Santiago Abascal a tutto tondo ai microfoni della Stampa. Dal rapporto con Giorgia Meloni all’Europa del futuro, il leader di Vox ha analizzato i principali dossier a livello politico, a partire dalla sua frase recente che ha scatenato polemica in tutto il mondo, ossia predire piazzale Loreto per Sanchez: “Hanno manipolato le mie parole. Ho usato una frase colloquiale che forse, come altre, nella traduzione in italiano si può fraintendere. In nessun caso ho espresso quel desiderio”. Abascal ha ribadito di non voler giustiziare né Sanchez né nessun altro: “La mia speranza è un’altra: un processo equo, con giudici indipendenti”. A suo avviso, infatti, dovrebbe essere processato per corruzione, tradimento e golpe contro lo Stato di diritto: “Ha comprato la sua carica concedendo ai secessionisti catalani un’amnistia che lui stesso, in passato, dichiarava incostituzionale. E’ un attacco senza precedenti alla giustizia. Per questo parliamo di golpe. Sanchez è passato dall’illegittimità all’illegalità”.
Abascal: “Io definito franchista per attaccare Meloni”
Abascal si è poi soffermato sulla sua presunta vicinanza al franchismo, sottolineando che si tratta di una tattica per macchiare il premier italiano Meloni: “Quelli che in Italia mi chiamano franchista lo fanno solo per attaccare Giorgia Meloni. Vox è un partito che difende la democrazia, lo Stato di diritto, le frontiere sicure e l’unità nazionale. Abbiamo persone che provengono da destra e da sinistra”. In vista delle elezioni europee, Abascal ha ammesso che gli piacerebbe vedere Viktor Orban nei Conservatori, ma non solo. A suo avviso, infatti, dovrebbe esserci un’alleanza con il gruppo Identità e democrazia: “Dobbiamo collaborare, magari anche con una parte del Ppe, per cambiare verso all’Europa. La coalizione che guida l’Italia è un buon esempio”. Una battuta anche sulle presidenziali americane, il sostegno per Trump non è celato: “La scelta tra lui e il progressismo di Biden è semplice: spero vinca Trump”.