Sara Ben Salha è la donna arrestata a Milano nell’ambito dell’operazione a contrasto delle faide tra rapper, che ha portato all’esecuzione di nove misure cautelari, tra cui quella nei confronti di Simba La Rue. La ventenne, come ricostruito dal Corriere della Sera, secondo l’accusa aveva un ruolo di “esca”: seduceva i membri della gang rivale e consentiva l’organizzazione degli agguati con auricolari nascosti e altri mezzi di spionaggio. In quel giro era finita poiché fidanzata con uno dei protagonisti. Il ruolo di criminale, però, non le è mai stato stretto. Almeno nei fatti.



A parole, il discorso è ben diverso. Iscritta alla facoltà di Giurisprudenza, senza avere mai dato alcun esame, la ventenne infatti sostiene di volere diventare un magistrato. La strada tuttavia è decisamente in salita. Al momento dell’arresto non ha mostrato alcun segnale di pentimento, se non quando ha incrociato gli occhi della nonna che abita nella casa accanto. Poi però ha fatto i conti con la realtà. “Vediamo com’è la galera”, ha detto.



Sara Ben Salha, arrestata per faide tra rapper: il racconto

Ad accompagnare in Caserma Sara Ben Salha, arrestate per le faide tra rapper, è stata il maresciallo Giada Moschetti. “Ha letto le imputazioni e ha ammesso le colpe. Si è confidata. Posso raccontare alcuni particolari: ha spiegato le problematiche relative al padre (un nordafricano pregiudicato, ndr), e l’atteggiamento della mamma (un’operaia italiana, ndr) che non se la sente di allontanarlo”, ha raccontato al Corriere della Sera.

“Da parte mia, ho sottolineato quanto questa caduta, dura, durissima, possa essere un’occasione per riprogrammare il futuro. Prendersi cura della propria vita. Compiere delle scelte. Non si scappa dalla realtà, ma la si può utilizzare tornare a respirare”, ha spiegato. Prima di potere programmare un nuovo futuro, tuttavia, sarà necessario pentirsi e aiutare le forze dell’ordine a chiarire le dinamiche di un fenomeno che incute sempre più timori a Milano.