Michele Santoro all’attacco della Rai. Il giornalista e scrittore si è scagliato contro l’informazione che offre la tv di Stato riguardo la guerra in Ucraina durante il suo intervento a L’Aria che tira. «Siamo un paese storicamente sospeso tra Stati Uniti e Russia, siamo una specie di paese intermedio, un punto di congiunzione tra Occidente e Oriente. La mia domanda è: in Rai ci sono 1700 giornalisti, quanti hanno preso posizione critica sulla guerra? Te lo dico io: quasi nessuno», ha detto a Myrta Merlino. «Siamo più americani o più russi nella Rai? Poniamoci questa piccola domanda», ha proseguito Santoro.
Quindi, ha spiegato dove cresce il movimento pacifista. «Se l’informazione ufficiale è così omogenea e militarizzata, cosa reste per contrapporsi a questo? La Rete, dove i pareri sono divergenti. Dovrei bombardare le communities che non sono d’accordo col pensiero dominante? Siete caduti dal letto se mi fate una domanda del genere». Michele Santoro ha poi provocatoriamente incalzato: «Bombardiamo l’informazione che fa la Rai. Cerchiamo di aprire un dialogo».
MICHELE SANTORO E IL “MURO” DI PD E M5S IN RAI
Non è mancata una critica alla classe politica, in particolare quella che «gestisce» la Rai. «Quando ti rivolgi a Pd e M5s, che gestiscono la Rai, per cercare di aprire un ponte di discussione, nemmeno ti rispondono. Non rispondono a milioni di persone. Che cosa dobbiamo fare noi? Vedere il blob delle nostre posizioni? Queste posizioni andranno all’assalto del pensiero unico per imporre il tema della pace. E non farò discriminazioni», ha aggiunto Michele Santoro a L’Aria che tira.
Nell’intervista ha quindi spiegato come è nata la sua battaglia pacifista: «Mi sentivo schiacciato dall’informazione data su questa guerra. Ero sbalordito, mi ha stupito il consenso che ho avuto. Voglio strappare il bavaglio alla parola pace. 800 milioni rischiano di morire di fame!». Ma anche l’Ucraina ha le sue colpe secondo Santoro: «Gli ucraini hanno bombardato il Donbass una settimana prima dell’invasione. Vorrei intervistare Zelensky, vorrei dirgli di dare maggiore autonomia alle province del Donbass».