Santa Veronica Giuliani, che viene venerata il 9 luglio, rappresenta una figura del tutto particolare nel panorama dei Santi e Beati che Dio ha voluto a sé. Nota come la ‘sposa di Cristo’, fu canonizzata nel 1839 da papa Gregorio XVI, dopo che Pio VI aveva avviato la causa di beatificazione (terminata nel 1804 a seguito dell’analisi dei suoi miracolosi scritti) ed è festeggiata il 9 luglio, giorno della sua morte (ma i francescani la festeggiano il 10 dello stesso mese). Dal 2017 è considerata ufficialmente la protettrice degli atleti di scherma. Santa Veronica Giuliani è venerata quale patrona del suo paese natale, Mercatello sul Metauro: e ivi, il 9 luglio di ogni anno viene celebrata una solenne messa nella chiesa matrice di San Francesco.
Dopo la messa segue la Processione, con la Santa portata nei luoghi più importanti della cittadina umbra. Infine la piazza principale di Mercadello, Piazza Garibaldi, si anima di gare di fioretto, letture del libro ‘Il Tesoro nascosto della Badessa’, spettacoli, filmati sulla vita di Orsola-Veronica e sagre dove si possono degustare tipiche salsicce di fegato e salamini alla cacciatora.
Santa Veronica Giuliani, la sua vita
Le parole che più possono descrivere l’esperienza terrena di Santa Veronica Giuliani, nata Orsola Giuliani a Mercatello sul Metauro (vicino a Urbino) nel 1660, sono certamente ‘Amore’, ‘Cuore di Gesù’ e ‘misticismo puro’: pochi esseri umani hanno vissuto infatti un’esistenza così piena di carisma, meraviglie e misticismo come la piccola Orsola, che fin dall’età di cinque mesi fu trovata a camminare per andare a venerare un quadro della SS. Trinità nella casa del padre Francesco e della mamma Benedetta Mancini. A sette mesi Orsola riprese un mercante disonesto invitandolo ad agire con giustizia dicendogli ‘Fate giustizia, che Dio vi vede’, verso i tre anni iniziò ad avere visioni di Gesù e Maria che le sorridevano, mentre la piccina chiedeva di ricevere l’Ostia consacrata. Nel 1667 Orsola prende il nome di Veronica ed entra, appena diciassettenne, nel Monastero delle Cappuccine di Città di Castello, a Perugia: da bambina, a soli sei anni, aveva ricevuto dalla madre una piaga del crocifisso come segno di devozione, abbracciando l’amore per il Sacro Cuore di Gesù. Tra le Cappuccine Veronica aiutò in tutti gli uffizi, fin dai più umili, cucinando, insegnando alle novizie, facendo l’infermiera e infine, ivi diventando badessa.
La sua vita fu piena di meraviglie senza fine, il suo direttore spirituale Monsignor Eustachi le ordinò di trascrivere in un diario gli eventi straordinari che le capitavano e tale opera, formata da 21mila pagine sgrammaticate ma scritte con puro impeto e furore mistico, fu pubblicata in dieci volumi a cavallo tra l’800 e il 900 (l’ultimo volume uscì nel 1928). La santa scelse di morire nel 1727, dopo 33 giorni di travagliata malattia, e nel suo cuore furono trovati tutti i segni che si ascrivono al culto del Sacro Cuore, comprese le trafitture da parte a parte.
La Santa subì anche un’indagine e un isolamento in vita, visto che la Chiesa dubitava delle sue stigmate: nel 1694, diventata maestra delle novizie, ricevette l’impressione delle spine sul capo. Il venerdì santo del 1697, dopo tre anni di digiuno a pane e acqua, le apparvero le stimmate e ebbe l’impressione di veder uscire da proprio cuore cinque raggi splendenti che divennero fiamme, con una lancia d’oro che le trafisse il cuore da parte a parte. Venne chiamata ‘la sposa del crocifisso’ per queste esperienze mistiche, ma il vescovo di Città di Castello fu istruito di fare indagini con la massima severità sui fenomeni che avvenivano a Suor Veronica. Furono chiamati medici che curarono le ferite a mani e piedi per sei mesi, bloccando gli arti con guanti e chiusure munite di sigilli, al fine di impedire qualsiasi intervento umano o autoprodotto: le ferite, invece di guarire, si ingrandirono sempre più, suscitando grande stupore. Veronica fu così rimossa dai suoi incarichi, isolata dalle altre suore e non ammessa al coro o alla messa, privandola della Comunione e chiudendola in una cella solitaria per cinquanta giorni. Queste prove non abbatterono la Santa, che invece sopportò di buon grado ogni umiliazione e prova del suo misticismo, dimostrando agli astanti l’inspiegabilità dei fenomeni soprannaturali che le avvenivano.
Tutti gli altri Beati
Il 9 luglio si festeggiano anche i Santi Martiri Cinesi (Agostino Zhao Rong e 119 compagni), i 32 Martiri di Orange, Santa Maria Adolfina, i Santi Gregorio Grassi, Francesco Fogolia e 24 compagni (vittime della Congiura dei Boxer in Cina), Santa Maria di San Giusto, Santa Maria di Santa Natalia e Santa Maria Ermellina di Gesù. Sono inoltre ricordati San Pietro Wang Erman, San Tommaso Shen Jlhe, le sante vergini e martiri Maria Chiara, Maria Amandina e Maria della Pace.