Sara Battaglia, una giovane e talentuosa stilista che sta affermandosi nel mondo della moda anche con collaborazioni di spicco, ha raccontato la sua storia di violenza per mano di un uomo, parlando con i microfoni del Corriere della Sera. Una relazione che definisce come un “incantesimo cattivo” che tiene prigioniera la vittima, e che sembra che non abbia vie d’uscita fra botte, calci e insulti. Ma alla fine si può trovare la luce e Sara Battaglia lo sa “perchè ci sono passata anche io”. Proprio a seguito di questa esperienza vissuta in prima persona, ha deciso di dare vita ad un progetto a tutela delle donne, una camicia bianca con un colletto rosso, realizzata attraverso un laboratorio dove lavorano appunto donne che sono state vittima di maltrattamenti.
Sara Battaglia ricorda come le violenze fisiche facciano male, ma l’aspetto più subdolo restano “le violenze psicologiche”, che puntano a far sentire sbagliata la vittima, quando in realtà non lo è. Per la stilista c’è una sorta di modus operandi da parte del “maltrattante”, leggasi una relazione che iniziare con i migliori auspici ma che nel giro di breve tempo si trasforma, quindi subentra “l’erosione dell’autostima”, e a quel punto è la volta degli insulti, sempre peggiori.
SARA BATTAGLIA: “IL PRIMO STEP E’ PRENDERE CONSAPEVOLEZZA”
Il terzo step è la violenza fisica, quindi le botte, magari all’inizio “solo” uno schiaffo, poi calci, pugni, spintoni, sempre più forti e crudeli, fino a che una donna o si salva oppure rischia di rimanere intrappolata e anche di morire.
Per Sara Battaglia le donne vittime di violenze non riescono spesso ad uscirne in quanto vengono convinte che alla fine si meritano quel comportamento, ricordando di aver vissuto sei mesi di relazione normale, più quattro anni e mezzo “di incubo”. Il primo step per provare ad uscirne è prendere consapevolezza di quello che sta accadendo: solo quando si riesce a vedere finalmente come è davvero la situazione, a quel punto può iniziare il ritorno ad una vita normale. “Denunciare non è semplice”, aggiunge Sara Battaglia, precisando comunque di averlo fatto.
SARA BATTAGLIA, IL PROCESSO E LA RINASCITA
Attualmente è in corso il processo ai danni dell’ex, con l’ultima udienza dello scorso 17 dicembre durante il quale il gup ha rigettato la richiesta di patteggiamento degli avvocati difensori. Di pari passo con il processo, la giovane stilista vuole impegnarsi in favore delle donne, facendo passare il messaggio che non bisogna agire solo quando una donna muore, e nemmeno che a parlare con le vittime debbano essere “le madri o le sorelle”.
Secondo Sara Battaglia è fondamentale parlarne: “più se ne parla e più si sfata questo tabù” e nel contempo le donne si sentiranno meno sole e avranno meno paura di scappare o di denunciare. Ma oggi come sta Sara Battaglia? La stilista dice di vivere alti e bassi e di essersi ripresa a poco a poco la sua vita: “Adesso sto ricominciando a sognare”, l’importante è sapere che esista una via d’uscita e una “rinascita”.