IN ARRIVO OGGI IL QUINTO PACCHETTO DI SANZIONI UE ALLA RUSSIA
Dopo giornate di discussioni e bozze “stralciate”, dovrebbe arrivare oggi il quinto pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia, in riposta alle recrudescenze della guerra in Ucraina (in particolare i massacri contro civili a Bucha e Borodyanka, a pochi chilometri da Kiev).
Usa e Uk danno ancora una volta “la linea” sulle sanzioni, tanto sul fronte energetico quanto su quello economico: l’Unione Europea invece deve come sempre “scontare” un ritardo specifico sia per la volontà di volersi “adeguare” alle indicazioni della Nato, sia perché trovare un’unità di intenti tra 27 Paesi non è affatto semplice. E così dopo aver annunciato solo due giorni fa l’embargo totale sul carbone russo, già nel giro di 48 ore la versione della bozza definitiva è stata modificata: come riporta la Reuters stamane, l’Unione Europea va verso l’approvazione oggi dell’embargo russo del carbone «a partire da metà agosto, un mese dopo il previsto a causa delle pressioni della Germania per ritardare la misura». Il resto delle sanzioni resta quello annunciato martedì dalla Presidente della Commissione Ue Von der Leyen: dure sanzioni, oltre al carbone, anche a legno, prodotti chimici, semiconduttori, cibo di alta qualità e alcolici. L’azione europea colpirà anche le banche russe (altre 4, ma non c’è Gazprombank) provando a neutralizzare circa il 23% del sistema bancario russo: infine, è intenzione di Ue, Usa e Regno Unito di sanzionare anche persone fisiche vicine a Putin e Lavrov, a cominciare dalle figlie adulte del Presidente russo.
UE DIVISA SU SANZIONI A GAS E PETROLIO
Non di solo carbone vive però il “diktat” europeo contro il colosso russo: Von der Leyen, nell’annunciare le nuove sanzioni Ue alla Russia, sottolinea come non si fermeranno a questo quinto pacchetto le azioni contro il Cremlino. «Stiamo lavorando a sanzioni aggiuntive che includano il petrolio e stiamo riflettendo su alcune proposte presentate dai Paesi membri come il tassare l’import di energia dalla Russia o lo stabile canali di pagamento specifici come dei depositi bloccati. Assumere una posizione chiara non è cruciale solo per l’Europa ma per tutto il mondo. Le atrocità commesse a Bucha e in altre aree non resteranno senza risposta, i colpevoli non resteranno impuniti».
Ieri in conferenza stampa il Premier Mario Draghi da un lato ha ricordato come arriverà in pochi giorni la proposta unitaria della Commissione per intervenire sul caro energia, ma sul prezzo del gas e l’embargo in quanto tale occorre prendere decisioni il più possibili condivise e approfondite: «Non so se ci sarà sul prezzo del gas, ci sono punti di vista diversi fra noi la Germania e l’Olanda. Continuiamo a discutere, in Consiglio Ue di maggio sarà un punto di conclusione di questo dibattito e ci saranno proposte. Ma non possiamo solo aspettare in sede Ue, la nostra intenzione è andare avanti con provvedimenti nazionali», è la frecciata lanciata dal Presidente del Consiglio italiano. Tutti concordi nel voler fermare Putin, tutt’altro che allineati nelle modalità: una possibile exit strategy è stata citata dalla stessa Von der Leyen a Strasburgo, e potrebbe essere quella di un «deposito bloccato dove versare i pagamenti del gas russo. Conto che tornerebbe a disposizione di Mosca solo con il ritiro delle truppe russe. Il dato di fondo, tuttavia, resta uno: la lunghezza della guerra rischia di costringere l’Ue a tagliare ogni ponte con Mosca, incluso quello del gas», riporta il focus dell’ANSA. Le imprese sono già sul piede di guerra per le sanzioni alle materie prime – ne citiamo una su tutte, Federlegno, che con il blocco del legno russo vede a forte rischio l’inteso settore «Le decisioni prese a Bruxelles per mettere in ginocchio l’economia russa sono totalmente condivisibili ma vanno affrontare e gestite le conseguenze con un fondo ad hoc per la filiera e l’aumento del prelievo di legname italiano» – e un’ulteriore intervento anche sul gas rischia di porre una crisi economica ed energetica senza precedenti. Ieri Draghi ha “sfidato” il Paese con l’aut-aut divenuto subito virale «preferite la pace o avere l’aria condizionata accesa tutta l’estate?»: se il discorso può valere per il singolo cittadino, il problema delle aziende appare ben più complesso di un semplice “capriccio”. Questa mattina il Parlamento Europeo, in attesa di una decisione unitaria della Commissione, ha approvato una risoluzione che impegni Bruxelles ad un prossimo stop al gas russo.