Elezioni Europee 2024, quali sono le sanzioni per chi non vota? Dalle notizie e sondaggi che hanno recentemente rilanciato l’allarmismo sul possibile astensionismo in Italia per il voto del prossimo 8 e 9 giugno 2023, sono iniziate a circolare anche voci sulle possibili conseguenze legali per chi non si recherà al seggio per esercitare il proprio diritto di voto. La tendenza, che potrebbe confermare l’andamento degli ultimi anni, con grandi percentuali di popolazione che sceglie di non votare, specialmente al Sud, ha riacceso le polemiche in merito al pericolo che la preferenza di quasi il 50% degli italiani sia quella di non scegliere nulla.



In realtà le informazioni sui rischi e le sanzioni per chi non vota alle elezioni Europee 2024 sono per la maggior parte bufale, perché su questo punto la legge è molto chiara e stabilisce che il voto è un diritto e soprattutto un dovere civico, ma non è un obbligo. Quindi di fatto non spetta nessuna multa o segnalazione. Tuttavia restano alcune credenze popolari, che nelle varie occasioni vengono ripresentate come vere e che si basano in realtà su false notizie, alcune però che hanno una base di verità. Questo perché in passato veniva specificato in un certificato che l’elettore non aveva esercitato il proprio diritto con la scritta “Non ha votato“.



Elezioni Europee 2024: la bufala delle sanzioni per chi non vota, il provvedimento abrogato nel 1993

Sanzioni e multe per chi non vota alle Elezioni Europee 2024, nonostante le fake news che periodicamente in tempo elettorale si ripresentano e che vorrebbero far credere che la legge possa imporre multe e provvedimenti legali per chi non va al seggio o si reca alle urne e dichiara pubblicamente di non voler indicare alcuna preferenza, la normativa italiana stabilisce criteri differenti. Cioè che non esiste più la sanzione. Le bufale però continuano a circolare perchè, questo criterio di valutazione, è stato modificato soltanto nel 1993.



Precedentemente infatti, il decreto del 1957 aveva stabilito: “L’esercizio del voto è un obbligo al quale nessun cittadino può sottrarsi senza venir meno ad un suo preciso dovere verso il Paese“, introducendo anche l’iscrizione in apposite liste pubbliche di buona condotta dove venivano elencati i nomi dei cittadini non votanti. L’abrogazione di questa norma ha di fatto reso questa facoltà libera, anche e resta la dicitura del voto come “Dovere civico“, come previsto nell’articolo 48 della Costituzione. Dunque è legittimo anche scegliere l’astensionismo, così come la scheda bianca e l’annullamento.