A Storie Italiane si torna a parlare della vicenda del Santone Capuana di una comunità catanese, accusato di abusi verso alcune ragazze minorenni. Il programma di Rai Uno ha ascoltato una madre di una vittima, una delle sette famiglie che ha denunciato il Santone: “E’ stato nel lontano 2012 che ci siamo avvicinati a questa comunità, era tutto programmato sulla preghiera e sulla religione quindi non avevi il sentore di qualcosa di strano nel modo più assoluto, si andava per pregare, si andava in Chiesa, veniva il Vescovo, c’erano sacerdoti, quindi mai avresti immaginato cosa succedeva all’interno”.
La Curia, va chiarito, si è costituita parte civile nei confronti del processo al Santone Capuana: “Avvenivano abusi alle ragazzine che frequentavano – ha proseguito la mamma di una vittima – eravamo un gruppo di preghiera ma c’erano momenti particolari in cui il santone voleva che le ragazze andassero a casa sua per dei momenti più intimi e partecipavano un bel po’ di ragazzi”.
SANTONE CAPUANA, L’AVVOCATO DELLA VITTIMA: “TEMPRI PROCESSI LUNGHI”
C’è in corso un processo al Santone Capuana ma questi ha deciso di non presentarsi in quanto non intende rispondere: “Non riesco a capire, se professano tanta verità perchè non si sono presentati in tribunale per venire ascoltati?”, ha commentato ancora la madre in diretta a Storie Italiane.
L’avvocato della donna ha quindi preso la parola, spiegando: “La vicenda giudiziaria è molto complessa e non dimentichiamo che portò all’arresto del Santone e di altre persone. Il soggetto aveva creato un’associazione di natura religiosa che raggruppava centinaia di famiglie, a volte c’erano migliaia di partecipanti. Gli avevano dato fiducia e le mamme gli affidavano la sera, la domenica, le figlie minorenni. Nel tempo il tutto è stato scoperchiato. Non tutti comunque si sono schierati contro il Santone, visto che talmente è alto il legame instaurato che non hanno accettato la realtà”. Purtroppo il processo sta risultando estremamente lungo: “La giustizia ha dei tempi, sono passati anni e siamo ancora nella fase dei testi dell’accusa, e le vittime ritengono sia passato troppo tempo”.