Michele Santoro di nuovo all’attacco. Il giornalista e scrittore, che nei giorni scorsi si era scagliato contro il modo di fare informazione della Rai in relazione alla guerra in Ucraina, ora torna ad esprimere tutta la sua contrarietà per il modo in cui vengono “etichettati” coloro che si schierano contro l’invio delle armi in Ucraina, a favore invece di una soluzione diplomatica del conflitto. «Ma tanto la cosa più facile da dire a qualcuno è dire che in primis filo-putiniano, poi filo-orsiniano… Filo-Santoro non lo dicono, forse spaventa questa cosa, perché chissà magari fanno un partito e allora diventa un problema», la battuta ai microfoni di Non è l’Arena, a margine della conferenza stampa per l’appello diretto al Parlamento.

A tal proposito, Michele Santoro ha escluso una sua discesa in campo: «Ci mancherebbe, che so’ Marx? Non ho capito, manco lui c’era riuscito». Riguardo la mancata presenza del professor Alessandro Orsini: «A me avrebbe fatto piacere che venisse, anche Travaglio. Mi avrebbe fatto piacere che lo schieramento si allargasse».

ANCHE SABINA GUZZANTI TRA PACIFISTI “SERVE DIBATTITO VERO”

Non è l’Arena ha trasmesso anche alcuni stralci della conferenza stampa di Michele Santoro: «Parlare di una escalation di Putin nei confronti di tutta l’Europa è pura propaganda. In questo momento i russi non ce la fanno nemmeno a tenere sotto controllo l’Ucraina. Quindi, continuare a dire che vanno a invadere la Polonia o qualche altra cosa, vuol dire fare propaganda». Poi ha alzato i toni: «Noi europei che cavolo facciamo in tutto questo? Guardiamo? Siamo impotenti. Chi comanda le operazioni in Europa? Stoltenberg? Ma quello è un filo americano, vogliamo toglierlo di mezzo e mettere un francese o un tedesco?».

Al suo fianco Sabina Guzzanti, anche lei schierata tra i pacifisti: «Bisogna che ci sia una discussione pubblica, politica, che ci sia un dibattito vero, non questo surrogato di dibattito che vediamo in televisione, che per me è assolutamente insoddisfacente. (..) All’epoca c’erano dei partiti politici, delle organizzaioni che rappresentavano il pacifismo e oggi non hanno più nessuna forza».