Harald Mahrer, presidente della Camera di Commercio in Austria, ha reagito alle parole del ministro della Salute Johannes Rauch, il quale aveva asserito che Mahrer era interessato a stendere il tappeto rosso a Vladimir Putin per potersi tenere stretto il gas a basso costo. Mahrer, dal canto suo, a dichiarato al quotidiano austriaco “Kurier” che “si tratta di un’insinuazione. Rifiuto assolutamente la guerra di aggressione russa e non sono affatto contrario alle sanzioni, la politica serve a questo”.
Ciò che contesta Mahrer è che, riferisce la testata giornalistica, il capo di gabinetto del presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, Björn Seibert, avrebbe avuto contatti settimanali con i principali esperti del governo statunitense da inizio 2022 per definire le caratteristiche principali del regime di sanzioni transatlantico. Successivamente, a gennaio, settimane prima dell’effettivo scoppio della guerra, sarebbero stati presentati i cinque possibili scenari di guerra e i corrispondenti regimi di sanzioni, con un principio generale di base: quanto più ampia sarà l’aggressione di Putin, tanto più dura sarà la risposta delle sanzioni.
HARALD MAHRER: “SANZIONI ELABORATE CON METÀ CERVELLO”
L’accusa di Harald Mahrer, dunque, risiede nel fatto che “le sanzioni sono state apparentemente pensate con una sola metà del cervello. Se gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno lavorato sulle sanzioni da novembre, perché non si è lavorato da novembre anche sulla sicurezza delle forniture energetiche?”.
Del resto, “già nella seconda settimana di guerra, le parti sociali nazionali avevano segnalato il pericolo per le forniture energetiche. È evidente che le sanzioni non sono state pensate fino in fondo. Guardate cosa sta accadendo con il petrolio russo: viene acquistato su larga scala dall’India e finisce – con un corrispondente ricarico – nei Paesi industrializzati occidentali, sempre attraverso deviazioni”.