La celebrazione del Martire Sant’Angelo da Gerusalemme viene osservata il 5 maggio di ogni anno e viene svolta una cerimonia meno solenne la domenica successiva al Ferragosto. Il rito è ricco di folklore e il momento più importante consiste nella discesa della Sacra Urna argentea contenente le reliquie del Santo, dall’altare maggiore. L’urna viene poi portata in processione dai volontari delle Associazioni Pro Sant’Angelo vestiti da marinai e a piedi nudi. La festa è caratterizzata anche dalla sfilata delle mule parate che lasciano dei doni al Santo sul sagrato del santuario.



Procede anche il giorno successivo con il palio a mare e con l’albero della cuccagna atteso specialmente dai più piccini. Licata è un grande porto commerciale molto famoso per le sue bellezze paesaggistiche e storiche che attirano ogni anno migliaia di turisti. Il centro storico è ricco di palazzi, monumenti e angoli capaci di generare una forte suggestione nei visitatori. Il 5 maggio vengono festeggiati anche altri importanti santi come Sant’Irene da Lecce, San Nunzio Sulprizio, San Massimo di Gerusalemme, Sant’Ilario di Arles, San Mauronto.



Sant’Angelo da Gerusalemme, la vita del Beato

Sant’Angelo da Gerusalemme nacque in Terra Santa nel 1185 da un parto gemellare e da famiglia di origine e religione ebrea. La madre si convertì presto al cristianesimo e così battezzò anche i due bambini. Alla morte dei genitori i due fratelli vennero adottati dal Patriarca Nicodemo che si occupò alla perfezione della loro educazione sino al compimento del diciottesimo anno di età. Dopodiché decisero di diventare monaci in Palestrina presso il Monte Carmelo dove affrontarono una serie di penitenze e restrizioni. Angelo fu ordinato come sacerdote e secondo le varie testimonianze raccolte da diversi abitanti del territorio compì diversi miracoli e opere di beneficenza. Venne inviato in Sicilia per compiere un’attività di predicazione ma si scontrò con la diffidenza degli eretici Patarini. Morì a Licata vittima di un signorotto che gli aveva dichiarato guerra in quanto offeso dal contenuto delle prediche che minacciavano la sua incestuosa vita privata. Fu accoltellato da un gruppo di sicari mentre usciva dalla chiesa nella quale aveva appena celebrato la messa. Si racconta che nella chiesetta dove è avvenuto il martirio scorre una sorta di olio capace di curare gli infermi. Inoltre nel luogo in cui fu riposto il cadavere per la prima volta pare che sia sorta una sorgente di acqua chiara dotata di un sapore prelibato e capace di fornire dei benefici rilevanti. Le Sue reliquie sono conservate a Licata ossia la città del quale è stato nominato Santo Patrono.



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