Il 5 febbraio è la giornata che la chiesa cattolica dedica a Sant’Agata. Una delle sue peculiarità è quella di essere venerata non solo dal cattolicesimo ma pure nella ortodossa e in quella anglicana. Vissuta nel III secolo dopo Cristo, è non solo santa ma anche vergine e martire ed è una delle sette che, insieme alla Vergine Maria, viene ricordata all’interno del canone della messa. È stata decisa la data del 5 febbraio poiché in questo giorno ricorre l’anniversario della sua morte. Sant’Agata è considerata la patrona di Catania, sua città natale nonché il luogo nel quale è morta. In città le è stata dedicata una bellissima cattedrale all’interno della quale ci sono anche alcune reliquie dedicata alla santa. Non si tratta, però, dell’unica città che ha scelto la sua figura come patrona ufficiale in quanto lo è anche di Gallipoli, di Malta e della Repubblica di San Marino.



Viene inoltre considerata la Santa protettrice dei vigili del fuoco, delle donne che soffrono di patologie al seno, delle balie e naturalmente delle nutrici. Il suo nome viene spesso invocato in caso di disastri provocati dal fuoco oppure a seguito di calamità naturali, in virtù del fatto che la giovane Agata è riuscita a superare indenne la prova dei carboni ardenti. Nell’iconografia classica, infine, la sua figura viene rappresentata con delle pinze in mano, insieme ad un piatto contenenti i due seni recisi, ma anche con un giglio che è da sempre simbolo di purezza e una torcia accesa.



Sant’Agata, la vita della Beata

Sant’Agata è una Beata antica, non si hanno notizie certe sulla sua infanzia. Anche la data di nascita non è certa e non si conosce il giorno preciso ma si presume che sia avvenuta fra il 229 e il 235 d.C., non si sa se a Palermo oppure in una piccola località che si chiama Galermo e che si trova alle porte di Catania. Di sicuro, però, si sa che la sua era una famiglia di nobili origini e ricca che, però, si era avvicinata alla fede cristiana ed era rimasta folgorata dalla parola di Dio. Per questo motivo, quando nel 250 (o forse nei primi mesi del 251 stando ad altre fonti) a Catania arriva Quinziano, il proconsole romano che ha l’incarico di far rispettare l’editto di Decio secondo il quale tutti i cristiani devono abiurare pubblicamente la propria fede, la famiglia di Agata decide di scappare e di nascondersi per evitare le tremende persecuzioni messe in atto dall’esercito romano. Si nascondono per qualche tempo a Guilla ma Quinziano, proprio perché si tratta di una famiglia in vista, dà loro la caccia e alla fine riesce a trovarli e a riportarli a Catania.



Agata è stata da poco consacrata su sua richiesta e grazie all’intercessione del vescovo della città e porta quindi il velo rosso tipico delle vergini consacrate. Quinziano la vede e se ne invaghisce, per cui le ordina di abiurare pubblicamente per entrare a far parte del suo gineceo. Quando la giovane rifiuta, viene affidata alle cure della cortigiana Afrodisia che ha il compito di corromperla. Ovviamente non riesce nel suo intento e riconsegna la giovane al proconsole che, a quel punto, non può fare altro che indire un processo ma la ragazza è abile anche nella retorica quindi riesce ad umiliarlo in tribunale e Quinziano per ripicca ordina che venga torturata. Le vengono prima slogati polsi e caviglie, poi le strappano le mammelle e infine le infliggono il castigo dei carboni ardenti ma Agata non cede e continua a professarsi cristiana. Nonostante, secondo la tradizione, San Pietro andasse di notte a curarle le ferite e a portarle conforto, Agata muore per le violenze alle quali è stata sottoposta il 5 febbraio del 251.

Tutti gli altri Beati di oggi

Nella stessa giornata del 5 febbraio, la Chiesa cattolica festeggia anche i martiri del Ponto, San Luca di Demenna, Sant’Adaleide, San Saba, Sant’Avito, Sant’Albuino, Sant’Ingenuino e la Beata Francesca Meziere.