Le sanzioni disciplinari non si verificano soltanto sul lavoro. Fuori dall’azienda il dipendente (del settore pubblico o privato che sia) deve attenersi a mantenere un comportamento che non gravi sul quadro aziendale.
Negli anni la Corte di Cassazione si è pronunciata in diverse occasioni ritenendo legittimo il licenziamento laddove un lavoratore manchi di rispetto o professionalità o ancora il suo atteggiamento può gravare sull’immagine aziendale commettendo di fatto un “illecito”.
Sanzioni disciplinari in orari extra lavorativi: quando sono ammesse
Esistono casi e casi. Tuttavia le sanzioni disciplinari possono essere applicate anche in orari extralavorativi (sempre analizzando minuziosamente l’accaduto). L’articolo 2104 del Codice Civile attribuisce al datore di lavoro un potere di controllo e direttivo – limitandone l’abuso – nei confronti dei lavoratori.
L’articolo legislativo punisce i lavoratori per una possibile e mancata diligenza nell’esecuzione della prestazione lavorativa, qualora si verificasse l’insubordinazione al superiore gerarchico (come da articolo 2104 comma 2) e in caso di violazione dell’obbligo di fedeltà (articolo 2105).
Invece la possibilità di recedere unilateralmente viene permessa soltanto quando vi è “una causa che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto”.
Sull’argomento occorre fare una premessa importante sottolineando quanto pronunciato dalla Cassazione il 3 ottobre del 2000 con la sentenza numero 13144:
I comportamenti tenuti dal lavoratore nella vita privata ed estranei all’esecuzione della prestazione lavorativa […] non possono rilevare ai fini della dedotta giusta causa di licenziamento, allorché non abbiano prodotto effetti riflessi nell’ambiente di lavoro e tanto meno nociuto al prestigio del datore di lavoro.
Gli esempi pratici
I comportamenti che si riflettono sull’ambiente di lavoro possono essere variegati e non obbligatoriamente connessi all’ambiente di lavoro o a delle circostanze annesse e connesse all’impiego.
Per una maggior chiarezza riportiamo qualche esempio che negli anni è stato condannato dalla Cassazione che ha ritenuto valide le sanzioni disciplinari (fino al licenziamento giustificato) in orari extra lavorativi:
Nel 2013 un lavoratore è stato denunciato di violenza sessuale le cui generalità, l’azienda e il posto di lavoro sono stati diffusi a mezzo stampa (comportamento lesivo che gravano sull’imprenditore e sugli organi aziendali).
Nel 2000 un bancario è stato punito per aver emesso degli assegni a vuoto (un comportamento lesivo che si riflette nel campo dell’attività professionale svolta); o ancora quando nel 2022 un dipendente è stato sorpreso a spacciare sostanze stupefacenti fuori orario di lavoro e in prossimità degli uffici aziendali.