Tutti gli anni, anche questo 4 aprile 2024, la Chiesa venera Sant’Isidoro di Siviglia, Vescovo e Dottore della Chiesa, vissuto tra il VI e il VII secolo: uno tra i più importanti scrittori e teologi di tutta la cultura medievale. Nonostante il suo ruolo centrale e nonostante il fatto che abbia collaborato con numerosi re visigoti, non esiste una biografia ufficiale riguardante la vita di Sant’Isidoro. La prima testimonianza è quella di un diacono di nome Redempto, che descrive in un’epistola alcuni passaggi agiografici riferiti agli ultimi attimi della vita del santo.



La vita di Sant’Isidoro di Siviglia

Dalle poche e confuse notizie pervenute, Sant’Isidoro apparteneva a una famiglia di nobili origini e cattolica, che fu espulsa da Cartagena dai goti. Così i genitori di Isidoro con i tre figli (Leandro, Fulgenzio e Fiorentina) si spostarono a Siviglia, dove Isidoro nacque intorno al 560. I genitori morirono quando era ancora un bambino, così Isidoro fu cresciuto da suo fratello maggiore Leandro. Quest’ultimo si impegnò fortemente per la conversione del re Reccaredo, che fu ratificata ufficialmente durante il III Concilio di Toledo, coinvolgendo tutta la popolazione dei visigoti.



Sant’Isidoro succedette al fratello dopo la sua morte, presiedendo il secondo e il terzo concilio provinciale di Siviglia e il quarto concilio nazionale di Toledo. Isidoro si dimostrò un arcivescovo estremamente attivo e fu molto amato da tutti, ricordato per il suo zelo episcopale e per il suo grande talento e impegno come scrittore. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, secondo la tradizione, quando Isidoro era appena un bambino, dopo essersi addormentato nel giardino, fu avvicinato da uno sciame d’api che depositarono un favo sulle sue labbra, poiché il miele è simbolo di una grande capacità compositiva.



Tra le opere più famose di Sant’Isidoro vi è l’Etymologiarum sive Originum libri XX, un testo suddiviso in ben 20 libri, che comprende tutti gli argomenti dello scibile umano secondo l’etimologia dei termini. Questa opera è stata una delle più usate durante tutto il periodo medievale per istruire ed educare gli studenti, continuando ad essere letto anche durante la fase rinascimentale.

Proprio grazie a questo testo è stato possibile conservare e diffondere la cultura tradizionale dell’antica Roma in tutta la Spagna visigota. Dato il suo grande impegno nella scrittura, Papa Giovanni Paolo II lo ha scelto nel 2002 come patrono di Internet e di chi lavora sul web, essendo appunto l’autore della prima enciclopedia della storia. San Isidoro morì a Siviglia il 4 aprile 636, città in cui viene ricordato ancora oggi e di cui è protettore.

La bella Siviglia, città di Sant’Isidoro

Siviglia è una città spagnola della zona sud-occidentale della penisola iberica, con più di 680 mila abitanti e un’area metropolitana che supera 1,5 milioni di abitanti. Questa città è considerata uno dei centri nevralgici dal punto di vista artistico e culturale di tutta la Spagna meridionale ed è una delle mete preferite dai turisti, grazie alla presenza di numerosi monumenti e luoghi di interesse come la Giralda, la Cattedrale e l’Archivio delle Indie, dichiarato patrimonio dell’UNESCO nel 1987. Ogni anno il 4 aprile la città si veste a festa, con numerose processioni per le vie cittadine, canti e balli che attirano centinaia di persone da ogni parte della Spagna e non solo.

Gli altri Santi del giorno

Il 4 aprile la Chiesa venera anche: San Francesco Marto, Veggente di Fatima; San Gaetano Catanoso, Fondatore; San Benedetto il Moro, Religioso; Beato Giuseppe Benedetto Dusmet, Vescovo; San Platone, Abate in Bitinia; San Pietro di Poitiers, Vescovo.