Come ogni anno il 26 dicembre si celebra Santo Stefano. L’importanza religiosa di questo Santo è incommensurabile: egli fu il primo martire in assoluto, e la ricorrenza ad egli associata è il 26 dicembre perché Stefano fu il primo Santo, in ordine cronologico, a donarsi al martirio dalla nascita di Gesù Cristo. Le sue gesta e le sue motivazioni sono state associate a quelle del martirio stesso, portando tutti gli altri Santi nei secoli a seguire a dover seguire il suo stesso percorso per poter beneficiare della canonizzazione come martiri.



L’esistenza stessa di Santo Stefano è prova inconfutabile che le gesta del Signore Gesù Cristo non ebbero inizio con la sua morte e successiva resurrezione nell’anno 27, tutt’altro: le sue gesta erano perdurate per gli anni precedenti e avevano lasciato un segno negli animi di tutti i credenti, di tutti gli esseri umani che avevano accettato la parola di Dio e avevano accolto il Cristianesimo come la propria fede. Non a caso, nella penisola italiana sono presenti 14 comuni a lui dedicati.



Santo Stefano, la sua vita

Non si hanno molte notizie riguardanti Santo Stefano, probabilmente poiché visse tanti anni or sono e le testimonianze a suo riguardo sono andate perdute o sono tutt’ora indecifrabili. Quel che si sa è che Santo Stefano fu l’emblema del martirio, il santo che plasmò l’ideale di martire e che donò i primi connotati a questa figura, connotati che verranno ripetuti nei secoli a seguire da qualsiasi altro martire. Di probabile discendenza greca, Stefano fu eletto in gruppo di sette discepoli scelti dagli Apostoli per concentrarsi nella preghiera e nella predicazione della Parola di Dio. Santo Stefano si distinse in questo compito, convertendo un grande numero di ebrei della diaspora al cristianesimo. Gli ebrei che non optarono per la conversione accusarono quindi il Santo di blasfemia contro Dio stesso e, tramite false testimonianze, fu catturato.



Alla richiesta di spiegazioni del popolo ebreo, Santo Stefano imbastì un discorso a supporto della religione cristiana, suscitando l’ira dei presenti che lo trascinarono al di fuori delle mura della città, linciandolo. Le spoglie del santo furono, contrariamente alla consuetudine del tempo, seppellite da persone pie esterne alla folla iraconda che lo aveva aggredito. La leggenda narra che secoli le spoglie di Santo Stefano furono trovate grazie ad un sacerdote, tale Luciano di Kefar Gamba che, avuto in sogno un incontro con Gamaliele, istruttore di San Paolo. Fu lo stesso Gamaliele a rilevare a Luciano dove ritrovare le spoglie di Santo Stefano e degli altri martiri con lui caduti: da allora, le spoglie del Santo sono proliferate e si sono disperse in tutti gli angoli del mondo, con una buona concentrazione presente in Italia, in particolare a Roma.