Santi Faustino e Giovita si celebrano nel calendario romano il giorno del 15 febbraio. I due furono nominati Santi Patroni di Brescia nel 1438 e cioè dopo un evento straordinario durante uno dei decisivi combattimenti che si finalizzarono nel portare i milanesi a un feroce assedio nel dicembre di quell’anno. La città di Brescia è ricca di storia e di luoghi straordinari dal punto di vista architettonico e artistico. Ci sono numerosi monumenti che vale la pena visitare almeno una volta nella vita tra cui la Basilica di San Salvatore che fu edificata nell’anno 753 oppure la chiesa di Santa Maria in Solario risalente al XII secolo e che dispone al suo interno di straordinarie bellezze come la Croce di Desiderio e i magnifici affreschi che adornano le sale.



Tra gli altri edifici storici da visitare c’è il coro delle monache che è un edificio del Monastero di Santa Giulia o il duomo vecchio con le sue forme straordinarie e il duomo nuovo che si trova nelle vicinanze di Palazzo Broletto. La visita potrebbe continuare tra le tantissime altre attrazioni come il castello di Brescia, la Torre della Pallata e le tante aree naturali. Nel giorno del 15 febbraio nel calendario vengono ricordati tanti altri santi e beati oltre a San Faustino e San Giovita tra cui Sant’Onesimo, Sant’Isicio, San Giuseppe, san Baralo, Santa Giorgia, San Severo, San Decoroso, il Beato Angelo Scarpetti, San Claudio la Colombiere e il Beato Michele Sopocko.



Santi Faustino e Giovita, la vita dei Beati

Santi Faustino e Giovita sono due giovani nobili nativi dell’attuale territorio di Brescia e vissuti nel corso del secondo secolo dopo Cristo. Questi due giovani decisero di intraprendere la carriera militare cosa che all’epoca era piuttosto comune diventando ben presto cavalieri. Tuttavia a un certo punto e soprattutto per le parole e i modi di fare del Vescovo Apollonio decisero di convertirsi al cristianesimo lasciando così la carriera militare. In particolare c’è una leggenda che racconta del momento in cui San Faustino e San Giovita decisero di convertirsi alla religione cristiana. Lo stesso giorno vennero battezzati da Sant’Apollonio che all’epoca era il vescovo di Brescia il quale li accolse all’interno della comunità dei primi cristiani. Dopo la loro conversione i due giovani decisero di dare un importante contributo nell’opera di evangelizzazione che all’epoca riguardava soprattutto la penisola italica e tante altre province romane. Si dimostrarono immediatamente due eccezionali predicatori tant’è che il vescovo decise di nominare Faustino presbitero e Giovita diacono. La loro attività di evangelizzazione risultò così efficace che le forze militari presenti nel territorio di Brescia segnalarono la vicenda al console che all’epoca aveva ordini ben precisi in regione delle persecuzioni volute da Traiano. Alcuni potenti uomini presenti a Brescia fecero delle pressioni nei confronti del governatore il quale fu praticamente costretto a eliminarli con il pretesto di dover preservare l’ordine pubblico. Tuttavia l’ordine di arresto nei confronti dei due giovani nobili tardò ad arrivare in quanto nel frattempo era morto lo stesso imperatore Traiano. Questo mise il governatore nella situazione di dover attendere le lezioni del nuovo imperatore per scoprire quali fossero i nuovi ordini rispetto alla diffusione della religione cristiana.



Purtroppo con l’arrivo dell’imperatore Adriano si decise di continuare nell’opera di persecuzione e il governatore dovette procedere con l’arresto dei due giovani nobili che furono incarcerati anche perché si rifiutarono di effettuare il sacrificio nei confronti degli dei pagani. Lo stesso imperatore di ritorno da una campagna militare in Gallia si fermò a Brescia e si occupò in prima persona della vicenda non riuscendo a far cambiare idea ai due giovani e ordinò che fossero dati in pasto alle belve del circo. Vennero rinchiusi in una gabbia con delle tigri ma gli animali si dimostrarono mansueti nei loro confronti e questo viene visto come un miracolo che comportò la conversione di molti spettatori tra cui anche la moglie del governatore. Poi l’imperatore ordinò che venissero scorticati vivi e messi a rogo ma anche in questo caso il fuoco non ebbe ragione sui due. Furono fatti altri tentativi come ad esempio la deportazione a Roma per essere dati in pasto alle belve del Colosseo ma non ci fu mai il risultato sperato. Tra l’altro durante un viaggio in mare verso Napoli grazie alla loro intercessione fu permesso di placare una terribile tempesta. Dopo svariati e ulteriori tentativi vennero riportati a Brescia dove il 15 febbraio vennero decapitati. I loro corpi sono sepolti nel cimitero di San latino dove successivamente si fece edificare una chiesa dedicata proprio a San Faustino.