Santo Emanuele, ‘Dio è con noi!’. Con questa traduzione dall’ebraico introduciamo la celebrazione che in tutta la Chiesa, nella giornata del 26 marzo, esalta e celebra la confortante presenza e venuta di Nostro Signore fattosi carne per salvare l’umanità dal peccato e portare le parole di speranza, pace, giustizia, amore e fratellanza come credo universale dal quale nascerà il Cristianesimo originario. La frase ebraica è la traduzione del nome Emanuele, e chi altri non è Emanuele (Dio è con noi) se non Gesù Cristo? Parleremo in seguito di Sant’Emanuele, ma ora è giusto focalizzarsi sull’etimologia del nome per capirne l’importanza.
Già sei secoli prima della venuta di Nostro Signore, il profeta Isaia aveva predetto l’arrivo di Dio in Terra tramite un figlio, Emanuele nei sacri testi, Gesù nei Vangeli, il Messia che tutti attendevano come testimonianza incarnata dell’esistenza di Dio e come guida per un popolo che aspettava il redentore che portasse il Verbo sotto forma di prediche, parabole, miracoli, testimonianze che generarono nella vita di Cristo un seguito incredibile di fedeli e adepti dai quali nacque la prima Chiesa Cristiana. Dovremmo riflettere di più sull’importanza di chiamare Emanuele, o Emanuela, il proprio figlio o figlia, in tutte le traduzioni linguistiche nel mondo, come Manolo in ispanico, Emanuel e Manuela in tedesco, Emmanuel ed Emmanuelle in francese, nomi che sono tributi diretti a Gesù, la prova che Cristo si è fatto carne per portare la presenza di Dio tra gli uomini.
Santo Emanuele, un gruppo di Martiri cresciuti quasi nello stesso periodo
Ma esiste un Santo Emanuele? Assolutamente sì, e la sua figura si perde nelle epoche dei primi martiri d’Oriente, viene celebrato assieme a Sabino, Quadrato e Teodosio e ad altri martiri della Chiesa: il 26 marzo celebriamo un martire che portava un nome fondamentale nell’etimologia biblica non solo Cristiana. Celebriamo quindi assieme a Sant’Emanuele un gruppo di martiri nati e cresciuti spiritualmente quasi nello stesso periodo, in Oriente: San Quadrato, ad esempio, era un Vescovo martirizzato dalla Roma pagana dopo essere stato allontanato e diffidato dal continuare le sue prediche di evangelizzazione, ma Quadrato perseverò, conscio della fine che sarebbe presto giunta, sino al momento del giudizio imperiale.
Con l’esempio di Quadrato e la sua volontà di non cedere alle minacce dei governatori e dagli inviati da Roma altri trentanove religiosi nel nome di Gesù Cristo iniziarono a predicare la Parola di Dio, consapevoli del rischio che avrebbe generato la loro tenacia e tutti furono giustiziati nell’illusione che Roma imperiale avrebbe potuto frenare l’ascesa delle dottrine cristiane in Oriente per poi giungere sino all’Impero d’Occidente, a Roma. Cosa che avvenne come la storia c’insegna nonostante i delitti nel nome dell’Impero e delle sue fedi pagane. Proprio per questa fiducia nella Parola di Dio, Emanuele e gli altri Santi con lui raggruppati nella celebrazione del 26 marzo sono considerati ‘protettori della fiducia’ ed anche se nel nome di Emanuele non abbiamo testimonianza di patronati in Italia o in Europa Occidentale, il ricordo di quei martiri viene celebrato nelle Chiese cattoliche ricordando di quanto forte può essere la volontà dell’Uomo nel portare il Verbo tra chi è alla ricerca della Parola di Dio.
Gli altri Beati di oggi
Nello stesso giorno celebriamo tra gli altri: Santi Baronto (Baronzio) e Desiderio, Eremiti a Pistoia; San Bercario, Abate; San Castulo, Martire.