“LE OCHE, I CANI”: IL DISCORSO VIRALE DI MATTIA SANTORI IN CONSIGLIO COMUNALE

«È difficile per chi come me non ha animali domestici capire il rapporto che si crea tra una persona e un cane»: già con questa premessa il discorso in Consiglio Comunale a Bologna del consigliere Mattia Santori aveva tutte le credenziali per divenire “virale”. Ma è quando ha iniziato a parlare di oche, di animali sbranati e di “aneddoti familiare su coppie di pennuti” che il web è letteralmente “esploso”. Passare dalle Sardine alle oche, insomma, è stato troppo anche per la rete.



Per Santori – noto alle cronache politiche due anni fa per essere stato la giovane speranza della sinistra contro la Lega in Emilia Romagna – il discorso presentato negli scorsi giorni in Aula del Comune di Bologna si aggiunge alla (lunga) lista di “gaffe”/stranezze prodotte nei suoi primi due anni di attività politica. Eletto tra le file del Pd (per chi si era invece distinto come proposta di una “nuova politica oltre i partiti”), il leader delle Sardine si è presentato in Consiglio per manifestare solidarietà al consigliere comunale Davide Celli: uno penserà magari per dei legami con l’Ucraina, per problemi politici gravi, o addirittura per un possibile contagio di Covid-19. E invece no, per un lutto. Un lutto di oche. «È difficile per chi come me non ha animali domestici capire il rapporto che si crea tra una persona e un cane», ha detto Santori, «figuriamoci tra un uomo e due oche scontrose e chiassose, ma ho avuto modo di vedere la casetta che Davide ha costruito per proteggere le sue oche dalle faine, di percepire la costanza di chi ha sviluppato ricordi, immagini e aneddoti familiari insieme a una coppia di pennuti».



SANTORI, LE SARDINE E LE OCHE: CHI CI SCHERZA, CHI NO…

Un discorso del genere – che potete comunque gustarvi nel tweet qui sotto – non poteva certo passare in sordina (o sardina? Scusate, non abbiamo resistito…), con diverse interazioni avvenute in primis con la risposta del leader di Azione Carlo Calenda: «Per cortesia dovete ascoltarlo. La tragica perdita di due pennuti. Due minuti di intervento. Durante la guerra. Questi sono quelli che si erano autonominati ‘eredi dei partigiani’».

Qualcuno si diletta a immaginarsi una possibile “risposta” a Santori partorita dal professore Alessandro Orsini, che tanto “spopola” nei talk show politici in questi giorni di guerra in Ucraina: «ma le oche cosa avevano fatto? Sicuramente hanno provocato il cane. Perché non si sono arrese subito?». Un altro utente su Twitter immagina la fuga di tutte le oche emiliane e il loro dramma personale: «Forte preoccupazione nella popolazione delle oche, dopo il drammatico racconto di Santori ex sardine. Il pathos, l’emozione, il racconto quasi fosse telecronaca in diretta, ha gettato nello sconforto milioni di oche. Sono attese in migliaia, al di là dell’Appennino, in fuga». C’è chi ci scherza e chi invece prova a “bacchettare” i tanti detrattori di Mattia Santori: su tutte, la giornalista Selvaggia Lucarelli che prende la storia dal lato meno ironico possibile, «Pochi mesi fa una ragazza di 20 anni è morta sbranata da cani lasciati incustoditi dai padroni. Oggi sono le oche, domani può essere il tuo cane al parco o tuo figlio. Il problema è serio e importante, non lo ridicolizzerei».



LA REPLICA DELLA SARDINA: “MEGLIO LA FRAGILITÀ DELLE OCHE AL CINISMO DEGLI SCIACALLI”

Come amava ragionare Hegel, c’è una tesi, una antitesi e poi alla fine c’è sempre una sintesi: ecco che, nel caso “Oche-Gate”, Santori rappresenta una sintesi forse ancora più “strampalata” della sua “tesi” iniziale.

Al discorso in Consiglio Comunale divenuto virale non solo a Bologna, il consigliere eletto tra le file del Pd replica con un lungo post su Facebook in cui mixa qualche ammissione ironica – «Diario di un consigliere: 6, vietato parlare di oche» – a qualche stilettata contro chi lo ha deriso in queste ore. «Durante l’intervento mi si è spezzata la voce, perché conosco bene Davide e so quanto sia doloroso per un animalista come lui perdere i propri animali a causa di altri animali. Quando ho scelto di intervenire sapevo che avrei prestato il fianco ai miei perseguitatori social. Una sardina che parla di oche è oggettivamente una bella base per fare incetta di like», scrive Mattia Santori sul suo profilo ufficiale. Si sente perculato e ammette che gli ha dato fastidio, ma «lo rifarei assolutamente». E il motivo lo esprime subito dopo, lanciandosi in un paragone-confronto a dir poco arzigogolato: «Ci sarà sempre una parte della barricata che continuerà a considerare più strategico farsi i selfie con i cagnolini, che alle oche preferirà i #gattiniperSalvini, che non vedrà l’ora di sminuire e ridicolizzare i gesti di rispetto e vicinanza. Ma ci sarà anche un’altra parte della barricata, forse minoritaria, che al cinismo degli sciacalli sceglierà sempre l’empatia delle sardine, la fragilità delle oche. O semplicemente, la commozione degli esseri umani».