UE DIVISA SUL SESTO PACCHETTO DI SANZIONI ALLA RUSSIA: COSA SUCCEDE
Slitta a domani – quantomeno – la decisione della Commissione Europea in merito al sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia: nella riunione odierna gli ambasciatori Ue non sono riusciti ad approvare il pacchetto «avendo avuto poco tempo per esaminarlo», spiegano fonti interne da Bruxelles.
Non è però da escludere che possa servire ancora più tempo rispetto alla scadenza di domani: a bloccare però le nuove misure annunciate stamattina dalla Presidente Von der Leyen sarebbe in particolare il provvedimento molto delicato dell’embargo al petrolio russo. Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e pure Bulgaria hanno avanzato la richiesta di deroghe per essere esentati dall’embargo in quanto decisamente dipendenti dal greggio di Mosca: «Se la Commissione europea consente eccezioni dell’embargo petrolifero, anche la Bulgaria eserciterà il diritto di chiederle«, afferma il ministro delle Finanze bulgaro Assen Vassilev. Per nulla soddisfatto il Ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba che commentando lo stallo Ue per le sanzioni al Cremlino afferma «I Paesi dell’Ue che continueranno ad opporsi all’embargo sul petrolio russo sono complici dei crimini commessi dalla Russia in territorio ucraino». Da Washington intanto il Presidente Joe Biden nel suo briefing sulla situazione economica ha annunciato che parlerà nei prossimi giorni «con i leader del G7 per le nuove sanzioni contro la Russia».
SESTO PACCHETTO DI SANZIONI UE CONTRO LA RUSSIA
L’Europa ha annunciato questa mattina il sesto pacchetto di sanzioni alla Russia dall’inizio della guerra in Ucraina: dopo una serie di ritardi dovuti ai punti ancora da chiarire tra i vari Stati membri, la Commissione Ue – per bocca della Presidente Ursula Von der Leyen intervenuta stamane al Parlamento Europeo – pone altre dure misure sanzionatorie contro l’economia russa.
Altre banche colpite – tra cui la più importante, la Sberbank -, servizi di consulenza, trasmissioni tv vietate, limitazioni al Patriarca russo e soprattutto l’inizio del processo di embargo totale al petrolio: di questo tratta la proposta di sanzioni presentata dalla Presidente Von der Leyen all’Eurocamera in un discorso di quasi 10 minuti. «L’Europa ha una responsabilità molto speciale nei confronti dell’Ucraina. Con il nostro sostegno, gli ucraini possono ricostruire il loro paese. Ecco perché oggi vi propongo di iniziare a lavorare su un ambizioso pacchetto di ripresa per i nostri amici ucraini. Questo pacchetto dovrebbe portare investimenti massicci per soddisfare i bisogni e le riforme necessarie. Dovrebbe affrontare le debolezze esistenti dell’economia ucraina e porre le basi per una crescita sostenibile a lungo termine», ha spiegato la leader europea proponendo poi il piano di sanzioni economiche al Cremlino, a cominciare dal fronte banche. «Oggi escludiamo da Swift Sberbank, di gran lunga la più grande banca della Russia, e altre due grandi banche. Con questo, colpiamo le banche che sono cruciali per il sistema finanziario russo e la capacità di Putin di creare distruzione. Questo solidificherà il completo isolamento del settore finanziario russo dal sistema globale», ha detto ancora Von der Leyen illustrando le varie misure sul tavolo.
LE ALTRE MISURE UE CONTRO LA RUSSIA: ECCO QUALI SANZIONI
Le altre sanzioni in via di approvazione a Strasburgo prevedono interventi di vario genere contro emittenti tv, persone e autorità religiose: la Presidente della Commissione Europea ha annunciato il divieto delle trasmissioni di emittenti tv russe in Europa, così come lo stop ai servizi di consulenza a Mosca.
«Il Cremlino si affida a contabili, consulenti e spin-doctor dall’Europa. E questo ora si fermerà. Stiamo vietando la fornitura di questi servizi alle società russe», ribadisce Ursula Von der Leyen nel suo discorso all’Europarlamento. Non solo, l’Unione propone di sanzione «ufficiali militari di alto livello e altri individui che hanno commesso crimini di guerra a Bucha e che sono responsabili dell’assedio disumano della città di Mariupol, mandando un altro importante segnale a tutti i responsabili della guerra in Russia: sappiamo chi siete e sarete ritenuti responsabili». Da ultimo, coinvolto nel pacchetto di sanzioni anche il Patriarca ortodosso di Mosca, Kirill: secondo un documento visionato dalla Afp, Kirill con le sue posizioni estremamente legate alla propaganda del Cremlino sarebbe nel mirino delle sanzioni, così come la famiglia del portavoce di Putin Dmitri Peskov.
VON DER LEYEN: “SANZIONI A RUSSIA CON EMBARGO AL PETROLIO”
Ma è inutile girarci attorno, la sanzione più attesa – dopo lo stop al gas, misura per il momento fuori portata per la troppa dipendenza europea dal metano russo – era quella dell’embargo al petrolio di Putin: tale misura è stata confermata, anche le tempistiche non saranno immediate.
«Putin deve pagare un alto prezzo per questa sua aggressione brutale, il futuro dell’Unione Europea è scritto anche in Ucraina», spiega Von der Leyen accusando direttamente Mosca, «Proponiamo un divieto del petrolio russo, un divieto totale d’importazione di tutto il petrolio russo, via mare e via oleodotto, greggio e raffinato». La Commissione Europea, in concordanza con gli altri alleati occidentali, prova ad assicurarsi di eliminare gradualmente il petrolio russo «in modo ordinato, in modo da permettere a noi e ai nostri partner di assicurare vie di approvvigionamento alternative e di ridurre al minimo l’impatto sui mercati globali. Questo è il motivo per cui elimineremo gradualmente il greggio russo entro sei mesi e i prodotti raffinati entro la fine dell’anno». Dall’Europa l’impegno economico non sarà da poco, tra le risorse alternative da reperire e pure i fondi da inviare all’Ucraina per la ricostruzione: «il Fondo monetario internazionale stima che da maggio in poi l’Ucraina avrà bisogno di 5 miliardi di euro al mese per mantenere il Paese in funzione, pagare pensioni, stipendi e servizi di base», conclude il suo discorso Von der Leyen, «Dobbiamo sostenerli, ma non possiamo farcela da soli. Accolgo con favore che gli Stati Uniti abbiano annunciato un massiccio sostegno di bilancio. E anche noi, come Team Europe, faremo la nostra parte».