Gurijew: “Le sanzioni in Russia? Spaventano gli oligarchi”

Sergej Gurijew è un noto esperto di economia, autore del programma economico del politico russo Alexei Navalny, e recentemente ha commentato, sulle pagine del tedesco Die Presse, la sanzioni che l’occidente ha imposto sulla Russia. Seppur non sembrino ancora funzionare concretamente, secondo lui avranno un effetto commisurabile nel lungo termine, soprattutto da quando diventerà effettivo l’embargo sul petrolio russo e sulle importazioni di tecnologia avanzata, che isoleranno ulteriormente il Cremlino.



L’unica strada che Putin dovrebbe intraprendere è negoziare la pace, per poi arrivare a rinegoziare anche le sanzioni imposte contro la Russia. Queste, secondo l’economista, nel corso della storia, “sono state facili da introdurre ma difficili da revocare” ed in questa situazione “è ancora più difficile”.  Tuttavia, crede anche che “Putin non lo farà. Ma una cosa è chiara: senza la revoca delle sanzioni, la Russia non sarà più in grado di creare crescita economica“. Ritiene, però, che “per il momento” Putin abbia ancora abbastanza soldi per la guerra. Ma non sappiamo per quanto tempo”. Infine, sostiene che sarebbero soprattutto i gerarchi ad avere “paura, perché hanno ancora affari in Russia o hanno parenti lì” e le sanzioni peserebbero su di loro meno che il costo di esporsi contro Putin o contro la guerra.



In Russia le sanzioni funzionano?

Tornando a parlare delle sanzioni in Russia, l’esperto economista Gurijew sostiene che “mai prima d’ora ce ne sono state così tante contro un solo paese”. Però l’economia russa non è scesa del 10% inizialmente previsto, limitandosi ad appena il 3% misurato. “Il declino economico“, spiega l’economista, “continuerà nel 2023. Ha resistito per via dell’embargo sul petrolio che è stato introdotto solo a dicembre e l’embargo sui prodotti petroliferi seguirà solo a febbraio”.

L’economia della Russia, nonostante le sanzioni, avrebbe resistito perché promossa dalla produzione di armi, ma “in realtà la qualità della vita è diminuita, le vendite al dettaglio sono calate del 10%”. Senza la guerra, ritiene Gurijew, “il Pil dovrebbe crescere del 3%. Una discrepanza enorme”. “La Russia”, spiega ancora l’economista parlando dell’effetto delle sanzioni, “non pubblica molti dati economici. Sappiamo che c’è un deficit di bilancio, ma non sappiamo come sono distribuite esattamente le spese e quanto ancora andrà alla difesa. La diminuzione delle riserve valutarie è esplosiva perché Putin non può prendere in prestito denaro e non può stamparne a causa dell’elevata inflazione”. Per conoscere l’effetto che avrà la guerra sull’economia russa, conclude l’esperto, bisogna attendere di capire “quale sarà l’effetto dell’embargo sul petrolio”.