Riprendono le ricerche di Santina Renda

Santina Renda è stata rapita 32 anni fa, quando aveva solamente 6 anni e mezzo. In quel momento la piccola Santina era in cortile a giocare con la sorella, Francesca Renda, fino a quando sarebbero state avvicinate da un uomo con una macchina di grande cilindrata bianca e una folta barba, gli unici dettagli rilevanti, che avrebbe afferrato la piccola, portandola via. Ora, dopo tutti questi anni di indagini a vuoto, grazie alla tecnologia della age progression, che permette di ricostruire i volti delle persone scomparse aggiornandoli in base all’età che dovrebbero avere, il caso è stato riaperto.



Storie Italiane, la trasmissione di Rai 1 condotta da Eleonora Daniele, è tornata proprio a parlare del caso di Santina Renda con la partecipazione della madre della bambina, Enza Scurato, della sorella Francesca e dell’avvocato della famiglia Luigi Ferrandino. Ha prima preso la parola Francesca, che ha chiesto aiuto a ritrovare sua sorella, condividendo la foto aggiornata il più possibile. “Noi non tralasciano nulla”, ha detto, “tutto quello che ci arriva lo prendiamo e lo valutiamo”, riferendosi alle segnalazioni che da 32 anni continuano ad arrivare. E lo conferma anche l’avvocato Ferrandino che ha spiegato come “stiamo collaborando con un associazione internazionale per diffondere la sua foto in ogni posto del mondo. Abbiamo maturato”, riferendosi al suo studio legale, “in questi anni una grande esperienza nel ritrovare le persone e ci muoviamo con i piedi per terra, valutando tutte le segnalazioni”.



Cosa è successo a Santina Renda

A raccontare ancora una volta la triste vicenda legata a Santina Renda, ai microfoni di Storie Italiane, è la sorella Francesca, che ha assistito personalmente al rapimento. “Dopo pranzo, come sempre siamo scesa a giocare in cortile”, ha raccontato con la voce rotta, “si è avvicinata una macchina di grossa cilindrata di colore bianco con a bordo un uomo con la barba folta e gli occhiali da sole, e una donna. Lui non sembrava proprio un italiano e non l’avevo mai visto, né lui né la macchina girare in zona. Apre lo sportello, esce dall’auto e ci attira con caramelle e pupazzi, vedo afferrare mia sorella per un braccio e portarla via. Sono risalita di corsa e ho raccontato subito alla mamma cosa fosse successo e ci siamo messi a cercarla immediatamente”.



Dopo Francesca, ha poi preso la parola anche la madre di Santina Renda, Enza. “Cominciano le ricerche, ma niente di che”, racconta sui primi momenti successivi al rapimento. “Alle 7 siamo stati dai carabinieri ma ci hanno detto che c’erano gli uffici chiusi. Mio marito ha protestato e ci hanno fatto entrate per sporgere denuncia, ma questa non fu trasmessa agli altri uffici territoriali. Il giorno dopo a Lamezia Terme un uomo vede due bambini in sto campo nomadi ed una di queste che piangeva a dirotto, gli è rimasta impressa e poi l’ha riconosciuta grazie a Chi l’ha visto. È andato a fare denuncia anche lui e i carabinieri sul luogo hanno trovato solo dei piatti di plastica e dei biglietti di un supermercato di Palermo, ma di loro nulla. Negli anni sono arrivate delle segnalazioni, ma nulla di che”. “Ringrazio chi ha aperto il caso perché lo stato di Palermo non si è mai interessato, non si è mai più fatto vedere nessuno a casa mia”, ha concluso Enza.