usato il pugno duro: decine e decine gli arresti tra i manifestanti.

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