Il giorno 13 giugno di ogni anno la Chiesa Cattolica ricorda nel proprio calendario la figura di Sant’Antonio da Padova il cui vero nome era Fernando Martins de Bulhões. In Portogallo viene ricordato come Sant’Antonio da Lisbona, in quanto nato a Lisbona il 15 agosto del 1195 e scomparso il 13 giugno del 1221 in Italia, a Padova. È stato un importante presbitero portoghese che ha fatto parte dell’ordine francescano, capace di mettere in risalto la sua forte fede nel corso della vita, collaborando molto per San Francesco, che ebbe modo di incontrare personalmente. Fu proclamato Santo da Papa Gregorio IX nell’anno 1931, mentre nel 1946 è stato nominato Dottore della Chiesa.



Il contesto storico in cui visse il Sant’Antonio da Padova: un mondo in fermento

Il duecento è certamente un momento del Medioevo di grande fermento culturale, sociale, storico e anche religioso, con molti personaggi delle Chiesa che hanno assunto una forte rilevanza per i secoli a venire. In quell’epoca, l’Europa intera subiva il passaggio da una società di tipo rurale a un mondo urbanizzato, dovuto ai maggiori scambi commerciali, e in Italia nascevano i Comuni. La borghesia, composta da banchieri, mercanti, medici, notai, si stava affermando come classe sociale emergente in grando di eguagliare le classi dirigenti dell’epoca, costituite dai nobili e dal clero.



Per la Chiesa furono anni che videro la costruzione di importanti cattedrali e i papati di Innocenzo III e di suo nipote, Gregorio XI, furono rappresentativi di un profondo rinnovamento nella dottrina, con la necessità di istituire ordini nuovi: da un lato, di tipo più contemplativo, come i cistercensi, e dall’altro con elementi più inseriti nella società civile, come i francescani e i domenicani. Le crociate raggiunsero l’apice, con molte spedizioni in Terra Santa. Fu in questo contesto che Sant’Antonio da Padova sviluppò la sua fede e la sua opera di evangelizzazione: viaggiò molto e il suo contributo alla cristianizzazione fu fondamentale.



La vita del Santo: da Fernando ad Antonio per la missione di evangelizzazione

Fernando nacque in una famiglia aristocratica e benestante di Lisbona, discendente da un lignaggio di cavalieri, molto importanti all’epoca. Crogiolarsi nel lusso evidentemente non era il suo obiettivo di vita e decise molto presto, quando non aveva ancora compiuto 15 anni, di entrare a far parte dei Canonici regolari della Santa Croce del monastero che si trovava lì a Lisbona ed era dedicato al ricordo di San Vicente de Fora. Vi rimase per un paio d’anni, per poi ottenere il trasferimento presso un altro monastero, dedicato alla Santa Croce a Coimbra, con lo scopo di avere maggiore raccoglimento. Secondo alcuni studiosi, proprio durante questo periodo, Fernando fu ordinato sacerdote. Fu un percorso difficile, perché il priore nominato dal Re del Portogallo era un personaggio dubbio e corrotto, che dissipò tutti i soldi del monastero, meritandosi anche la scomunica da parte della Santa Sede. Scomunica che non ebbe alcuna conseguenza, perché il priore era nelle grazie del re: non potendo fare molto in quelle circostanza, Fernando rimase otto anni nel monastero esclusivamente per accrescere la propria cultura, grazie alla sterminata biblioteca del posto..

Dopo questa esperienza, ebbe un primo contatto con il francescanesimo, interessandosi a quanto stesse facendo San Francesco d’Assisi che, nel 1219, si occupò di una spedizione missionaria in Marocco, per convertire i musulmani. Sembra che i cinque inviati da Francesco passarono anche per la città di Coimbra e conobbero Fernando, il quale ne rimase fortemente impressionato. Purtroppo l’unico modo in cui il futuro Sant’Antonio potè rivedere Berardo, Ottone, Pietro, Accursio e Adiuto fu da morti, quando i loro resti furono riportati a Coimbra: i cinque vennero infatti decapitati pochi giorni dopo l’inizio della loro missione. Questo fu probabilmente l’evento che colpì maggiormente Fernando, tanto da decidere fermamente di entrare nell’Ordine dei Francescani.

Fu proprio in questa occasione che cambierà il suo nome in Antonio, in omaggio al santo monaco orientale a cui era dedicato il romitorio di Olivais di Coimbra, dove vivevano i primi francescani portoghesi e che Fernando aveva avuto modo di frequentare. Partì così in missione in Marocco lui stesso, ma contrasse una malattia e dovette rientrare. Alla volta della Spagna invece, la sua nave naufragò sulle coste siciliane e fu soccorso e accolto dalla comunità francescana del luogo. Quando si riprese, cominciò a risalire l’Italia con l’obiettivo di incontrare San Francesco, per la grande riunione del Capitolo Generale dei Francescani. Ci riuscì e si fece notare per la sua capacità di predicatore: questo gli permise di viaggiare ulteriormente per dare supporto all’attività di evangelizzazione.

Rimase molto tempo in Italia, per poi trasferirsi in Francia, su impulso di San Francesco, per combattere una delle eresie del tempo: quella dei catari. Dopo tanti altri impegni, tornò nel nostro Paese e si stabilì a Padova nel 1228, dove si occupò di varie questioni di natura teologica e completando molte delle sue opere. È morto il 13 giugno del 1931, probabilmente per le tante faticose prediche che portava avanti e per una Quaresima estremamente logorante dal punto di vista fisico.

Gli altri Santi del giorno

Il 13 giugno di ogni anno si festeggia Sant’Antonio di Padova, ma anche, tra gli altri, Santa Felicola, Sant’Achilleo Vescovo di Alessandria, San Ceteo, il beato Gerardo noto monaco di Chiaravalle, San Trifilio e San Salmodio.