Sant’Anselmo è il patrono di Challand-Saint-Anselme in Valle d’Aosta, dove il 21 aprile viene commemorato per aver santamente reso l’anima al Signore. Challand-Saint-Anselme è un paese di 768 abitanti situato a 1036 metri di altitudine. Il suo territorio è caratterizzato da boschi di castagni, prati e pascoli e trova la sua maggiore ricchezza nell’acqua e nei suoi antichi canali irrigui che vengono sfruttati per lo sviluppo dell’agricoltura. La sua storia è fortemente legata alla famiglia Challant, una casata valdostana illustre del Medioevo e a Sant’Anselmo, a cui è stata dedicata la Chiesa omonima situata in località Quinçod e consacrata nel 1762.
Al suo interno sono da ammirare il tabernacolo settecentesco in legno intagliato, gli altari del Sacro Cuore e della Madonna e altri arredi sacri del sedicesimo e diciottesimo secolo. Molto caratteristici da vedere sono: il mulino di Ruvère che in passato veniva utilizzato per la produzione di olio di noci e la macinazione delle granaglie e il Santuario di Sant’Anna in stile neogotico, riedificato su una cappella del seicento a fine ‘800. Il Corno Bussola, la Becca Torché e il vasto territorio offrono la possibilità di fare escursioni paesaggistiche di natura storica e naturalista. Il 21 aprile si celebrano altri Santi, tra cui: S. Corrado di Parzham, S. Apollonio, S. Sandra.
Sant’Anselmo, la vita del Beato
Sant’Anselmo nato dopo l’anno mille, viene commemorato il 21 Aprile. In questo giorno non solo si ricorda il suo lungo cammino nella fede cristiana, ma anche i suoi continui studi volti a dimostrare l’esistenza di Dio e i problemi dottrinali legati al peccato originale, al libero arbitrio, alla grazia e al male in generale. Sant’Anselmo nacque ad Aosta nell’anno 1033 da una famiglia nobile. Il padre non prestò tanta attenzione alla sua educazione e quando seppe della sua vocazione religiosa tentò di ostacolarlo. La madre, al contrario, approvò la sua scelta di fede, ma la sua morte portò il futuro Santo quindicenne ad abbandonare il suo proposito.
Per alcuni anni rimase con il padre ma i suoi modi scontrosi e non paterni lo costrinsero ad abbandonare la casa natale e a rifugiarsi in Francia, dove vagabondò per tre anni fino a quando l’amore per lo studio lo portò a entrare come discepolo nel Monastero del Bec, in Normandia. Il maestro Lanfranco di Pavia lo seguì nei suoi propositi e stabilì con Anselmo un rapporto affettuoso e paterno. Nel futuro Santo si risvegliò la profonda vocazione avuta da bambino e così decise di entrare nell’ordine Benedettino vestendo l’abito religioso. Ricco di virtù e bontà, all’età di 60 anni, ricevette la carica di arcivescovo di Canterbury, il cui ruolo ebbe molta importanza nella lotta per le investiture che vedeva in contrapposizione il papato e i sovrani d’Inghilterra. Per la sua filosofia, la voglia di predicare e riformare la vita religiosa, Anselmo fu mandato in esilio per ben tre volte, ma nonostante l’odio e la sofferenza subiti, non portò mai rancore a chi gli fece del male, al contrario, mostrò gentilezza e atti di carità. Sant’Anselmo morì a Canterbury il 21 Aprile del 1109 lasciando molti scritti di filosofia e mistica. Nel 1163 venne canonizzato dal Papa Clemente XI e nel 1720 venne proclamato Dottore della Chiesa.