Santa Virginia Centurione Bracelli si celebra il 15 dicembre di ogni anno. Si tratta della patrona della città di Genova. Insieme alla Santa Patrona di Genova vengono ricordati il 15 dicembre anche Santa Cristina di Georgia, Santa Maria Crocifissa di Rosa ma anche Beato Carlo Steebe e San Valeriano di Avensano. Santa Virginia Centurione Bracelli nasce da una famiglia nobile e di alto ceto sociale. Suo padre Giorgio Centurione, fu doge della Repubblica di Genova tra il 1621 e il 1622. La madre invece fu Lelia Spinola. Sin da piccola ricevette un’educazione religiosa. E in maniera occasionale le fu insegnato il latino. In seguito alla prematura morte della madre il padre la promise in sposa a Gaspare Grimaldi Bracelli, unico erede di una prospera famiglia.



Nel 1606 dopo essersi ammalato di tubercolosi Gaspare Bracelli i medici lo convinsero a trasferirsi ad Alessandria dove avrebbe respirato un clima più salubre, appoggiandosi presso dei cugini. Virginia raggiunse il proprio coniuge nel 1607 dove lo vide morire all’età di 24 anni il 13 giugno 1607, rimanendo vedova a soli 20 anni e facendo voto di castità per tutto il resto della vita. Questo rovinò i piani del padre Giorgio che aveva intenzione di spingere la figlia ad un nuovo progetto di matrimonio per poi ricevere la carica di doge.



Santa Virginia Centurione Bracelli, le sue opere di bene

Santa Virginia Centurione Bracelli ebbe la forza di fondare scuole e collegi, ma anche aiutò con propri mezzi numerose famiglie bisognose permettendo ai figli di frequentare le istruzioni scolastiche. scuola. Durante la guerra franco-piemontese nel 1625 Virginia Bracelli continuò il suo devoto impegno caritativo organizzando assistenza spirituale e materiale per i profughi e per i prigionieri sorti in seguito al conflitto. Dopo la morte della suocera nell’agosto del 1625 Virginia iniziò una straordinaria attività di accoglienza e assistenza per bambine orfane e povere. Il 14 aprile 1631 fondò il Rifugio di Monte Calvario ma con l’insufficienza di spazio si dovette trasferire in una seconda dimora. Nell’arco di tre anni l’opera contava tre case e trecento ricoverate. Le spese aumentarono e per coprire le difficoltà economiche Virginia attinse alle sue personali proprietà per poi chiedere ai parenti più vicini un aiuto, tra i quali il fratello Francesco.



Negli ultimi anni di vita di Virginia ci furono dissidi con il fratello Francesco e il cognato, si susseguirono litigi e querele, che portarono via la gran parte del patrimonio dei generi. Nel 1647 ottenne la riconciliazione tra la Curia arcivescovile e il Governo della Repubblica, tra loro in lotta per pure questioni di prestigio. Nel 1649, dopo una grave malattia, chiese e ottenne che ai tre protettori se ne aggiungesse un quarto, il marchese Emanuele Brignole, in riferimento al quale le religiose furono poi chiamate “suore brignoline”. Morì nella casa di Carignano il 15 dicembre 1651, a 64 anni.