Quarto Grado ha aperto ieri con il drammatico caso di Santo Romano, il 19enne di San Sebastiano, vicino a Napoli, che è stato ucciso da un 17enne, dopo un disguido la notte di Ognissanti. Il talk del quarto canale ha mandato in onda alcuni frame che mostrano quelli che sembrerebbero essere gli attimi precedenti la morte del povero Santo Romano, che non chiariscono al 100 per cento la dinamica ma che non giustificano il colpo di pistola ricevuto dal 19enne.
Secondo quanto sostiene il killer 17enne, già reo confesso, avrebbe sparato per difendersi dal lancio di pietre ma anche da un’aggressione di Santo Romano e dei suoi amici, ma i frame emersi mostrano una situazione decisamente diversa.
SANTO ROMANO, LA MAMMA: “HO PAURA CHE LA GIUSTIZIA…”
Ieri la signora Filomena, mamma del ragazzo, è stata ospite del talk condotto di Gianluigi Nuzzi, ed ha spiegato: “Io voglio credere nella giustizia ma ho un po’ paura, la giustizia fa poco per questi ragazzi, non accetto uno sconto di pena, un premio, una riabilitazione perchè è minorenne, prima deve scontare una giusta pena e poi dopo forse si rimetterà nella società”.
La famiglia del ragazzo ha scritto una lettera di scuse e di perdono, e la mamma di Santo Romano ha replicato: “A me non interessa – risponde lei – io non accetto scuse, per il momento io e mio figlio siamo già stati condannati a fine pena mai, il loro figlio ancora vive e respira. Non lo perdonerò mai questo ragazzo, sono una mamma anche io ma non potrei mai perdonare. Scusa di cosa? Scusa ti ho ammazzato tuo figlio? Ma tu il tuo figlio lo vedrai tutte le settimane mentre io lo vedrò solo al cimitero”. E ancora: “Mio figlio era bellissimo, era uno spettacolo in tutti i sensi, una bellezza interiore ed esteriore, era veramente un angelo, un santo”.
SANTO ROMANO, LA MAMMA: “IL RICORDO CHE HO DI LUI…”
La mamma ha proseguito: “Il ricordo che ho di lui? Era un ragazzo buono, voleva che tutte le cose dovevano essere fatte come lui decideva, io e mio figlio facevamo ancora tutte le cose assieme, non si faceva la sua vita da sola”.
“Mio figlio e i suoi amici stavano a San Sebastiano perchè era un posto tranquillo, dove non c’era movida, oppure se ne stavano a casa mia o in una sala di ristoro che abbiamo nella nostra abitazione, loro prendevano i cornetti, il latte, scherzavano fra di loro, facevano dei video, mettevano le casse col microfono, guardavano le partite. Lui a 19 anni veniva ancora con me in vacanza”. Quindi la mamma di Santo Romano ha concluso con un appello: “Io voglio che lo stato intervenga, non è possibile che anche dai carceri fanno TikTok, foto, come è possibile tutto questo? Questi ragazzi sono sorvegliati, sono educati? Lo stato dove sta?”.
SANTO ROMANO, LE PAROLE DELL’AVVOCATO DELLA FAMIGLIA
In collegamento con Quarto Grado anche Marco De Sciociolo, l’avvocato della famiglia di Santo Romano, che ha replicato alla difesa secondo cui il 17enne che avrebbe ammazzato il 19enne, come detto sopra, avrebbe agito solo per legittima difesa: “Ogni accusa rivolta a Santo di essere l’artefice di queste aggressioni, ogni volta che Mena senta un’accusa del genere si avvicina al crollo. Noi riconosciamo il diritto all’indagato di dare la sua versione e mentire ma lanciare accuse a Santo lo troviamo assurdo”.
E ancora: “Dal giorno in cui è morto Santo abbiamo registrato varie versioni come il lancio di pietre, gli amici che circondano l’auto, poi gli amici che lo tirano per il braccio… non si ammazzano persone perchè ti tirano il braccio, è omicidio. E sul fotogramma in cui si vede Santo Romano che sembra sbracciarsi come se volesse tirare qualcosa… a parte che non significa che l’ha tirato e poi questo lancio di pietre non è mai stato repertato dalla polizia giudiziaria e non è mai stata trovata alcuna pietra in zona. Poi l’auto dell’indagato è a distanza da diversi metri, anche se fosse stato lanciato un oggetto l’indagato aveva tutta la possibilità di andare via e invece è rimasto li”.