SANZIONI UE ANCHE ALLA SIRIA: COSA SUCCEDE E PERCHÈ
Ora è ufficiale: lo scorso giovedì 21 luglio l’Unione Europea ha attuato nuove sanzioni contro persone e società in Siria, accusate di «reculare mercenari» per combattere con la Russia la guerra in Ucraina. Dopo i rumors circolati negli scorsi giorni, la lista di nuove sanzioni adottate da Bruxelles contro Assad è presto che approvata e inserita nella Gazzetta ufficiale dei 27 Paesi membri.
Il tutto dopo che solo due giorni fa il Governo siriano ha annunciato ufficialmente la rottura delle relazioni diplomatiche di Damasco con l’Ucraina di Zelensky: in realtà la notizia è una mera azione di reciprocità, in quanto a fine giugno era stata Kiev a interrompere le relazioni con la Siria visto il riconoscimento del Governo siriano delle repubbliche separatiste filo-russe. «La Repubblica araba siriana ha deciso di rompere le relazioni diplomatiche con l’Ucraina, conformemente al principio di reciprocità e in risposta alla decisione del governo ucraino», hanno sentenziato dal Ministero degli Esteri di Damasco.
GUERRA UCRAINA, LISTA SANZIONI SU PERSONE E SOCIETÀ DELLA SIRIA
L’accusa lanciata dall’Europa contro la Siria, ora, vede società e personalità in prima fila nella “black list” stilata nelle sanzioni approvate dal Consiglio Europeo: si trovano infatti figure del calibro di Muhammad al-Salti, comandante in capo dell’Esercito di Liberazione Palestinese di “stanza” in Siria. Con lui anche Abu Hani Shammout, leader di Ahdat al-Omariya ma anche Fawaz Mikhail Gerges, di fatto amministratore delegato della Al Sayyad Company (una controllata siriana del Wagner Group di Evgeny Prigozhin, conosciuto a livello internazionale come l’oligarca “cuoco” di Putin).
Sono tutti accusati di aver reclutato, e di star reclutando, mercenari siriani in Libia e Ucraina per sostenere le forze russe: un colonnello dell’esercito, Saleh al-Abdullah, è accusato di aver reclutato soldati della sua 16esima brigata, che operava con le forze russe in Siria, per combattere contro Kiev. Colpite da sanzioni infine, tra le altre, due società di sicurezza private – Sanad Protection and Security Services e Al-Sayyad Company for Guarding and Protection Services – conosciute negli anni della guerra in Siria come “Isis hunters”.