Il direttore del parco naturale di Bracciano-Trevignano, Daniele Badaloni, ai microfoni di “Storie Italiane” è intervenuto sull’argomento relativo al Santuario della Madonna di Trevignano. L’amministratore pubblico ha parlato in particolare dell’opera realizzata in maniera non lecita, per via della presenza di un vincolo paesaggistico esistente sul terreno su cui sorge: “Un illecito non viene commesso in un giorno – ha affermato Badaloni –. Lente parco ha anche emesso un’ordinanza di ripristino, impugnata dall’associazione, ma divenuta esecutiva dopo i vari gradi di giudizio. Questo è un segnale della bontà del nostro operato, che ha il solo interesse di fare rispettare le regole”.



Il direttore Badaloni ha aggiunto, in riferimento al Santuario della Madonna di Trevignano, che “i nostri provvedimenti come ente parco li abbiamo attuati e il giudice li ha confermati, ma purtroppo l’iter burocratico presuppone che ci sia anche la possibilità di difendersi, con tempi tecnici da rispettare per le valutazioni. L’ordinanza nel contempo è divenuta esecutiva, quindi quell’area dovrà essere sgomberata e questa è una novità recente”.



SANTUARIO MADONNA DI TREVIGNANO, L’ENTE PARCO: “DOBBIAMO FARE RISPETTARE LE REGOLE”

Il direttore Badaloni, in diretta su Rai Uno, ha altresì asserito che le regole “valgono per tutti e sono tutte uguali. A me non interessa la natura delle attività che vengono svolte in loco. Il nostro ente parco deve fare una valutazione paesaggistica, tesa a rilasciare le autorizzazioni necessarie. Quello del Santuario della Madonna di Trevignano è un terreno agricolo e, di conseguenza, dobbiamo applicare la normativa di settore”.

Non è tutto; infatti, si tratta di “una zona particolarmente fragile sotto il profilo idrico e l’autorizzazione per la realizzazione di un pozzo (che la onlus della veggente avrebbe voluto realizzare per prelevare acqua benedetta, ndr) può essere rilasciata soltanto in casi specifici. Noi amministratori pubblici dobbiamo leggere le norme e le richieste effettuate e agire di conseguenza. Per questo abbiamo vietato di realizzare un pozzo”.