Frasi di auguri per Sant’Ambrogio

Mite ma forte, dedito al Vangelo ma anche punto di riferimento per i rapporti con la politica: Sant’Ambrogio era tutto questo ma anche di più e oggi, 7 dicembre 2021, si torna a celebrare la Solennità del Patrono di Milano con la possibilità per tutti i meneghini di “testare” auguri e tradizioni in vista del Natale.



Delle frasi che hanno fatto la storia e la tradizione del Santo di Milano ne scegliamo alcune che potrebbero essere utilizzate per i vostri scambi di auguri con cari e amici o, perché no, per un augurio di buon onomastico per tutti gli Ambrogio e Ambrogina che conoscete. «Quando domandi perdono per te, allora è proprio quello il momento di ricordarti che devi concederlo agli altri», amava ribadire il vescovo di Milano Sant’Ambrogio. Richiamando l’importanza della preghiera e della domanda costante tra l’uomo e il Signore, il Patrono milanese sosteneva che «Cristo non viene meno a nessuno: siamo noi a venir meno. A nessuno egli manca, anzi per tutti sovrabbonda. Chi si desta lo trova accanto a sé». (agg. di Niccolò Magnani)



Oggi è la Solennità di Sant’Ambrogio

Il 7 dicembre la Chiesa Cattolica celebra solennemente Sant’Ambrogio. Il Beato è venerato e celebrato in molte città italiane, soprattutto lombarde, da Trezzano sul Naviglio a Vignate, fino a Cinisello e Stresa in Piemonte. La festa più importante dedicata al santo vescovo è quella di Milano, caratterizzata dalla “Fiera degli Oh bej! Oh bej!”, che si svolge nei giardini che circondano il Castello Sforzesco. Si stima che questa tradizione va avanti da più di 500 anni e tra le bancarelle si trova di tutto, dai libri agli oggetti dell’artigianato fino agli addobbi natalizi e i giocattoli, senza dimenticare le immancabili caldarroste e il vin brulé. Sant’Ambrogio è il patrono di Milano, una città che custodisce un patrimonio storico e artistico notevole. È nella Basilica di Sant’Ambrogio che sono conservate le spoglie del santo; la chiesa, in spettacolare stile romanico, custodisce opere come tele del Tiepolo, il Sacello di S.Vittore in Ciel d’Oro decorato con mosaici del X secolo, il sarcofago di Stilicone e un altare dorato di fattura carolingia.



Milano è poi la città dell’imponente Duomo in stile tardo-gotico e della vicina Galleria Vittorio Emanuele II, senza dimenticare la Pinacoteca Brera e il convento di S.Maria delle Grazie che custodisce una delle più famose opere di Leonardo da Vinci, l’Ultima Cena.

Sant’Ambrogio, la vita del Beato

Si presume che Sant’Ambrogio sia nato nel 330 d.C. circa in Germania, precisamente a Treviri, da una famiglia romana di alto lignaggio. Alla morte improvvisa del padre, che era un illustre governatore delle Gallie, Ambrogio si trasferì a Roma insieme alla madre, alla sorella e al fratello, proseguendo i suoi studi di eloquenza e retorica e avviandosi a ricoprire incarichi pubblici. A Sirmio, nell’antica Jugoslavia, iniziò quella carriera statale che lo portò a diventare avvocato della Prefettura Africana, Illirica e Italiana. In poco tempo divenne una personalità illustre e rispettata, tanto che nel 370 fu nominato, dal prefetto Sesto Petronio Probo, Governatore delle province dell’Emilia e della Liguria: la sede del suo lavoro fu Milano e qui riuscì ad entrare nelle grazie dell’Imperatore Valentiniano I. Si rivelò ben presto un eccellente funzionario e un risoluto mediatore, esercitando il suo lavoro di magistrato con magnanimità ed equità e risolvendo i sempre più frequenti contrasti tra i cattolici e gli ariani. La morte nel 374 di Aussenzio, l’ariano vescovo di Milano, animò nuovamente le due fazioni e Ambrogio si prodigò per placare una probabile rivolta in vista dell’elezione del nuovo vescovo.

Si narra che mentre l’uomo era in chiesa, si udì in lontananza la voce di un fanciullo che urlava “Ambrogio vescovo”, seguita da quella dell’intero popolo di Milano, desideroso di avere un cattolico come successore di Aussenzio. Ambrogio vide la volontà di Dio espressa attraverso i cittadini milanesi e dunque, seppur titubante, accettò l’incarico: fu dunque battezzato nel novembre del 373 ed eletto vescovo il 17 dicembre dello stesso anno. Ambrogio decise di vivere la sua vita all’insegna della sobrietà e della semplicità, prestando aiuto a tutti coloro che lo cercavano: cedette infatti ogni suo avere alla chiesa, riservando all’amata sorella, la monaca Marcellina, l’usufrutto dei beni.

La sua attività pastorale

La sua attività pastorale fu assai fervente e intensa e a dimostrazione di questo rimangono gli inni da lui composti, le elaborazioni dogmatiche le opere ascetiche e morali ma anche moltissimi commenti esegetici. La sua opera portò alla conversioni di numerosi eretici e ariani. La sua lotta all’arianesimo proseguì incessantemente, anche quando si ritrovò davanti la corte imperiale: Ambrogio ebbe infatti il coraggio di proibire l’ingresso in chiesa a Teodosio, considerato responsabile del massacro di migliaia di civili in Tessalonica, fino a quando non avrebbe ammesso le proprie colpe e non si fosse pentito. La morte per Ambrogio sopraggiunse il 4 aprile del 397 e le sue spoglie sono oggi conservate nella Basilica milanese a lui dedicata.

Tutti gli altri Beati di oggi

Il 7 dicembre si celebrano anche i santi Urbano di Teano, Sabino di Spoleto, Giovanni il Silenziario, Eutropio di Saintes, Buite di Monasterboice, Simeone di Vancé, Pietro Baietta, Pietro Baietta e santa Fara.

Video, la vita del Beato