E’ ancora da stabilire il destino della cattedrale di Santa Sofia, uno degli edifici più belli al mondo di stanza in quel di Istanbul, da anni “conteso” fra il mondo cristiano e quello musulmano. Nella giornata di giovedì scorso, 2 luglio, i membri del Consiglio di Stato della Turchia, il più alto tribunale amministrativo della repubblica, avrebbero dovuto discutere e decidere se far tornare Santa Sofia una moschea, così come avvenuto fino al 1935, quando poi la stessa cattedrale divenne un museo dopo la sconsacrazione. A sottoporre il problema a inizio giugno è stato il Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP), che ha chiesto al tribunale di cui sopra di riesaminare la validità del decreto del 1934, che ha permesso appunto la conversione da moschea a museo di Santa Sofia. In prima linea affinchè si torni alle origini, il presidente Erdogan, che spera appunto che il Consiglio di Stato dichiari nullo il decreto, ma come sottolineato da insideover.com, vi sarebbe in atto uno scontro diplomatico fra Washington e Ankara, tutt’altro che da sottovalutare.



SANTA SOFIA DI NUOVO MOSCHEA? SCONTRO FRA USA E TURCHIA

Il tribunale si è riunito il 2 luglio ma ha preferito rinviare il verdetto di altre due settimane, dopo che, nei giorni precedenti, erano aumentate in maniera esponenziale le pressioni su Ankara. A riguardo erano intervenuti il patriarca ecumenico di Costantinopoli, quello del patriarcato di Mosca, dei governi russo e greco, l’ambasciatore degli Stati Uniti per la libertà religiosa del mondo e dell’Unesco, e infine, l’uno luglio, era intervenuto anche Mike Pompeo, segretario di stato americano: “Secondo gli Stati Uniti – aveva detto – cambiare lo status di Santa Sofia sminuirebbe il lascito di questo notevole complesso e la sua insuperabile abilità, così rara nel mondo moderno, di servire l’umanità in qualità di ponte, estremamente necessario, fra le differenti fedi, tradizioni e culture”. Sulla vicenda si era espresso anche Mohammad Azmi Abdul Hamid, direttore del Consiglio per le Organizzazioni Islamiche della Malesia: “Santa Sofia è una moschea e dovrebbe essere rispettata in quanto tale. L’Unione Europea, l’Italia e gli Stati Uniti dovrebbero restare fuori dal dibattito, perché i musulmani della Turchia hanno il diritto di reclamare il suo ritorno a casa di Allah”. La sensazione è che comunque finirà, sarà una mezza “sconfitta”: se Santa Sofia resterà museo, il popolo turco se la prenderà con Erdogan, in caso di esito opposto, la Turchia avrà contro mezzo mondo.

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