Il 31 luglio di ogni anno, il calendario romano celebra Sant’Ignazio di Loyola, celebre per essere stato il fondatore della Compagnia di Gesù, detti i “gesuiti”, un ordine religioso composto da chierici regolari. Scelse inizialmente la carriera militare, ma fu Dio a cercarlo durante una convalescenza in cui era finito dopo una battaglia.



La storia di Sant’Ignazio di Loyola: fondatore dei Padri Pellegrini, poi Gesuiti

Sant’Ignazio nacque nella città di Loyola, nei Paesi Baschi, nel 1491, membro di una famiglia nobile del luogo e destinato, in quanto figlio cadetto, alla vita religiosa.
Ignazio preferì però intraprendere la carriera militare, ma fu proprio il campo di battaglia a cambiare per sempre la sua esistenza: nel 1521, infatti, fu colpito gravemente e dovette restare a lungo in stato di convalescenza.



Durante questo periodo si interessò ai testi sacri, sviluppando nel suo cuore una fede sempre più ardente, tanto che, una volta ritornato in salute, decise di partire in viaggio verso la Terra Santa.
Al suo rientro si stabilì a Parigi, dove intraprese gli studi telogici e fondò un primo gruppo, i Padri Pellegrini, che diventerà nel tempo la celebre Compagnia di Gesù.
Sant’Ignazio di Loyola iniziò quindi a lavorare presso Papa Paolo III, che nel 1538 riconobbe ufficialmente l’Ordine dei Gesuiti.

Da questo momento i membri della Compagnia viaggiarono in ogni angolo del mondo per portare avanti la propria opera missionaria, mentre Sant’Ignazio continuò a vivere a Roma per coordinare le varie missioni.
In questi anni Sant’Ignazio decise, inoltre, di istituire diverse scuole, all’interno delle quali i Gesuiti potessero prepararsi sia dal punto di vista culturale sia teologico.



La qualità di questi istituti fu tale da renderli in breve tempo famosi in tutto il mondo, mentre i Gesuiti continuavano la loro opera di conforto e sostegno verso i più poveri e bisognosi.
Sant’Ignazio di Loyola morì a Roma il 31 luglio 1556, giorno in cui viene ricordato ancora oggi, lasciando un’importante eredità alla Cristianità, ovvero proprio la Compagnia di Gesù, diventata una delle istituzioni religiose più importanti della nostra epoca.

Il patronato di Gorizia di Sant’Ignazio di Loyola

Sant’Ignazio di Loyola è patrono di diversi comuni e parrocchie italiane, tra cui una delle più note è quella della città di Gorizia.
Gorizia è un centro abitato di circa 34 mila abitanti del Friuli-Venezia Giulia, nonché ex capoluogo dell’omonima provincia, ad oggi non più esistente.

La città si trova in un punto cruciale dal punto di vista storico e culturale, tanto da essere patria di diverse tradizioni, tra cui quella romana, slava e germanica.
Qui è possibile visitare l’affascinante Chiesa di Sant’Ignazio, edificata nella seconda metà del XVII secolo, in cui sono presenti diversi elementi artistici molto diversi tra loro, da quelli austriaci e latini sulla facciata, a quelli prettamente latini nella struttura interna.

Ogni anno il 31 luglio i fedeli ricordano Sant’Ignazio di Loyola con una solenne celebazione, a cui fanno seguito diverse iniziative civili e culturali, tra cui una delle più attese è il concerto del Coro S. Ignazio, oltre alla tradizionale “camminata delle 7 chiese” che prevede, come intuibile dal nome stesso, il passaggio in sette differenti chiese della città, per poi terminare proprio in quella dedicata al Santo.

Gli altri Santi del giorno

Il 31 luglio la Chiesa ricorda anche: San Giustino De Jacobis, Vescovo; Beato Francesco (Franciszek) Stryjas, Padre di famiglia e martire; Beato Giovanni Francesco Jarrige de la Morelie du Breuil, Martire; San Calimero di Milano, Vescovo; San Fabio il Vessilifero, Martire; Beati Dionigi Vicente Ramos e Francesco Remon Jativa, Francescani martiri; San Tertullino, Martire; Sant’ Elena (Elin) di Skovde, Vedova e martire; Beato Everardo Hanse, Sacerdote e martire; Santi Democrito, Secondo e Dionigi, Martiri; Beato Giovanni Colombini, Fondatore dei Gesuati; Beato Girolamo Michele Calmell, Mercedario; Santi Pietro Doan Cong Quy e Emanuele Phung, Martiri; San Germano d’Auxerre, Vescovo; Beata Zdenka Cecilia Schelingova, Martire.