Il 7 dicembre si festeggia in tutto il mondo cattolico la figura di Sant’Ambrogio. Patrono di Milano e di Vigevano, fu un vescovo eletto per acclamazione nel IV secolo e riformò la liturgia con un nuovo rito.

Sant’Ambrogio, da Governatore della Lombardia a vescovo: la rivoluzione del rito ambrosiano

Sant’Ambrogio apparteneva alla gens Aurelia e nacque a Treviri, in Germania. Con la morte di suo padre, importante funzionario nelle Gallie, Ambrogio si trasferisce a Roma con sua madre e sua sorella Marcellina, proseguendo gli studi e appassionandosi in particolare all’oratoria e alla poesia.
Divenuto abile e noto avvocato, nel 370 fu nominato governatore di Milano dallo stesso imperatore Valentiniano e adempì a questo compito con equità e giustizia, prestando attenzione soprattutto ai più deboli e ai poveri.



La sua vita cambiò quando, nell’atto di risolvere la disputa tra gli ariani e i cattolici in relazione all’elezione del nuovo vescovo di Milano, la folla acclamò proprio il suo nome e tutti si accodarono alla volontà popolare.
Ambrogio si privò di tutti i suoi beni materiali, terre e ricchezze, le donò ai bisognosi e accettò l’incarico, per il quale si fece battezzare, abbracciò il sacerdozio e ottenne la necessaria consacrazione episcopale.



La vita del nuovo vescovo di Milano proseguì all’insegna della semplicità e della frugalità, tra preghiere e studio delle Sacre Scritture e delle opere di personalità come Basilio, Atanasio e Origene, noti Padri della Chiesa.
Certamente il vescovato di Ambrogio, al quale si deve la conversione di Agostino d’Ippona, si inserisce in un contesto storico molto difficile per la Chiesa, che doveva contrastare l’arianesimo, il cui pensiero negava la natura divina del Figlio di Dio.

Ambrogio lottò strenuamente contro questi eretici, ponendosi addirittura contro governanti e reali come l’imperatrice Giustina, uscendone però vincitore con l’affermazione della divisione tra il potere temporale e quello spirituale.



Come non ricordare l’opera di persuasione che Ambrogio operò con Teodosio, impedendogli di consegnare le chiese agli eretici dopo che l’imperatore stesso ordinò il terribile eccidio in Tessalonica di 7000 innocenti. Il vescovo di Milano occupò anzi una chiesa, sottraendola alle mire degli ariani: secondo la tradizione cristiana è proprio in questo frangente che Ambrogio inventa i canti antifonali, con i quali pare che addormentò gli occupanti.
Ambrogio, ricordato anche come dottore della Chiesa Romana d’Occidente, morì nell’anno 397 e le sue spoglie sono oggi custodite nella cripta della Basilica a lui dedicata a Milano.

La grande festa di Milano per Sant’Ambrogio

A Milano ogni anno, il 7 dicembre, si svolge in occasione della festa di Sant’Ambrogio, in Piazza Castello, la “Fiera degli Oh Bej! Oh bej!” dedicata all’artigianato e alle tipicità enogastronomiche, tra cui le immancabili firòn ossia le castagne al forno infilate in spaghi lunghi.

Sant’Ambrogio è Patrono di Milano, il capoluogo lombardo considerato la capitale della finanza e della moda italiana: il Duomo è il suo simbolo indiscusso, gioiello tardo-gotico dalla monumentale facciata ricca di doccioni, sculture e guglie, sulla più alta della quale si staglia la Madonnina in bronzo dorato che veglia sulla città. A due passi ecco la Galleria Vittorio Emanuele II, oltre la quale si trova Piazza della Scala con l’omonimo leggendario teatro, dove si esibì anche Giuseppe Verdi.
Il patrimonio artistico milanese è ben rappresentato dalla Pinacoteca di Brera, ricca di opere del Mantenga, Raffaello e Caravaggio, ma soprattutto dalla Chiesa di S.Maria delle Grazie nel cui refettorio si trova l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci.

Gli altri Santi del giorno

Oltre a Sant’Ambrogio, il 7 dicembre si celebrano anche Sant’Urbano di Teano, Santa Fara, Sant’Atenodoro, San Carlo Garnier, San Simeone di Vancé e Sant’Eutropio di Saintes.