Papa Pio II approvò e concesse il culto il giorno delle morte di Sant’Angelo da Gerusalemme, per l’appunto il 5 maggio. Il suo culto è venerato nell’isola siciliana e in tutte le province dell’Ordine Carmelitano. Angelo da Gerusalemme divenne quindi il patrono di Licata, di Sant’Angelo Muxaro (dove si trova una bellissima scultura lignea raffigurante il Santo all’interno della Chiesa del Carmelo) e di Osidda, in Sardegna. Nel 2020 si è celebrato l’Ottavo Centenario del suo Martirio e per l’occasione è stata restaurata l’urna argentea contenente le reliquie del santo. Durante l’anno giubilare ci fu ance l’importante ostensione delle sue reliquie, evento che attirò in loco un gran numero di fedeli.



Sant’Angelo, la vita

Sant’Angelo nacque a Gerusalemme il 2 marzo del 1185 e lasciò le sue spoglie mortali il 5 maggio 1220 a Licata, per questo motivo il santo carmelitano, morto martire e venerato dalla Chiesa Cattolica, è attualmente conosciuto anche come Angelo di Sicilia. La sua famiglia era di origine ebraica ma in seguito si convertì al cristianesimo. All’età di 25 anni Angelo e il suo fratello gemello, Giovanni, persero entrambi i genitori, e decisero di entrare nel convento del Carmelo. All’epoca, cioè proprio agli albori del cristianesimo, al suo interno era ospitata una fervente comunità religiosa. Stiamo parlando di quello che era l’Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo. Ordine fondato da Bertoldo di Calabria che, intorno al 1214, aveva scelto di seguire la regola proposta da Alberto di Gerusalemme. Questa nuova regola religiosa promossa da Alberto voleva che la vita precedente dell’ordine passasse da contemplativa a mendicante. Un cambiamento che, in realtà, era molto frequente nel resto della Chiesa cattolica contemporanea, in gran sintonia con i principi Domenica e Francescani. Angelo fu quindi ordinato sacerdote all’interno del convento del Carmelo, poco dopo il suo ingresso nell’Ordine.



Nell’anno 1218 ricevette l’incarico di visitare Roma. Lo scopo della sua visita era quello di sottoporre la regola dell’Ordine a Papa Onorio III per poter ricevere la sua approvazione. Il benestare papale arrivò però solamente nel 1226, cioè cinque anni dopo la dipartita di Angelo da Gerusalemme. Il futuro Santo trascorse a Roma un breve periodo dove predicò la sua regola. Durante questa permanenza ebbe però modo di incontrare, in Laterano, sia San Domenico che San Francesco d’Assisi. Angelo fu poi invitato in Sicilia per contrastare l’eresia catara. Visitò e predicò diverse città dell’isola. Tra le principali ricordiamo Palermo, Agrigento, Cefalà Diana e Sant’ Angelo Muxaro. In quel di Cefalà Diana guarì sette lebbrosi nelle terme araba, mentre a Sant’Angelo Muxaro predicò e celebrò messa prima di trasferirsi a Licata, dove trovò il martirio.



In questa sua ultima tappa esistenziale incontrò Berengario, signorotto locale, un cataro che viveva nel peccato, praticando l’incesto, avendo rapporti con la sorella. Angelo convinse quest’ultima a lasciare il fratello ma il Berengario furioso, preso dalla rabbia, assalì il futuro santo nella chiesa dei Ss. Filippo e Giacomo, durante una delle sue seguitissime prediche. Il peccatore cataro ferì a morte Angelo da Gerusalemme con cinque colpi di spada che, quattro giorni dopo, portarono alla morte il santo. In punto di morte, il 5 maggio 1220, Angelo chiese al suo seguito di perdonare l’uccisore. Fu quindi sepolto lì, nella terra consacrata che fu testimone del suo martirio e che divenne, in seguito, molto rapidamente, luogo di pellegrinaggio per il suo culto. Nel 1656 le sue reliquie furono traslate in nuova chiesa. L’istituto sacro fu edificato come ringraziamento per una scampata epidemia di peste che aveva afflitto in quell’anno il Vicereame napoletano.