«Se Russia e Cina sono alleate è tutta colpa degli Usa di Biden»: come sempre senza tanti peli sulla lingua il professor Giulio Sapelli, nel dialogo con Fabio Dragoni su “La Verità” circa gli ultimi accadimenti tra politica estera, crisi economica e futuro dell’Italia (Quirinale e non solo). «Cina e Russia hanno molti punti di contrasto storicamente determinati», ricalca il professore ordinario di Storica Economica all’Università di Milano, dopo le Elezioni 2018 per qualche ora potenziale Premier in pectore prima della “virata” su Giuseppe Conte; è però solo «l’unipolarismo degli Usa» che ha spinto le sue superpotenze d’Oriente a trovare un’alleanza fondamentale, “marcata” nella recente doppia assenza di Putin e Xi Jinping al G20 di Roma e alla conferenza ONU sul clima.
Secondo Sapelli, «L’impegno dovrebbe, invece, essere quello di ricostruire un percorso di relazioni Usa-Russia in funzione anticinese. Gli Stati europei e l’Ue potrebbero svolgere un ruolo importante in questo campo, contestando la politica tedesca nelle relazioni commercia- li»: dal G20 di Roma alla Cop26 di Glasgow, con lo sguardo già proiettato nel 2022 dove le crisi di gas e Taiwan potranno comportare non pochi sconvolgimenti nella comunità internazionale, il futuro del pianeta è tutt’altro che “solido”. Per il professore, la distanza storica tra gli eredi di URSS e Mao Zedong si è assottigliata per “colpa” dell’azione della Casa Bianca: «Tutto comincia con l’amministrazione Clinton. Seguito da Bu- sh, sia chiaro. L’ultimo Obama ebbe poi, anni dopo, un attimo di ripensamento, ma era troppo tardi. Biden si incastra perfettamente nell’unipolarismo clintoniano».
DRAGHI E IL FUTURO DELL’ITALIA. IL “GRAFFIO” DEL PROF. SAPELLI
La situazione per Biden e per il Partito Democratico è tutt’altro che sereno, sentenzia Sapelli, e le conseguenze si faranno sentire non solo per gli Usa ma per l’intero Occidente: «la situazione sociale si aggrava e il partito democratico dà segni di sgretolamento: la politica della “cancel culture” e del “me too” è un tritacarne che non risparmia nessuno». È l’Europa la prima in “pericolo” con l’alleanza Russia-Cina e con l’indebolimento degli Stati Uniti: problemi di politica estera ma non solo, è il concetto stesso di Unione ad essere in difficoltà secondo il docente di Storia Economica, «La pandemia richiede per definizione risposte centralizzate. Ma senza una Costituzione federale l’Ue non può durare se non con continui conflitti di potenza tra i Paesi membri, soprattutto ora che la Germania si indebolisce politicamente e la Francia è in bilico sull’abisso istituzionale». Meno tecnocrazia, più gestione e amministrazione verso un nuovo Stato di diritto Ue: la “ricetta” di Sapelli prevede anche l’abolizione del Fiscal Compact, «non ha nessuna base giuridica. È frutto di un regolamento che va cancellato». Secondo Sapelli, in un contesto del genere, assume ancora più importanza l’elezione al Quirinale del prossimo gennaio: «Draghi al Colle? Bisogna, tuttavia, chiedersi se il Premier sia la scelta che consentirebbe di tornare al più presto al confronto politico necessario». Al di là del nome, interessante sarà vedere come e se le potenze mondiali si “interesseranno” delle vicende italiane: «Le pressioni ci saranno come sempre. I francesi e gli Usa sono in campo e anche il Regno Unito: è normale, ma oggi con la crisi tedesca tutto assumerà un profilo decisivo. Sono curioso di vedere cosa farà la Cina, che è attivissima in Italia, come è noto, in un contesto co- me questo. Ma mi pare che quelle pressioni siano scomposte e quindi, forse, meno influenti di quanto si pensi».