In una Udienza Generale completamente dedicata alla catechesi sul pensiero di Santa Teresa d’Avila, nel lontano 2011 Papa Benedetto XVI rifletteva sull’insegnamento teologico e magistrale che il Dottore della Chiesa meno “accademico” della storia cattolica ha da insegnare ancora oggi pur dopo oltre 500 anni dalla sua nascita. «Non è facile riassumere in poche parole la profonda e articolata spiritualità teresiana. Vorrei menzionare alcuni punti essenziali. In primo luogo – sottolineava Papa Ratzinger – Santa Teresa propone le virtù evangeliche come base di tutta la vita cristiana e umana: in particolare, il distacco dai beni o povertà evangelica, e questo concerne tutti noi; l’amore gli uni per gli altri come elemento essenziale della vita comunitaria e sociale; l’umiltà come amore alla verità; la determinazione come frutto dell’audacia cristiana; la speranza teologale, che descrive come sete di acqua viva. Senza dimenticare le virtù umane: af­fabilità, veracità, modestia, cortesia, allegria, cultura». Bellissima poi la definizione che Ratzinger rintraccia, nella storia di fede della grande santa mistica spagnola in merito, alla sua incredibile forza di preghiera: «pregare significa frequentare con amicizia, poiché frequentiamo a tu per tu Colui che sappiamo che ci ama». Quello che però sottolinea Benedetto XVI, in conclusione, «Più che una pedagogia della preghiera, quella di Teresa è una vera “mistagogia“: al lettore delle sue opere insegna a pregare pregando ella stessa con lui; frequentemente, infatti, interrompe il racconto o l’esposizione per prorompere in una preghiera». (agg. di Niccolò Magnani)



Papa Francesco “la santa maestra di preghiera”

Nel 2015 per i festeggiamenti dei 500 anni dalla nascita di Santa Teresa d’Avila Papa Francesco scrisse una lunga lettera indirizzata al preposito generale dei Carmelitani Scalzi in cui delineava una ritratto approfondito della grande mistica spagnola e Dottore della Chiesa: «Care consorelle, non perdete tempo a trattare con Dio interessi di poca importanza mentre il mondo è in fiamme», è una delle frasi di Santa Teresa riportate da Papa Bergoglio per sottolineare la grande testimonianza di fede della mistica spagnola durante il caos della riforma luterana che colpì al cuore la Chiesa di allora. «Santa Teresa d’Avila non fu una spettatrice della realtà circostante ma una comunicative instancabile del Vangelo», nonostante la salute malferma, fu una «maestra di preghiera per tutte. Quella di Teresa – scriveva ancora Francesco – non è stata una preghiera riservata unicamente ad uno spazio o ad un momento della giornata; sorgeva spontanea nelle occasioni più diverse». (agg. di Niccolò Magnani)



Chi è Santa Teresa d’Avila

Santa Teresa d’Avila

è stata una mistica spagnola, riformatrice dell’Ordine dei Carmelitani è associata spesso Juan de la Cruz, con cui ha fondato i Carmelitani scalzi. Chiamata anche Santa Teresa di Gesù è nata il 28 marzo 1515 in Avila, nella Castiglia, ed è morta il 4 ottobre 1582 a Alba de Tormes, Salamanca. Viene venerata dalla chiesa cattolica, dalla chiesa luterana e dalla comunione anglicana. Il 24 aprile 1614 è stata beatificata da papa Paolo V, e papa Gregorio XV l’ha canonizzata il 12 marzo 1622. Il più grande santuario a lei dedicato si trova a Alba de Tormes, il Convento dell’Annunciazione. La sua festa cade il 15 ottobre. Viene raffigurata con un libro ed una penna o con il cuore trafitto da una freccia. È protettrice degli ammalati, degli orfani, degli scrittori e degli ordini religiosi. Paolo VI la dichiarò Dottore della Chiesa il 27 settembre 1970.



La santa Dottore della Chiesa

Monaca del Carmelo dell’Incarnazione, mistica nella fede e Dottore della Chiesa: Santa Teresa d’Avila era però molto di più di questi assunti che la Chiesa Cattolica ha giustamente riconosciuto per la grande santa spagnola. Nelle due settimane molto intense per l’onomastico di questo splendido nome (il 1 ottobre era Santa Teresa del Bambin Gesù, domenica scorsa è stata fatta santa a Roma Maria Teresa Chiramel Mankidyan, mistica indiana con le stimmate dell’Ottocento), Teresa d’Avila riporta alla luce la testimonianza incredibile di chi con la sola forza della fede ha saputo cambiare e molto l’epoca in cui ha vissuto. Santa Teresa d’Avila seppe vivere una vita di continua contemplazione, sacrificio di sé e offerta del suo aiuto al prossimo anche in mezzo alle assillanti occupazioni e alle persecuzioni che incontrò; lasciò all’intera storia della Chiesa un nucleo fondante del suo pensiero mistico suddiviso in 4 stadi tutt’oggi studiati e osservati come analisi peculiare dell’animo umano. Devozione del cuore, devozione della pace, devozione dell’unione e devozione dell’estasi: 4 stadi che racchiudono l’animo umano nella sua “piccolezza” di fronte ad un Infinito che lo genera costantemente e, ultimamente, lo salva. (a cura di Niccolò Magnani)

