L’Unione Europea in passato condannò le sanzioni extraterritoriali imposte dall’ex presidente USA Donald Trump all’Iran nel 2018, ma nega alcuna similitudine con le sanzioni imposte alla Russia. All’epoca, l’Europa si scagliò contro l’extraterritorialità delle sanzioni statunitensi per violazione delle leggi internazionali e ottenne l’istituzione del meccanismo di pagamento INSTEX per aiutare le aziende europee ad aggirare le sanzioni statunitensi e a continuare il commercio con l’Iran. Ora, però la stessa Unione Europea ha valutato provvedimenti nei confronti di aziende in Cina e in altri Paesi per presunte violazioni delle sanzioni contro Mosca.
Come riferisce il China Daily, Pechino ha messo in guardia l’Unione Europea contro tale giurisdizione a lungo raggio e ha promesso di adottare misure risolute per proteggere gli interessi e i diritti delle sue aziende nel caso in cui il blocco europeo dovesse diventare attivo. Il portavoce dell’Unione ha affermato che non commenterà alcuna proposta legata all’extraterritorialità delle sanzioni e, in un briefing tenutosi lunedì scorso, non ha risposto sulla possibilità di sanzionare le società indiane che acquistano il petrolio russo e dopo averlo raffinato lo rivendono agli Stati membri dell’Unione. Sono infatti 150 i Paesi che hanno rifiutato di aderire alle sanzioni imposte da Stati Uniti e Unione Europea alla Russia e hanno quindi continuato a intrattenere normali relazioni commerciali con Mosca. Ciò che non è chiaro è se siano tutti possibili soggetti delle nuove sanzioni “extraterritoriali” europee.
Sanzioni extraterritoriali contro partner commerciali Russia: prossimo mossa UE?
China Daily sottolinea che le sanzioni alla Russia imposte dall’Unione Europea hanno effettivamente danneggiato l’economia di Mosca, ma allo stesso tempo hanno anche avuto un effetto boomerang sul vecchio Continente, smorzando le sue prospettive di crescita economica. I dati del Fondo Monetario Internazionale mostrano precise previsioni per l’eurozona, la cui economia è destinata a crescere appena dello 0,8% nel 2023 e dell’1,4% nel 2024, molto più bassa della previsione a livello globale, stimata rispettivamente nel 2,8% e 3,0%.
Una rapida risoluzione del conflitto tra Russia e Ucraina potrebbe giovare all’economia dell’Unione Europea, ma c’è incertezza sui possibili interlocutori. Sembra però evidente che l’imposizione di sanzioni extraterritoriali non consentirà di arrivare velocemente alla fine del conflitto, escludendo Paesi come Cina e India che hanno legami tanto con la Russia quanto con l’Ucraina.