Nella giornata del 15 ottobre si celebra, tra i Santi del giorno, Santa Teresa d’Avila, una ragazza nata nel Comune iberico di Avila, sin da giovanissima età tormentata nello Spirito e desiderosa di vivere una Comunione altissima con il Signore, quindi monaca sin dall’età dell’adolescenza. A lei si concede il grande merito della riforma dell’ordine del Carmelo, canonizzata nel 1622, Santa Teresa d’Avila è la fondatrice dell’ordine delle Carmelitane Scalze. Nella Sardegna meridionale, nel villaggio di Gesturi, il 15 ottobre si celebra una sagra paesana che dedica la sua componente spirituale a Santa Teresa d’Avila, patrona, il processo fu naturale, di Avila, luogo prediletto nel pellegrinaggio nei confronti della Santa celebrata in tante diocesi italiane dove non è patrona ma il 15 ottobre riceve attenzioni e celebrazioni di pari importanza rispetto al patrono locale. Il 15 ottobre si celebrano anche: Beato Gonsalvo da Lagos e San Severo di Treviri Vescovo
Santa Teresa d’Avila, la vita della Beata
Santa Teresa d’Avila de Ahumada nasce in una famiglia benestante il cui padre era di stirpe ebraica, la madre una nobildonna spagnola, famiglia di commercianti di tessuti (per certi aspetti S. Teresa d’Avila ha un percorso spirituale molto affine al nostro S. Francesco d’Assisi), famiglia convertita dall’ebraismo al cattolicesimo e formata culturalmente nella Regione di Castiglie e Leon dove la sinergia tra credi, la solidarietà e la pacifica convivenza tra cattolici e musulmani, consentivano di camminare nella Fede con sicurezza e serenità. Nonostante gli agi sociali, Teresa viveva un grande tormento interiore che avrebbe avuto il suo naturale epilogo nell’entrata in convento della ragazza.
E’ curioso un aneddoto del periodo in cui Teresa era bambina: assieme al fratello scappò in una località non lontana dalla sua città, località rinomata per le leggende che riguardavano il sangue versato da martiri spagnoli e lo scopo della loro fuga era quella, a loro volta, di versare sangue nel nome dei martiri, cosa che non avvenne ma è chiaro segnale di quanto fosse forte la chiamata di Dio nella famiglia Auhmada.
La famiglia inviò, per concedere a Teresa studi all’altezza del blasone sociale, la futura Santa presso il monastero delle suore agostiniane di Nostra Signora delle Grazie ad Avila, luogo di preghiera e di studio nel quale Teresa, sotto la guida di Maria Briceno, insegnante delle educande, mostrò i suoi primi veri tormenti esistenziali.
La sua interiorità era divisa tra l’accettazione di una vita civile, con un matrimonio che avrebbe sancito il legame tra la sua famiglia ed altri casati nobili, o il ritiro monastico, seguendo quella voce che da sempre la turbava, quella che lei definì la voce del Signore che la chiamava alla clausura. A ventuno anni la cerimonia di iniziazione al noviziato e da quel giorno la fede di Teresa divenne quel travaglio interiore così forte che nemmeno una sorta di ‘morte’ della ragazza sconfisse la potenza della sua Fede.
Teresa soffriva di dolori lancinanti al costato, lei li descriveva come fitte al cuore di un’acutezza insopportabile, sino al giorno in cui le consorelle la trovarono morta, le scavarono addirittura un sepolcro e iniziarono le esequie ma Teresa si svegliò e da quel giorno non soffrì più di quei dolori, non ebbe più nessuna crisi e ne attribuì il miracolo a San Giuseppe mente i medici la dichiaravano esempio di morte apparente di matrice isterica, pur non essendo del tutto convinti della loro diagnosi. Per diversi anni Teresa non poté, per curarsi definitivamente dalla sua inspiegabile malattia, dedicarsi alla preghiera sino al giorno in cui, con le forze completamente recuperate, iniziò quello che la monaca definì ‘la mia seconda conversione’, da quel momento Teresa si dedicherà solamente alla preghiera e all’ascolto della voce di Dio.