Sant’Agostino di Canterbury si celebra come ogni anno oggi, 27 maggio 2022. Questi viene ricordato come il celebre arcivecovo di Canterbury, un uomo dal cuore d’oro che fece del gran bene per i meno ingenti. Un tempo, la Gran Bretagna, già storicamente evangelizzata fin dai tempi apostolici (infatti il primo missionario a sbarcarvi sarebbe stato, secondo la tradizione cristiana, Giuseppe di Arimatea, il falegname), era ricaduta nell’idolatria in seguito all’invasione barbara dei Sassoni. Invasione che avvenne a cavallo tra il quinto e il sesto secolo dopo Cristo. Quando il re del Kent, Etelberto, sposò la principessa cristiana Berta, già figlia del re di Parigi, questa domandò che sull’Isola fosse eretta una chiesa e che alcuni sacerdoti cristiani potessero celebrarvi in completa libertà i santi riti romani.
Dopo aver appreso questa importante notizia, il Papa dell’epoca, cioè S. Gregorio Magno giudicò maturi i tempi per riportare la parola del Vangelo sulla lontana isola inglese. Questa importante missione fu affidata al priore del monastero benedettino di S. Andrea sul Celio, cioè Agostino, uomo leale, ma anche sempre umile e molto docile nei confronti di Roma.
Sant’Agostino di Canterbury, il lungo viaggio verso l’Italia
Sant’Agostino di Canterbury partì quindi dall’Italia, insieme a quaranta monaci, nell’anno 597 e si fermò per una fare tappa sull’isola di Lerino. Qui ricevette diverse notizie sulla popolazione dei Sassoni, che gli furono descritti come un popolo altamente bellicoso e violento. A questo punto, turbato da quanto appreso, decise di fare ritorno a Roma e di chiedere al Papa di cambiargli la destinazione, ma Gregorio per permettergli di ritrovare il coraggio perduto, decise di spronare lo spirito del benedettino nominandolo abate. Inoltre, proprio per spingerlo a compiere quel passaggio decisivo che gli stava mancando per adempiere alla sua missione, lo nominò vescovo una volta giunto in Gallia. Il viaggio fu comunque lungo e lento, condotto a piccole tappe per volto, e solo con l’arrivo della primavera Agostino e i suoi compagni riuscirono a lasciarsi alle spalle il continente per prendere il largo in mare, nello stretto della Manica, e arrivare sull’isola di Thenet. Qui, inaspettatamente, ad aspettare la spedizione romana c’era lo stesso re Etelberto in persona, spinto dalla fede della moglie.
I missionari di Agostino si fecero dunque avanti, in processione, cantando le litanie del rituale romano appena introdotto, procedendo verso il corteo regale. Il re accompagnò quindi i monaci fino a Canterbury. Questa era la residenza prescelta, a metà tra la capitale, Londra, e il mare. Qui sorse l’abbazia che prese il nome da Agostino, sacrario e punto di riferimento assoluto del cristianesimo in Inghilterra. La missione dei monaci ebbe esito fortunato, tanto che lo stesso monarca chiese di essere battezzato, spingendo con il suo esempio i suoi numerosi e fedeli sudditi ad abbracciare la religione di Cristo. La notizia arrivò a Roma e fece molto piacere al Papa, che per esprimere la sua grande soddisfazione, decise di scrivere delle lettere sia ad Agostino che alla regina fedele Berta.
La nomina del Santo Pontefice
Il Santo Pontefice inviò il palio e nominò il futuro Sant’Agostino di Canterbury arcivescovo primate di Inghilterra. Inoltre non mancò di inviare il suo monito paterno, ricordando ad Agostino di fare attenzione a non cadere nella superbia per i successi ottenuti e per l’importante carica appena ricevuta. Rispettando la volontà papale in merito alla ripartizione dei territori ecclesiastici, San Agostino fondò altre due sedi vescovili, quella di Rochester e quella di Londra. Il Santo benedettino morì il 26 maggio del 604. Le sue spoglie furono seppellite nella chiesa che porta il suo nome a Canterbury.