In Italia c’è un acceso dibattito sull’opportunità o meno di portare al 2% del bilancio i fondi destinati alle spese militari. Il bello è (si fa per dire) che tra chi obietta non prevale il rifiuto pacifista all’uso delle armi, ma la preoccupazione per i sacrifici che una scelta di questo tipo imporrebbe agli italiani, già provati dalla crisi economica creata dalla pandemia.
Già, è vero. A prescindere dall’incremento delle spese militari, bisogna pur dire alla gente che, se non altro a causa delle sanzioni, bisognerà presto mettersi nell’ottica di fare sacrifici.
E questa volta non toccherà solo a quelle generose famiglie che ospitano ucraini e a quei coraggiosi volontari che li assistono come possono. Questa volta toccherà a quei molti, sicuramente contrari alla guerra, ma che delle conseguenze della guerra non vogliono saperne nulla. “Ma sei matto, ma vuoi che io rinunci a…”. Insomma, diciamolo pure, ci sono tante forme di populismo, e sembra che Orbán abbia molti più seguaci di quello che pensavamo, anche tra quelli che lo accusavano di essere fascista.
Il fatto è che comincia a profilarsi una nuova probabile necessità, che, come dicevo in un articolo precedente, deriva da quella dell’inevitabile ricostruzione delle strutture dell’Ucraina. In questo settore, guarda caso, proprio noi italiani abbiamo imprese, famose in tutto il mondo, specializzate nella costruzione di strade, ponti eccetera. In più mi sa tanto che non mancherebbe un sostegno economico sostanzioso da parte della comunità internazionale, soprattutto da parte di quei Paesi che devono lavarsi la coscienza per la loro inattività dimostrata fino a questo momento sulla questione della guerra. Vuoi vedere che la ricostruzione dell’Ucraina darebbe una mano a tante nostre aziende e ai loro lavoratori?
Lo so, penserete che stia diventando cinico. No, sono semplicemente realista. Se in cambio di un uso limitato delle auto e di un riscaldamento che incrementerebbe la vendita di maglie di lana, ci fosse la garanzia di salvare il Pil? E poi, se alla fine si facesse quella pace che conviene a tutti, vuoi vedere che i russi, anche per loro necessità, ci inonderebbero di petrolio?
Comunque, in ogni caso, ho cominciato ad andare in centro a piedi, cosa che fa bene alla dieta. E poi, dopo vent’anni di sopravvivenza nella Siberia asiatica, volete che a uno come me faccia paura un po’ di freddo italiano?
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