Scintille tra Mattia Santori e Claudio Borghi a “Piazzapulita” sul coprifuoco. Il leader delle Sardine ha attaccato Matteo Salvini per aver lanciato una petizione contro, ma le sue parole non sono piaciute al deputato della Lega. Ne è nato quindi uno scontro che ha infiammato anche i social. Indignato per il comportamento del leader della Lega, Santori si è lasciato andare ad attacchi all’ex ministro. «Chi è che spendeva 2mila euro su Facebook per dire no al coprifuoco? Il suo leader di partito, dalla sua pagina Facebook, dieci giorni fa spendeva 2mila euro per rilanciare un post ed una petizione contro il coprifuoco», ha cominciato Santori rivolgendosi all’onorevole Borghi presente in studio. Per il leader delle Sardine è tutta una strategia: «Questo che cos’è? È un gioco delle parti. Poi io non è che critico… ma questo è uno specchietto per le allodole». Inoltre, per Santori è inconcepibile che ad opporsi al coprifuoco sia un esponente della maggioranza: «Ma se siete al governo… Lo posso dire io “No al coprifuoco”, lo può dire Formigli, ma non lo può dire Salvini che è al governo».
SANTORI VS SALVINI, BORGHI LO GELA…
«Salvini al governo sa benissimo che c’è un tema sanitario», ha precisato Mattia Santori a “Piazzapulita”. Quindi, quel che fa il leader della Lega è «parlare alla pancia del suo elettorato esattamente come Letta ha bisogno di parlare… è il vostro lavoro». Quindi, Claudio Borghi ha replicato: «Ma a lei piace il coprifuoco? Fa danni anche ai giovani… Se Salvini chiede una cosa giusta non va bene perché la propone lui? A lei il coprifuoco sembra una cosa giusta?». Santori ha insistito che l’opposizione di Salvini al coprifuoco è una strategia per attirare voti. «A nessuno piace il coprifuoco. Secondo lei nessun altro lo vorrebbe togliere?», ha proseguito il leader delle Sardine. «Quindi io scrivo “Santori premier” perché dico che a me non piace la puzza di cacca nelle strade. Questo è il modo in cui voglio andare al governo?». Per Santori c’è «un modo molto più intelligente e molto più consapevole per educare il proprio elettorato». Ma Borghi si lascia andare solo ad un commento finale: «Deve essere, credo, troppo intelligente per me, non riesco proprio a capire».