Nelle ultime ore si è acceso il dibattito sulle sanzioni alla Russia. Ad un mese dal voto, la campagna elettorale è entrata nel vivo e la guerra in Ucraina è entrata a fare parte delle discussioni. Ad accendere gli animi ci ha pensato Matteo Salvini. Il motivo? Il segretario federale della Lega ha bocciato i provvedimenti contro Mosca e ha invocato un cambio di passo.



“Con le sanzioni contro la Russia, ci spiegavamo già a febbraio e io mi sono fidato, li mettiamo in ginocchio. Sono passati 7 mesi e i numeri del Fondo monetario internazionale dicono che il risultato è il contrario: la Russia vende, esporta e guadagna come non mai e chi ci sta rimettendo? Voi”, le parole di Salvini riportate dall’Adnkronos: “Non perché me lo dice Putin, ma perché sono pagato dai cittadini italiano dico ci avete chiesto le sanzioni? Bene, adesso l’Europa dia i soldi necessari per non chiudere le aziende e non perdere il lavoro”. Per l’ex vicepremier è necessario uno scudo europeo per proteggere imprenditori e lavoratori.



SANZIONI RUSSIA, LE POSIZIONI DEI LEADER

Matteo Salvini è l’unico ad avere una posizione del genere sulle sanzioni alla Russia. Per Fratelli d’Italia, Roma deve continuare ad essere credibile. Ospite del forum Ambrosetti, Giorgia Meloni ha spiegato: “Se l’Italia domani non mandasse più armi e non partecipasse più alle sanzioni, che cosa farebbe il resto dell’Occidente? Niente, continuerebbe a mandare armi. E’ la nostra posizione che stiamo decidendo, la nostra credibilità. Se domani l’Italia si sfilasse dai suoi alleati, per l’Ucraina non cambierebbe niente, ma per l’Italia cambierebbe moltissimo. Una nazione seria che vuole difendere i suoi interessi deve avere una postura credibile”. La posizione di Salvini sulle sanzioni alla Russia è stata bacchettata dal segretario Pd Enrico Letta: le parole del leader leghista, ha spiegato, rischiano “di provocare un danno pesantissimo all’Italia, alla nostra affidabilità e al nostro ruolo in Europa”: “È irresponsabile questo modo di fare campagna elettorale sulla pelle dell’affidabilità del Paese”. Per Enrico Letta i provvedimenti anti-Mosca sono fondamentali come ritorsione alla guerra. “Le sanzioni stanno facendo molto male, ma dobbiamo a tenerle”, è invece il commento di Giuseppe Conte: “Non c’è solo il Pil ma anche i valori democratici e del diritto che sono stati palesemente violati. Ma la politica deve svolgere il suo dovere, non è affidata solo Washington, la facciamo anche qui e la politica deve dire che la corsa al riarmo è una follia”.

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