Santa Teresa d’Avila, la vita della Beata

Santa Teresa d’Avila

era figlia di un commerciante di Toledo e della sua seconda moglie, alla morte della madre, quando Teresa aveva 15 anni, venne affidata alle cure delle suore agostiniane. Dopo aver letto le lettere di San Girolamo, Teresa decise di abbracciare la vita religiosa e a 18 anni entra nel Carmelo. Trascorse molti anni nel convento, colpita da una grave malattia, restò con le gambe paralizzate per tre anni, quindi sperimentò una visione della “ferita di Cristo”, che cambiò la sua vita per sempre. Determinata ad avanzare lungo la via della perfezione, Teresa decide che la vita della clausura le era insufficiente. Secondo l’usanza dei conventi spagnoli dell’epoca, le suore potevano ricevere tutti i visitatori e doni che desideravano e Teresa trascorreva gran parte del suo tempo a chiacchierare nella sala del convento. Questo la portava a trascurare la preghiera e la lettura e un po’ alla volta s’instillò in lei la convinzione di dissipare la sua vita e di essere indegna di conversare con Dio in modo familiare. Decise dopo un periodo molto tormentato, di riformare la congregazione per tornare all’austerità e al più autentico spirito dei carmelitani. Spinta dal motto “O soffrire, o morire” fonda il convento di San José di Avila, il primo dei 15 carmeli che seguiranno. La sua opera riformatrice trovò diverse posizioni ostili, che le portarono finanche accuse di “possessione diabolica”, ma un grande mistico come San Giovanni della Croce, appartenente all’ordine maschile dei carmelitani, le fu a fianco e sostenne la sua missione fino ad inaugurare, nel 1562, una regola molto vicina alle intenzioni di Teresa nel convento di San José. Il nuovo ordine si sarebbe chiamato “Carmelitani scalzi di San Giuseppe” e gli appartenenti avrebbero abbandonato le calzature. La nuova comunità non sarebbe stata ufficializzata fino al 1567, ma in breve tempo riuscì a raccogliere l’ammirazione di una moltitudine di persone, impressionate dal modo di vivere delle giovani suore che portarono la nuova regola monastica a Medina del Campo, Malaga, Toledo, Salamanca, Alba de Tormes, Segovia, Siviglia, Granada, Valencia e molte altre sedi della comunità carmelitana. Alla sua morte, Santa Teresa fu sepolta nella Chiesa dell’Annunciazione del convento dei Carmelitani scalzi di Alba de Tormes il 15 ottobre. La sua prudenza, gentilezza e il grande fascino personale, le hanno fatto guadagnare la stima di tutti quelli che la circondavano. Le sue poesie, le meditazioni, i suoi epistolari e i suoi scritti sull’ascesa dell’anima umana sono la testimonianza del pensiero mistico di Santa Teresa, per massima parte ispirati dagli stati di estasi della Santa e dal suo travagliato percorso spirituale. Le sue reliquie si trovano in tutto il mondo per essere venerate, a Roma, nella chiesa di Santa Maria della Scala e conservato il piede destro.

Una messa solenne in cattedrale

Avila festeggia Santa Teresa d’Avila il 15 ottobre con una messa solenne in cattedrale. Per tutta la settimana le celebrazioni proseguono con offerte floreali concerti e fuochi d’artificio. Avila, menzionata come Abula, è una delle prime città ispaniche ad essere stata cristianizzata, in particolare da San Secondo. Durante la sua storia la città ha attraversato diverse vicissitudini, una fase di dominazione musulmana, durante la quale divenne un centro strategico, e lunghe fasi di contesa con i cristiani. Nel tardo medioevo Avila de Los Caballeros rinasce come una prospera cittadina medievale, di cui ancora oggi si possono ammirare le mura e lo splendore architettonico, e diviene culla di numerose figure religiose e consiglieri spirituali. Il 15 ottobre il calendario celebra anche Santa Sofia, Sant’Aurelia di Strasburgo e Santa Fortunata.